Il nome è già una dichiarazione di intenti: «Samsung Galaxy Tab S11 Ultra 5G». Lunghissimo, altisonante, a metà tra la sigla di una missione spaziale e l’etichetta di un esperimento di laboratorio. Ma dietro a quel titolo chilometrico si nasconde un oggetto reale, tangibile, che nel mondo sempre più ristretto dei tablet di fascia alta prova a dire la sua con argomenti concreti: design estremo, display gigantesco, batteria da maratoneta e funzioni che sconfinano nel territorio dei computer portatili.
Samsung, che da anni coltiva la categoria dei «Tab» con costanza e ambizione, mette qui il massimo sforzo tecnologico. L’«Ultra» non è solo un aggettivo da listino: significa 14,6 pollici di diagonale, uno spessore da record di 5,1 millimetri, un peso che resta sotto i 700 grammi e una scheda tecnica che vuole convincere professionisti, creativi e studenti a lasciare il laptop a casa.
È un obiettivo complesso, quasi un vecchio sogno del settore: fare del tablet il nuovo computer. Vale la pena chiedersi se, con questo S11 Ultra, l’azienda sudcoreana sia finalmente riuscita a spostare l’ago della bilancia.

Il design: sottile fino all’estremo

La prima impressione, tolto dalla confezione, è quella di un oggetto che sembra non poter esistere. 5,1 millimetri di spessore: meno di una rivista patinata, poco più di una matita. La superficie è tutta alluminio, con bordi netti e linee che trasmettono solidità nonostante la leggerezza.
Il peso di 695 grammi appare quasi irreale se rapportato allo schermo da quasi 15 pollici. È una lastra imponente, eppure non ingombrante: in borsa occupa lo spazio di un ultrabook, ma in mano sorprende per equilibrio e distribuzione dei pesi.
C’è un dettaglio che racconta molto dell’approccio Samsung: la certificazione IP68. È la stessa dei telefoni top di gamma, ma sui tablet è una rarità assoluta. Significa resistenza ad acqua e polvere, un plus che trasmette sicurezza anche nell’uso quotidiano: non è il dispositivo da portare sott’acqua, ma non teme una tazza di caffè rovesciata in ufficio o la pioggia improvvisa in viaggio.

Il cuore del Galaxy Tab S11 Ultra è il suo display Super AMOLED da 14,6 pollici. Formato 16:10, luminosità di picco a 1600 nit, risoluzione altissima e la solita ricetta AMOLED: neri assoluti, colori saturi e angoli di visione perfetti.
Non raggiunge i picchi estremi dei migliori smartphone Samsung (che superano i 2000 nit), ma resta perfettamente leggibile all’aperto. In ambienti chiusi, diventa un vero schermo da cinema portatile. Guardare serie, film o eventi sportivi su questa diagonale, con i quattro altoparlanti AKG ben calibrati, è un’esperienza che avvicina più al laptop multimediale che al tablet tradizionale.
La scelta del formato 16:10 merita una nota: è più largo di un iPad (4:3), più adatto a video e produttività in multitasking, meno naturale per la lettura verticale. Un compromesso, ma ragionato.

Samsung affida la parte sonora a quattro speaker AKG, posizionati sui lati corti e lunghi. Il risultato è un suono potente, spazioso, con bassi più presenti della media dei tablet. Non sostituisce un impianto esterno, ma per Netflix sul divano o una call su Teams restituisce un livello di qualità sorprendente.
È anche un dettaglio che sottolinea la vocazione «ibrida» del Tab S11 Ultra: non solo lavoro, ma intrattenimento completo.

Hardware: la scelta dei processori MediaTek

Sotto la scocca, la sorpresa. Samsung non ha puntato sul solito Qualcomm Snapdragon, ma sul MediaTek Dimensity 9400+ a 3 nanometri. Una scelta coraggiosa, che conferma la crescita di MediaTek nel segmento premium.
Il processore si comporta bene: fluido, reattivo, mai eccessivamente caldo anche sotto stress. Nelle sessioni più intense – editing video, multitasking spinto, giochi – non mostra cedimenti. È un chip che bada all’efficienza più che alla pura potenza, e il risultato è un dispositivo che non si surriscalda mai davvero, mantenendo autonomia e comfort.
Sul lato della sicurezza biometrica troviamo doppia opzione: riconoscimento facciale e sensore di impronte digitali sotto il display, entrambi rapidi e affidabili.

