Non bastava lo spegnimento del segnale sul digitale terrestre, con il mesto addio al canale 87. Adesso Telesud è diventata il ring virtuale di uno scontro senza esclusione di colpi fra il nuovo proprietario, il romano Valerio Antonini, e lo storico editore, Massimo Marino.
Il patron del Trapani Calcio e Basket, in un lungo post social, ha elencato quella che definisce la “verità” sulla gestione del passato:
Antonini, nel suo racconto, descrive una baracca da rimettere in piedi, costi da 60 mila euro al mese con entrate che coprivano appena il 15%, pressioni di Rai Way per vecchi arretrati mai saldati e la necessità di migrare al web. «Entro sei mesi riporteremo Telesud in attivo – promette – con una nuova società e le smart tv raggiungeremo il mondo intero. Una tv sostenibile e concreta».
La replica di Marino non si è fatta attendere. Con un comunicato al vetriolo, l’ex editore bolla come “farneticazioni” le accuse di Antonini e rivendica un primo successo legale:
«Il giudice del lavoro di Trapani ha già dato torto ad Antonini per il mio licenziamento illegittimo, imponendo a Telesud una conciliazione da circa 80 mila euro fra stipendi, contributi e spese legali».
Poi l’affondo: «Il problema con Rai Way non erano i ricatti, ma i mancati pagamenti: Antonini non ha versato un euro dal febbraio 2024 al luglio 2025, accumulando un debito di centinaia di migliaia di euro. Risultato: segnale spento. Un tristissimo primato unico in Sicilia».
Marino promette nuove denunce e smentite pubbliche: «Non mi sottraggo alle sue falsità. Ci sarà occasione nei Tribunali, quelli veri, non nei tribunali social».
Insomma, se il digitale terrestre è spento, il volume dello scontro resta altissimo. E per gli spettatori di Telesud – quelli rimasti – lo spettacolo continua, solo che ormai non passa più dal telecomando, ma dalle aule giudiziarie e dalle dirette Facebook.