Balla e sorride, vestita di veli e piume, si muove sinuosa e prorompente su un letto a baldacchino, mentre un gruppo di uomini a turno tirano via un pezzo del suo abito, la spogliano lentamente e la desiderano. È il 1964 e quella scena sensualissima de “Il magnifico cornuto”, girata inevitabilmente in bianco e nero, sembra durare un’eternità per un’epoca in cui l’Italia è ancora pienamente intrisa di moralismo e pregiudizi. A danzare come una dea, straordinariamente bella su quel letto è Claudia Cardinale, l’attrice nata a Tunisi ma con nelle vene sangue siciliano (la famiglia del nonno era di origini trapanesi, quella della nonna di Isola della Femmine), che si è spenta ieri sera a 87 anni vicino a Parigi, dove viveva ormai da anni con i figli.
Trasgressiva, indomabile, emancipata e libera non solo in quella scena del film di Antonio Pietrangeli, ma anche nella vita. Raffinata ed elegante sempre, discreta e mai volgare, ha saputo rompere schemi atavici che per secoli hanno oppresso le donne. Perché non è stata solo l’indimenticabile “Angelica” de “Il Gattopardo”, con cui quasi sempre viene associata, ma un’attrice dalle mille sfaccettature, che ha girato 150 film e con i registi più importanti del mondo, diventando una delle figure più importanti della storia del cinema. Un mito.
La famosa scena del ballo nel film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti
Lei che aveva subito uno stupro a soli 16 anni, che per molto tempo nascose il figlio avuto da quella violenza e che non rivelò mai l’identità dell’uomo di 10 anni più grande di lei che ne aveva abusato, ha sempre lottato per la sua libertà e i suoi diritti, attraversando anche momenti di depressione. In una bella intervista di qualche anno fa a Il Messaggero disse chiaramente che la parità di genere non era un concetto negoziabile, stupendosi di come, nonostante le battaglie compiute dalle donne della sua generazione, la violenza maschile fosse addirittura aumentata , semplicemente perché, dal suo punto di vista, certi uomini faticano ad accettare la libertà delle donne.
Lei che fu corteggiata da attori del calibro di Marcello Mastroianni, Marlon Brando, Alain Delon e Jean Paul Belmondo, fu legata per molti anni al produttore Franco Cristaldi, che la aiutò proprio a gestire la fase della gravidanza segreta e che poi, come lei stessa ha ricordato, la chiuse in una specie di gabbia dorata. L’amore della sua vita fu però il regista Pasquale Squitieri, col quale ha avuto l’altra figlia, che si chiama anche lei Claudia.
Ha interpretato film che sono pietre miliari nella storia del cinema, oltre a “Il Gattopardo” di Luchino Visconti, anche “8 ½” di Federico Fellini, in cui interpreta se stessa e per la prima volta senza che venga doppiata la sua voce. In quel 1962 si divise tra i due set, lavorando contemporaneamente con i due mostri sacri che non potevano essere più diversi: il rigore e l’improvvisazione, la realtà e il sogno. Costretta a cambiare tinta ai capelli passando dalla Sicilia a Roma, in una confronto estenuante tra i due registi al loro apice, che è raccontato splendidamente nel libro “La bella confusione” (che avrebbe dovuto essere il titolo di “8 ½”) di Francesco Piccolo.
Alain Delone e Claudia Cardinale in una scena de “Il Gattopardo”
Proprio in quel periodo Claudia Cardinale era quindi a Palermo, dove furono girate diverse scene del film di Visconti. E Piccolo racconta anche di una gita in barca partita da Villa Igiea e che per poco non finiva in tragedia. A bordo anche Claudia Cardinale e Cristaldi, destinazione Mondello. Ed è al momento del ritorno che l’imbarcazione era andata in avaria ed aveva iniziato a riempirsi d’acqua e tutti erano rimasti bloccati in mare, mentre, col passare delle ore a terra saliva la preoccupazione perché non tornavano. A salvare l’equipaggio sarà – come inevitabile doveva avvenire nel Golfo di Palermo – il motoscafo di un gruppo di contrabbandieri.
Ripercorrere la vita di quella che all’anagrafe era Claude Joséphine Rose Cardinale, nata a Tunisi il 15 aprile 1938, è un’impresa complessa e si dimenticherebbe sempre qualcosa. Parlano i tre David di Donatello, i tre Nastri d’argento, oltre al Leone d’oro alla carriera conferitole alla Mostra di Venezia nel 1993 e il David, sempre alla carriera, del 1997. Tra i suoi film più celebri, in cui con versatilità e maestria ha spaziato tra quasi tutti i generi cinematografici (drammi, commedie, cinema d’impegno ecc.) anche “Il bell’Antonio” di Mauro Bolognini, “La ragazza con la valigia” di Valerio Zurlini, “La ragazza di Bube” di Luigi Comencini, “La pelle” di Liliana Cavani, ma anche, sempre diretta da Visconti, “Rocco e i suoi fratelli”, “Il giorno della civetta” trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia di Damiano Damiani, “Bello, onesto, emigrato in Australia sposerebbe compaesana illibata” di Luigi Zampa in cui recitò accanto ad Alberto Sordi, da cui poi fu diretta in “Il comune senso del pudore”, “L’udienza” di Marco Ferreri, “C’era una volta il West” di Sergio Leone, lo storico “Le pistolere” in cui lavorò con la sua “antagonista”, B. B., cioè Brigitte Bardot. Ma non vanno dimenticati il suo ruolo da protagonista nella serie tv “La Storia”, tratta dall’omonimo romanzo di Elsa Morante, il suo ruolo da Paolina Bonaparte in “Austerlitz”, e quello di Claretta Petacci in “Claretta” di Pasquale Squitieri, con cui ha realizzato diverse altre pellicole.
Fu una della poche attrici italiane ad ottenere un successo anche internazionale, tanto che il MoMa di New York, assieme a Cinecittà, le dedicarono un libro e una mostra dal titolo perfetto: “Claudia Cardinale l’indomabile”. E questa libertà, incontenibile e rivoluzionaria, vivrà per sempre.