Se c’è un punto in cui il Tab S11 Ultra spicca, è l’autonomia. La batteria – enorme, considerata la sottigliezza – regge scenari molto diversi.
Uso leggero: social, notizie, streaming serale. Risultato: fino a una settimana di utilizzo senza ricarica.
Uso lavorativo: email, documenti, videochiamate, multitasking. Risultato: 8 ore continuative di produttività, quanto un ultrabook di fascia alta.
La ricarica a 45 Watt non è fulminea: in 45 minuti si recupera circa il 50%, per una ricarica completa servono quasi due ore. Non un dramma, visto che la durata compensa abbondantemente.
Il sistema operativo resta Android, con la personalizzazione One UI di Samsung. È stabile, ricco di funzioni, ma con il solito limite: le app per tablet non sono tante quanto su iPadOS.
Qui entra in gioco la forza del file system aperto: trasferire file, gestire cartelle, collegare periferiche via USB-C è molto più vicino a un PC che a un tablet. È la caratteristica che può convincere chi lavora seriamente con documenti e archivi.

DeX: il tablet che si crede PC

Il vero marchio di fabbrica Samsung, però, resta DeX. È la modalità che trasforma l’interfaccia Android in un ambiente da computer: finestre ridimensionabili, desktop virtuali, multitasking reale.
Il Tab S11 Ultra, con DeX, smette di essere un «grande smartphone» e diventa un quasi-PC. L’esperienza migliora drasticamente con tastiera e mouse, ma anche solo con la S Pen si percepisce la differenza. Passare da un ambiente «divano» a uno «ufficio» con un gesto è pratico e naturale.
Non è Windows, non è macOS: restano limiti nell’ecosistema di app desktop, ma per chi lavora con documenti, presentazioni e posta elettronica, la differenza è sostanziale.
Abbiamo avuto modo di testarlo con la cover Samsung (da acquistare separatamente) che incorpora la tastiera. Molto comoda, permette di scrivere bene ma è un peccato che non includa un trackpad.

La S Pen inclusa è magnetica, sempre pronta all’uso, e rappresenta un valore aggiunto che Apple, per esempio, fa pagare a parte.
Qui migliora in precisione e sensibilità, con riconoscimento di pressione e inclinazione accurati. Il digitalizzatore riduce al minimo il lag, avvicinando l’esperienza alla scrittura su carta.
Le app Samsung Notes e GoodNotes sfruttano al meglio queste capacità: prendere appunti, modificare PDF, fare schizzi diventa naturale. Non ci sono funzioni rivoluzionarie rispetto al passato, ma la qualità complessiva è più alta.

Conclusioni: un dispositivo di confine

Il Samsung Galaxy Tab S11 Ultra non è solo un tablet. È un dispositivo di confine, che si muove tra smartphone gigante e computer portatile, cercando di prendere il meglio di entrambi i mondi.
Non è economico (parte da 1.339 euro), non è per tutti. Ma per chi vuole un sostituto leggero del PC, sempre con sé, con schermo enorme, batteria lunga e penna integrata, può essere oggi una delle soluzioni più convincenti.
Samsung non ha reinventato il tablet, ma ha spinto l’idea al limite delle possibilità attuali. E in un mercato che sembrava essersi fermato, questo è già molto.

Il confronto inevitabile è con l’iPad Pro (qui la recensione del modello M4): Apple domina ancora per app creative e integrazione software-hardware. Ma il Tab S11 Ultra recupera con DeX e con un approccio più vicino al PC. È meno brillante nella grafica 3D, più versatile nella gestione di file e periferiche. Come sempre, tutto dipende dalle proprie esigenze.

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23 settembre 2025 ( modifica il 23 settembre 2025 | 12:52)