La squadra di Chivu segna tanti gol ma ne incassi altrettanti e così c’è da ritrovare un equilibrio. Molti giocatori si stanno ritrovando
11 gol segnati ma 7 gol subiti, miglior attacco e terza peggior difesa: l’Inter deve trovare il suo equilibrio. “Tra quello che la squadra vuole fare e quello che riesce a fare”, spiega a Skysport Andrea Paventi, inviato a seguito della squadra nerazzurra. La sensazione del finale della scorsa stagione è rimasta la stessa: questa Inter può far male a tutti, ma può essere ferita da chiunque allo stesso modo.
E così da un lato ci sono i numeri dell’attacco che parlano dell’Inter come della squadra italiana che ha segnato di più nel 2025 e questo nonostante ci siano state delle difficoltà in attacco nella scorsa stagione, con i ricambi che non sono riusciti sempre a dare il loro contributo. Una tendenza che si spera possa cambiare con i nuovi acquisti là davanti e lo stesso Chivu si è detto contento delle opzioni che ha a sua disposizione anche per le loro carettiristiche variabili. “La squadra sta segnando più gol rispetto a quanto previsto dagli Expected Goals e, inoltre, per la quarta volta nelle ultime sei stagioni l’Inter ha realizzato almeno 10 reti dopo le prime quattro gare giocate in Serie A”, spiegano dal canale satellitare.
In difesa—
L’accento viene posto però sui difetti della fase difensiva. “In generale nelle ultime due annate ed è giusto sottolinearlo l’Inter è stata la formazione che ha tenuto la porta inviolata in più partite nei maggiori 5 campionati europei: ben 37 i clean sheet nerazzurri in campionato nel periodo (21 nel 2023/24 e 16 nel 2024/25). Ma dalla fine della stagione scorsa la squadra ha praticamente incassato sempre gol e solo nella prima di campionato e nella gara di Champions con l’Ajax Yann Sommer è riuscito a chiudere la porta di casa a doppia mandata”, spiega ancora Paventi. Solo Torino e Lecce hanno fatto peggio a livello din gol incassati ed era successo solo tre volte che l’Inter concedesse più gol negli ultimi settanta anni “nel 2004/05 (7), nel 2011/12 (8) e nel 2020/21 (8)”. I dati sono evidenti e Chivu sa che uno dei prossimi obiettivi, riconquistata la vittoria dopo due sconfitte consecutive, sarà ritrovare là dietro un po’ di sicurezza, anche a livello dei singoli.
Barella—
E il focus così si sposta su Barella. “L’assenza di Lautaro è stata ben assorbita con l’utilizzo di Pio Esposito. Akanji cresce di gara in gara. Thuram è il miglior marcatore della squadra. Calhanoglu e Dimarco stanno tornando ai loro livelli. E forse all’appello dopo il finale dello scorso anno manca Nicolò Barella. Lui che può diventare il termometro della squadra, l’equilibratore necessario e insostituibile, come dimostra l’utilizzo che fino ad oggi ne ha fatto l’allenatore. Ma deve crescere e trovare quella continuità che a volte gli è mancata”, spiega Paventi.
Nicolò aveva cominciato la stagione con un assist, poi ha mostrato poca incisività e sbavature tecniche a cui non ha abituato gli interisti. “Dentro la partita c’è sempre stato, ma sfruttando meno quelle qualità che spesso gli consentono di marcare la differenza con talento e intuizioni”. Arriva adesso per lui una nuova prova, quella contro il ‘suo’ Cagliari e chissà che da quella gara non possa proprio ripartire. Anche da lui e dal suo rendimento dipende l’equilibrio dell’Inter. Così è chiamato a ritrovare “quella carica, quella grinta agonistica e quel rendimento che servono a sé stesso”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA