di
Guido De Franceschi
Il 79enne Errol è rincorso da anni da denunce per comportamenti inappropriati con i suoi figli. Il «New York Times» ha ricostruito una vicenda molto complicata
Errol Musk, il padre 79enne di Elon, è uno di quegli uomini che gli anglosassoni definiscono larger-than-life. In questo caso, non per forza nell’accezione positiva dell’espressione. Imprenditore spregiudicato nel campo minerario, con vari matrimoni e vari divorzi alle spalle (in un caso con la stessa donna), almeno nove tra figli e figliastri, convinzioni orgogliosamente razziste, nostalgia di quando il «suo» Sudafrica era organizzato secondo i criteri dell’apartheid e una lunga amicizia, di cui tuttora mena vanto, con P. W. Botha (il presidente che finché rimase in carica – il suo mandato si concluse nel 1989 – fece di tutto per mantenere in vigore la segregazione razziale e in prigione Nelson Mandela), Errol Musk è stato anche accusato a più riprese, nel corso degli anni, di molestie sessuali ai danni dei suoi figli, senza mai subire, però, alcuna condanna al riguardo.
È stato il New York Times a ricostruire in un lungo articolo tutta la vicenda da cui emerge una sola certezza: i Musk incarnano l’idea platonica di famiglia disfunzionale. Le accuse rivolte a Errol che avrebbe avuto dei comportamenti inappropriati ai danni di figli e figliastri – talvolta si tratta di semplici voci o di “confessioni” affidate a interviste e memoir, ma in altri casi di vere e proprie denunce che non sono però mai sfociate in alcuna condanna – riguardano almeno cinque persone diverse. Ma al centro di queste vicende, nella ramificata inchiesta del New York Times, spiccano soprattutto due figure: Heide-Mari Bezuidenhout, che nei primi anni Novanta diventò la terza moglie di Errol Musk (che aveva 19 anni più di lei), e Jana, una bambina nata dal precedente matrimonio di Heide. Quando aveva quattro anni, Jana disse alla zia che il patrigno l’aveva toccata in modo inopportuno. La polizia aprì un’indagine. Heide, che aveva nel frattempo avuto una figlia anche da Errol Musk, divorziò da lui (e ogni accusa contro l’uomo cadde nel contesto degli accordi per la «liquidazione» del matrimonio).
Nel 1999, però, Errol e Heidi si risposarono ed ebbero un’altra figlia. Qualche anno dopo divorziarono nuovamente. Nel frattempo, Jana, figlia di Heide e figliastra di Errol – la stessa che aveva accusato quest’ultimo di averla molestata quando aveva quattro anni – aveva accusato una seconda volta l’uomo di comportamenti inappropriati nei suoi confronti ed era poi scivolata nell’abuso di stupefacenti finendo anche in prigione. In seguito, dal momento che sua madre Heide si era riavvicinata una terza volta a Errol, anche Jana era tornata a frequentarlo saltuariamente. Ed ecco un altro presunto fattaccio: la ragazza, allora ormai ventunenne, denunciò Errol per averla baciata contro la sua volontà.
Negli anni successivi, la tossicodipendenza di Jana peggiorò ulteriormente e la ragazza si trovò addirittura senza casa. Dopo aver ottenuto degli aiuti economici dal fratellastro Elon, quando aveva 29 anni Jana si rivolse anche al patrigno Errol. A quel punto tra i due nacque una storia e almeno un bambino (l’uomo ha dato a intendere, in un’intervista, che i figli fossero due, ma la notizia non ha mai trovato conferma). Il primo dei loro figli, quello di cui è certa l’esistenza, nel 2022 avrebbe poi accusato il padre (sì, sempre lui, Errol Musk) di avergli palpeggiato il sedere. La polizia aprì un’inchiesta, poi archiviata perché basata su elementi troppo fragili.
In tutti i passaggi di questa vicenda, in cui è facile smarrirsi, c’è una costante: il coinvolgimento indiretto di Elon che nel frattempo stava diventando ricchissimo grazie alle sue intuizioni imprenditoriali e a cui molti parenti – le presunte vittime di abusi, ma anche suo padre Errol – si rivolgono puntualmente in cerca di ascolto e soprattutto di supporto economico.
Errol ha sempre negato ogni addebito. E non è mai stata pronunciata nessuna sentenza di condanna contro di lui. Se non quella, senza rilevanza penale, affidata da Elon nel 2017 alla rivista Rolling Stone in occasione di un’intervista in cui affermò che nella sua vita il padre Errol aveva fatto «quasi tutte le cose malvagie che vi possano venire in mente». Da parte sua, anche Errol non ha mai lesinato affermazioni sprezzanti sul suo figlio più famoso e più controverso, come quelle affidate, ancora poche settimane fa, al quotidiano spagnolo El Mundo («Elon non capisce la politica», «È un tipo strano», «È un po’ come un bambino»).
Peraltro, in questa storia piena di ombre ma senza alcuna certezza non è neanche dato di sapere se i due – Elon e Errol – abbiano più alcun rapporto. Sembra di no, se si prendono per buone alcune frasi pronunciate dal primo nel corso degli ultimi anni. Ma sembra invece di sì, se si ascolta il secondo. Che, senz’altro, sembra un uomo da cui nessuno riesce ad allontanarsi davvero per sempre.
24 settembre 2025 ( modifica il 24 settembre 2025 | 20:05)
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