Primo open day regionale dedicato al Punto unico di accesso che si trova nelle Casa di Comunità (di quartieri e frazioni) in questo caso i festeggiamenti sono avvenuti – organizzati dalla direzione generale della Usl Umbria 1, insieme alla Regione Umbria e al Comune di Perugia – nella struttura di Ponte San Giovanni. All’apertura dell’iniziativa, rivolta alla cittadinanza e alle associazioni, erano presenti Emanuele Ciotti, direttore generale dell’Usl Umbria 1, Valentina Battiston, responsabile del Servizio Programmazione e Sviluppo Sistema Sociale Integrato della Regione Umbria, Barbara Blasi, direttrice Distretto del Perugino dell’Usl Umbria 1, e Costanza Spera, assessora alle Politiche Sociali del Comune di Perugia.

Il direttore Emanuele Ciotti, aprendo la mattinata e portando i saluti della presidente Proietti e della direttrice Donetti, ha parlato del ruolo centrale del PUA e della necessità di farlo conoscere alla cittadinanza in quanto rappresenta “uno dei punti cardini di accessibilità per il cittadino; sarà presente in ogni Casa della Comunità dell’Umbria ed è identificabile da una cartellonistica unica.

Il modello organizzativo regionale del PUA ha l’obiettivo di fare la per la presa in carico della persona con i suoi bisogni complessi e fungere da ponte per l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari e sociali dell’Umbria. Punta ad eliminare l’attuale frammentazione nell’assistenza sanitaria, sociale o sociosanitaria, creando un unico sportello dove ogni cittadino, indipendentemente dal tipo di bisogno espresso, può trovare accoglienza, orientamento e una risposta concreta.

Dallo scorso febbraio ad oggi il PUA della Casa della Comunità di Perugia – Ponte San Giovanni ha registrato circa 200 accessi di cui il 10% telefonici, 10% a carattere sociale, 25% sanitario e il 55% sociosanitario. Nei Pua lavorano in stretta collaborazione assistenti sociali, infermieri e personale amministrativo: ognuno dei quali mette in gioco le proprie competenze condividendo spazi e conoscenze. “Questa collaborazione consente di offrire al cittadino una risposta congiunta, coerente e tempestiva. Grazie a questo approccio integrato, si riesce a garantire un servizio più completo e a ridurre sensibilmente i tempi di progettazione e quindi di intervento”: ha ribadito la direttrice Barbara Blasi

“Questo open day – ha dichiarato l’assessora Costanza Spera – è importante, rappresenta l’osservatorio diretto sui servizi e sulla loro evoluzione. Voglio ringraziare le assistenti sociali che ci operano, tra cui le due che abbiamo inserito come Zona sociale 2, chi lavora negli uffici di cittadinanza e le associazioni, oggi presenti, a valore della collaborazione che si è instaurata tra tutte le istituzioni locali. Il PUA rappresenta la svolta per dare vita ad un percorso di integrazione sociosanitaria vero, è un passaggio essenziale per arrivare a questo obiettivo. Siamo partiti con questo servizio solo dallo scorso febbraio ma ad oggi abbiamo avuto già un importante riscontro da chi ci lavora. Il PUA rappresenta veramente una struttura importante ed è il tipo di valore aggiunto in una struttura come questa Casa della Comunità”.
 

Ha concluso la carrellata degli interventi la dirigente regionale Valentina Battiston che ha affermato: “L’open day di oggi attesta la realizzazione concreta della programmazione regionale ed in particolare di una parte importante e fondamentale del Piano sociosanitario integrato della Regione Umbria: il Punto unico di accesso. In questi mesi abbiamo lavorato in sinergia con le Usl territoriali, Distretti e Zone sociali per realizzare un modello organizzativo dei PUA che consenta, attraverso tecniche di funzionamento definite, l’omogeneità nella presa in carico sociosanitaria e sociale integrata in tutto il territorio regionale. Sono state declinate le diverse fasi di presa in carico della persona, standard organizzativi, strumenti di valutazione multidisciplinari e multiprofessionali che consentono di elaborare per ogni persona percorsi di presa in carico integrata (piani assistenziali, piani educativi, piani riabilitativi, progetti di vita, budget di salute e di progetto)”.