Emanuele Ragnedda, l’imprenditore del vino di Arzachena indagato per l’omicidio della 33enne Cinzia Pinna, ha confessato. La donna, originaria di Castelsardo, era scomparsa la sera dell’11 settembre a Palau. Ragnedda, davanti ai carabinieri e al procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso, avrebbe anche indicato dove si trova il cadavere della vittima: poco dopo il corpo della donna è stato ritrovato in un terreno vicino alla casa dell’imprenditore. Il 41enne era stato bloccato questa mattina dai carabinieri, in collaborazione con la Guardia costiera, mentre tentava di fuggire su un’imbarcazione di tre metri. Insieme a lui risulta indagato per occultamento di cadavere anche un uomo milanese di 26 anni. Intanto, questa mattina si sono svolti i primi accertamenti tecnici irripetibili da parte dei carabinieri del Ris di Cagliari nel casolare delle campagne di Palau di proprietà dell’imprenditore.

Chi è Emanuele Ragnedda

L’imprenditore indagato è figlio di Mario e nipote di Francesco Ragnedda, noti per la produzione di vino d’eccellenza – Mario è uno dei fondatori della cantina Capichera, ceduta di recente -, di cui il 41enne ha seguito le orme fondando l’azienda ConcaEntosa, nelle campagne tra Arzachena e Palau. L’imprenditore è poi diventato famoso per aver messo sul mercato “il bianco più caro d’Italia”, il Vermentino Disco Volante Igt 2021 con prezzi a bottiglia sino a 1.800 euro. Al momento, i carabinieri del Ris di Cagliari sono al lavoro per i primi accertamenti nel casolare di Ragnedda. Nello specifico, è stata setacciata l’abitazione all’interno della vasta tenuta: è qui, secondo l’accusa, che potrebbe essere avvenuto il delitto. 

La scomparsa di Cinzia Pinna

Scomparsa la sera dell’11 settembre a Palau, Pinna è stata vista l’ultima volta in un locale della zona in compagnia di Ragnedda e di un altro uomo, un giovane di 26 anni di Milano. Nel frattempo, il corpo della donna non è ancora stato trovato, ma secondo le prime ricostruzioni gli inquirenti ipotizzano che sia stata uccisa. La Procura di Tempio Pausania ha aperto un’inchiesta che, coordinata dalla pm di Tempio Pausania Noemi Mancini, si sta concentrando sull’analisi di quanto accaduto la sera tra l’11 e il 12 settembre quando la donna è stata vista per l’ultima volta. Alcuni telefoni cellulari sono stati sequestrati dagli uomini dell’Arma e verranno analizzati insieme con un’arma da fuoco. Sono stati i familiari della donna a lanciare l’allarme, sporgere denuncia di scomparsa e mettere in moto la macchina delle ricerche iniziate dalle prime ore del 12 settembre: coinvolti decine di squadre dei vigili del fuoco, volontari della protezione civili e carabinieri. La sorella ha da subito diffuso vari appelli sui profili social.

Il legale di Ragnedda: “Aspettiamo gli esiti”

“Aspettiamo con serenità gli esiti, facciamo fare tutti gli accertamenti che competono all’autorità giudiziaria e poi nel merito degli argomenti mi riservo di ritornarci, per il momento non rilasceremo altre dichiarazioni”, ha precisato il legale di Ragnedda, Luca Montella. L’avvocato è da questa mattina a Palau nella tenuta vitivinicola ConcaEntosa di proprietà del 41enne. “Oggi iniziano gli accertamenti irripetibili tecnici nella casa del soggetto indagato per omicidio, che per noi sono estremamente importanti. Chiariranno la vicenda che finora è indefinita”, hanno sottolineato i legali del giovane 26enne indagato per occultamento di cadavere, Antonello Desini, Nicoletta Mani e Maurizio Mani. “Il nostro assistito e l’indagato per omicidio non erano amici, ma avevano un rapporto di mera conoscenza, non lo ha frequentato nei giorni della scomparsa e per quello che ci è dato sapere non conosceva la ragazza, quindi non si capisce perché è stato tirato in ballo”, hano aggiunto.

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