Padroni di casa due volte in vantaggio e due volte raggiunti nei 90′ regolamentari: di Ordonez il tiro decisivo dal dischetto


Andrea Schianchi

Giornalista

24 settembre 2025 (modifica alle 19:31) – MILANO

Il Parma va avanti con il fiatone, supera lo Spezia ai calci di rigore dopo il 2-2 dei 90′ e si regala l’ottavo di finale al Dall’Ara contro il Bologna detentore del trofeo. Ma per quel giorno la squadra di Cuesta dovrà migliorare parecchio se vorrà davvero impensierire gli avversari. Quella che si è vista ieri al Tardini contro lo Spezia è una versione decisamente grigia: troppe amnesie difensive, incapacità di chiudere la partita, poca fantasia nella costruzione della manovra e un atteggiamento inspiegabilmente rinunciatario nel secondo tempo. Lo Spezia, che non sta attraversando il suo miglior momento, ha avuto la forza e il coraggio di restare aggrappato alla partita, di raggiungere il pareggio sfruttando anche la superiorità numerica dopo l’espulsione di Plicco e si è dovuto inchinare soltanto ai tiri dal dischetto. Un’eliminazione onorevole. 

TESTINA D’ORO—  

 Nei primi venti minuti è lo Spezia a palleggiare nella metà campo del Parma, pur non riuscendo quasi mai a trovare il varco per avvicinarsi alla porta di Suzuki. Gli emiliani pressano e recuperano, però manca l’illuminazione per innescare Pellegrino. E allora il gol che sblocca la partita giunge sugli sviluppi di un’azione da calcio d’angolo: il pallone sbuca al limite dell’area dove l’esordiente Britschgi, con un piattone preciso, lo indirizza nell’angolino. La squadra di Cuesta insiste e sfiora in raddoppio con un colpo di testa di Benedyczak (al 31′) e con un siluro di Estevez dalla distanza (al 42′). Poi, quando pare in totale controllo della partita, si concede una pausa e lo Spezia lo punisce: clamorosa dormita difensiva che favorisce l’inserimento di Aurelio per la rete del pareggio. Il tempo di rimettere il pallone al centro del campo e il Parma, per nulla scosso dal gol subito, si rituffa in attacco: è Pellegrino, di testa, nonostante il caschetto che lo protegge dopo la botta subita domenica scorsa a Cremona, a timbrare il 2-1 con il quale si va all’intervallo. 

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IDEE CONFUSE—  

Il té rimane sullo stomaco ai giocatori del Parma che tornano in campo con la testa confusa e le gambe molli. Atteggiamento inspiegabile, anche perché il risultato è in bilico. E così, dopo un tentativo del solito Pellegrino al minuto 7 (bravo Sarr a respingere), gli emiliani si rintanano nella loro metà campo e lasciano il pallino del gioco allo Spezia. Pessima idea. I ragazzi di D’Angelo, che non stanno brillando in campionato ma hanno ottime qualità tecniche, prendono campo e, pur non creando grandi occasioni, tengono sul chi vive gli avversari. Al minuto 32′, il giovane Plicco va in pressing su Candela a centrocampo, in una zona assolutamente innocua, e commette un brutto fallo. Rosso diretto, confermato anche dal Var. Cuesta inserisce Bernabè per Pellegrino e ordina un conservativo 5-3-1, mentre D’Angelo butta dentro Soleri per Onofri e passa a un arrembante 4-3-3. E’ un guizzo di Lapadula al 37′ a fissare il risultato sul 2-2: ma che dormita i difensori del Parma (Troilo e Circati su tutti)! Si va così ai rigori e il Parma passa grazie a una parata di Suzuki (su Soleri), a un tiraccio alle stelle di Lapadula e al sigillo finale dell’argentino Ordonez.