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Domenica in Moldavia ci sono le elezioni parlamentari e anche stavolta la Russia sta cercando di influenzarle. Secondo il governo e varie inchieste giornalistiche, si stanno ripetendo le interferenze che sono state documentate ogni volta che nel paese c’è stato un voto importante: era accaduto anche nella campagna per le presidenziali di un anno fa, in cui era stata rieletta la presidente europeista Maia Sandu, che domenica ha l’obiettivo di non perdere la maggioranza in parlamento.
Sandu ha accusato la Russia di stare spendendo «centinaia di milioni di euro» per sovvertire le elezioni. Il suo Partito di Azione e Solidarietà (PAS) è l’unico, tra quelli che nei sondaggi superano la soglia di sbarramento, a essere convintamente a favore dell’ingresso nell’Unione Europea (a cui la Moldavia è candidata dal 2022). Per questa ragione, il regime russo ha tutto l’interesse a danneggiare la presidente, nel tentativo di avvantaggiare i suoi alleati locali e allontanare il paese dall’Unione.
Maia Sandu durante una conferenza stampa, il 27 agosto (EPA/DUMITRU DORU)
Anche stavolta, secondo il governo, i tentativi non si limitano alla disinformazione online, cioè alla tattica più rodata della propaganda russa, che comunque nelle ultime settimane si è intensificata. Lunedì la polizia moldava ha arrestato 74 persone in una vasta operazione di perquisizioni: sono accusate di essere state ingaggiate dalla Russia per fomentare disordini prima, durante e dopo il voto di domenica.
Lo stesso giorno un’inchiesta di Bloomberg ha attribuito al governo russo un piano con l’obiettivo di condizionare l’esito delle elezioni. Secondo i documenti a cui ha avuto accesso Bloomberg, il piano prevederebbe di corrompere persone moldave all’estero perché votino contro il partito di Sandu, una massiccia campagna di disinformazione sui social e anche la già citata messinscena di proteste violente.
Una manifestazione dei sostenitori del politico filorusso Shor, a Chișinău, lo scorso agosto (EPA/DUMITRU DORU)
Un’altra inchiesta, di BBC News, ha scoperto un gruppo che si è concentrato sulla propaganda online. Tra le altre cose, faceva sondaggi illegali con domande manipolate, per gonfiare il sostegno ai partiti dell’opposizione filorussa. Una giornalista di BBC infiltrata nel gruppo ha scoperto inoltre che i suoi membri usavano finanziamenti russi per pagare la produzione di contenuti diffamatori verso Sandu e polarizzanti con cui inondare i social.
Il gruppo controllava almeno 90 account su TikTok, diversi dei quali imitavano testate giornalistiche, dove sono stati pubblicati video che da gennaio hanno accumulato almeno 23 milioni di visualizzazioni: tanti per un paese di 2,3 milioni di abitanti. In questi giorni altri media internazionali, e prima di loro varie ong, hanno denunciato operazioni simili, spesso fatte con video generati con l’intelligenza artificiale.
In questi mesi il governo, con la collaborazione di TikTok, ha fatto bloccare centinaia di account sul social che venivano usati per disseminare falsità. Molti avevano decine di migliaia di follower.
Una donna cammina davanti a un cartellone elettorale della coalizione dell’ex presidente Dodon, a Hîncești, il 4 settembre (EPA/DUMITRU DORU)
Secondo BBC la rete è finanziata dall’oligarca Ilan Shor e da una ong a lui vicina. Shor è un ex politico miliardario, fuggito in Russia nel 2019 per scampare a una condanna per truffa e riciclaggio. Nel 2023 il suo partito filorusso (Șor) era stato dichiarato incostituzionale dopo che un tribunale aveva accertato che aveva pagato delle persone per provocare proteste e tentativi di sommossa in Moldavia.
L’ultimo dei partiti di Shor, Vittoria, ha ancora seggi nel parlamento uscente ma la Commissione elettorale moldava l’ha escluso dalle elezioni per irregolarità nei documenti. In estate i sostenitori di Shor hanno cercato di organizzarne un altro, invano. Tra l’altro la loro candidata di punta Evghenia Guțul, la governatrice filorussa della regione autonoma della Gagauzia, è stata condannata a 7 anni di carcere per aver raccolto e utilizzato in modo fraudolento fondi russi quand’era segretaria di Șor.
La forza principale dello schieramento filorusso è la coalizione dell’ex presidente Igor Dodon, in cui sono confluiti Comunisti e Socialisti. Dodon ha descritto l’operazione di polizia di lunedì (quella dei 74 arresti) come un tentativo del «regime criminale del PAS di intimidirci e silenziarci», quindi come diretta contro di lui. Tra gli altri partiti, uno dei principali è quello populista, conservatore e filorusso (Il Nostro Partito) di Renato Usatii, che era arrivato terzo alle presidenziali del 2024.
L’evento per l’inizio della campagna elettorale del partito di Sandu, il 29 agosto a Chișinău (EPA/DUMITRU DORU)
In passato le attività di Shor (che hanno avuto il probabile sostegno dei servizi segreti russi) e la propaganda hanno avuto un certo impatto su un pezzo dell’opinione pubblica moldava. Si era visto al referendum costituzionale sull’integrazione europea, sempre l’anno scorso, dove il quesito a favore di quest’opzione era stato approvato con un margine risicato, di poche migliaia di voti, anche come conseguenza delle estese campagne di disinformazione e di discredito.
Negli ultimi mesi ci sono state altre operazioni contro le ingerenze della Russia in Moldavia: per esempio l’ex vice capo dei servizi segreti moldavi era stato arrestato per aver passato segreti di stato alla Bielorussia (uno stato satellite della Russia) e il paese aveva espulso tre diplomatici russi, accusandoli d’aver aiutato un parlamentare vicino a Shor a fuggire dal paese per evitare una condanna.
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