“Vincere una gara sarà molto difficile. Poi se dovesse esserci una sorpresa ne sarei molto contento”. Charles Leclerc dopo la delusione di Baku mette la sordina alle sue ambizioni di successo con la SF-25. Il monegasco ha archiviato il GP dell’Azerbaijan al nono posto, un risultato che, associato all’ottavo di Lewis Hamilton, ha permesso alla Mercedes di scavalcare la Scuderia al secondo posto nel mondiale Costruttori. 

La Stella ha incasellato 30 punti contro i miseri 6 della Ferrari. Fred Vasseur, con una capacità istrionesca di saper raccontare la sua verità, ha parlato di una rossa capace di reggere il passo della McLaren. E, naturalmente, uno pensa alle monoposto papaya dominatrici della stagione 2025, non alla scialba prestazione azera di Lando Norris che si è aggrappato a un settimo posto, mentre aveva l’occasione di recuperare punti iridati preziosi dopo che il leader iridato, Oscar Piastri, si era schiantato contro le protezioni al primo giro. 

Frederic Vasseur, Team Principal  Ferrari

Frederic Vasseur, Team Principal Ferrari

Foto di: Mark Thompson – Getty Images

Ma con una McLaren non pervenuta, sono altri a gioire, certo non la Ferrari incapace di sfruttare le occasioni. Max Verstappen ha replicato il successo di Monza, dando la sensazione che la Red Bull, oltre ad aver ricostruito una serenità interna dopo la cacciata di Christian Horner, molto probabilmente ha ritrovato il bandolo della matassa tecnica della RB21.  

A segnalarlo è stato Andrea Stella, team principal McLaren: “Credo che a Monza abbiano modificato leggermente la configurazione della monoposto, quindi, ci sono molte possibilità che abbiano sbloccato della performance: c’è la sensazione che siano riusciti a trovare il modo per viaggiare più bassi”. Lo aveva detto prima del GP di domenica e ci aveva preso. 

Lo scenario che si presenta è quello di una Ferrari debole e demotivata, dopo essersi presentata sul Mar Caspio nella consapevolezza di “…conquistare un risultato importante con i due piloti”. Se Max Verstappen riapre addirittura i discorsi iridati (realisticamente è solo una pia illusione), ciò che non deve sfuggire a Maranello è che la Red Bull, con le ultime modifiche (ala aggiornata e, soprattutto, nuovo fondo) è stata in grado di risvegliare anche Yuki Tsunoda: il giapponese ha portato un sesto posto alla causa di Milton Keynes, contribuendo al bottino di 33 punti nella trasferta azera, avvicinando il team diretto da Laurent Mekies a soli 14 lunghezze dal Cavallino.  

Max Verstappen, Red Bull Racing

Max Verstappen, Red Bull Racing

Foto di: Jakub Porzycki / NurPhoto / Getty Images

Scatta un allarme: finora la Ferrari ha difeso il secondo posto contando su Leclerc e Hamilton, due punte in grado di far muovere sempre la classifica. Ma se ora Kimi Antonelli torna a fare con regolarità quello di cui è stra-capace e Tsunoda trova un po’ di fiducia, la Scuderia vista a Baku è destinata a diventare un… gambero rosso. 

Perché non dimentichiamocelo: la McLaren, che ha clamorosamente toppato l’ultimo GP, finora ha conquistato 623 punti nel mondiale Costruttori e il primo inseguitore che è la Mercedes si trova a 333 punti. La squadra di Woking sta letteralmente ridicolizzando gli avversari con un distacco “atomico”. 

La Ferrari, vale la pena non dimenticarlo, era partita per lottare per entrambi i titoli, ma la SF-25 si è rivelata una monoposto sbagliata e le ambizioni del Cavallino si sono infrante nella dura realtà. Loic Serra ha cercato di correggere in corsa alcune carenze della rossa, ma con poche soddisfazioni. La squadra di Maranello si stava aggrappando al secondo posto fra le squadre, costruendo un buon alibi nel riuscire a precedere Mercedes e Red Bull, in attesa di marcare la tanto auspicata prima vittoria che sarebbe accolta come la manna dal cielo. 

La Red Bull (certo grazie a Super Max) finora ha collezionato quattro successi e anche la Mercedes può farsi vanto dell’affermazione fortuita nel GP del Canada con George Russell. Mentre Charles Leclerc e Lewis Hamilton sono sempre a bocca asciutta e devono fare i conti con lo zero sul pallottoliere (visto che nessuno conta l’affermazione “esagerata” di Lewis nella garetta in Cina che poi si è trasformata in una squalifica alla domenica). 

E non deve sorprendere, quindi, se i 14 punti che l’anno scorso hanno separato la Scuderia dal titolo iridato per i team, sono a oggi una voragine di 337 punti. Il distacco è incredibilmente maggiore del bottino (296 punti) conseguito in pista. 

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Foto di: Andy Hone/ LAT Images via Getty Images

Questa china negativa non può essere rappresentativa della Ferrari: le ultime sette gare in calendario devono mostrare l’orgoglio di una squadra che non sa più come vincere (l’anno scorso c’erano stati 5 successi), riportando alla memoria le non lontane debacle di SF1000 (2000) e SF21 (2001). 

I tifosi del Cavallino non possono pensare che quella che stiamo vedendo sia la vera Ferrari: Lewis Hamilton, un sette volte campione del mondo forse un po’… spelacchiato, non riesce nemmeno a salire sul podio, pur potendo mostrare orgogliosamente un pedigree di 105 vittorie. L’inglese non ha disimparato a guidare: l’età certo pesa e i due decimi sul giro secco che si prende da Leclerc ci sono tutti, ma non è un “bollito”.  

Lewis Hamilton, Ferrari

Lewis Hamilton, Ferrari

Foto di: Jakub Porzycki / NurPhoto / Getty Images

E allora diamo ancora uno sguardo ai numeri: 17 podi nel 2021, 9 nel 2022, 6 nel 2023 e 5 nel 2024. Tutti con Mercedes perdenti. La linea di Hamilton è chiaramente discendente. Non c’è dubbio, ma lo zero con la SF-25 pesa molto, perché denota carenze che vanno molto oltre il possibile calo di motivazione del britannico.  

Non c’è la macchina. E su questo siamo ormai tutti d’accordo. Ma in questo momento manca l’anima della Ferrari. Quelli che ne sanno dicono che la squadra difetta nell’esecuzione, per cui al dunque non mostra mai la sua parte bella, migliore. È possibile, ma se non si riesce ad eseguire uno swap all’ultimo giro quando in ballo ci sono solo 2 punti e non una vittoria, è lecito porsi qualche domanda. Cosa significa oggi #EssereFerrari? 

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