MISANO ADRIATICO – Bioracer è una delle aziende storiche del panorama ciclistisco, una delle primissime a far collimare la tecnologia del tessuto, la ricerca aerodinamica applicata ai capi tecnici, ad investire importanti risorse nell’evoluzione dei capi stessi. L’azienda belga ora sbarca ufficialmente in Italia, vogliamo capire perché solo ora.
Abbiamo intervistato Marco Pancari, operation manager dell’azienda che nasce nel 1986 in Belgio a Tessenderlo, nel cuore dell’attuale Bike Valley (dove ha sede anche Ridley e la sua galleria del vento). Bioracer ha sempre confermato la sua forza in diverse zone dell’Europa, ma la presenza in Italia si è palesata a spot. Eppure il know-how che mette sul piatto è di quelli importanti. Collaborazioni con team nazionali ed atleti (Ganna ad esempio, coinvolto nello sviluppo del body che lo ha portato al record dell’Ora, all’epoca Bioracer era partner del Team Ineos-Grenadiers) che hanno fatto incetta di risultati in ogni angolo del globo. Ampia offerta di capi tecnici custom mutuati direttamente dalle linee sviluppate per i professionisti. Entriamo nel dettaglio dell’intervista.


Finalmente Bioracer sbarca ufficialmente anche in Italia. Perché solo ora?
Bioracer ha sempre avuto una forte presenza in Europa, ma abbiamo voluto aspettare il momento giusto per entrare nel mercato italiano con una struttura solida e una strategia chiara. L’Italia è un paese chiave per il ciclismo e ora siamo pronti a offrire un’esperienza diretta, personalizzata e all’altezza delle aspettative dei ciclisti, ma anche dei dealer italiani.


La filiale italiana avrà una sua autonomia, oppure dipenderà dal Belgio?
La filiale italiana opererà con un alto grado di autonomia, pur mantenendo un forte legame strategico con la sede centrale in Belgio. Questo ci permette di adattarci alle specificità del mercato italiano, mantenendo al contempo la coerenza, la qualità e l’innovazione che contraddistinguono il brand Bioracer.
Vi siete posti degli obiettivi e avete tracciato un percorso di crescita?
Assolutamente sì. Il nostro obiettivo è diventare il punto di riferimento per l’abbigliamento tecnico da ciclismo in Italia, sia per i team che per gli appassionati. Abbiamo un piano di crescita che include lo sviluppo della rete commerciale, l’apertura di showroom locali su tutto il territorio italiano e il rafforzamento delle collaborazioni con atleti e squadre locali.


Cosa rappresenta Bioracer per la categoria dei capi tecnici dedicati al ciclismo? Customizzato incluso?
Bioracer è sinonimo di performance, innovazione e personalizzazione da oltre 40 anni. I nostri capi tecnici sono progettati per ottimizzare l’aerodinamica, il comfort e la resa dell’atleta. Il servizio custom è uno dei nostri punti di forza. Offriamo soluzioni su misura che uniscono tecnologia e identità visiva, ideali per team e brand che vogliono distinguersi.


Tecnologia e capi d’abbigliamento, aerodinamica. Bioracer può essere e restare un riferimento?
Sì e lo dimostriamo ogni giorno investendo in ricerca e sviluppo. Collaboriamo con ingegneri, biomeccanici e atleti per creare capi che migliorano le prestazioni. Il nostro PROTOLab in Belgio è tra i più avanzati in Europa. Continueremo a innovare per mantenere la leadership nel settore. Possiamo contare sull’accesso diretto all’Areo Performance Lab, l’innovativa galleria del vento presente nella Bike Valley.


L’azienda è da sempre legata ad alcuni team nazionali, è sbarcata nel WorldTour al fianco di Ineos, qual è la situazione attuale e quale sarà la strategia futura?
Le collaborazioni con i team evolvono in base a strategie e obiettivi condivisi. Attualmente Bioracer è fornitore del team francese Total Energies Pro Cycling. La partnership con Ineos Grenadiers è stata un capitolo importante che ha rafforzato la nostra visibilità a livello globale. Insieme a Belgian Cycling, abbiamo portato queste esperienze in nuove collaborazioni con altri team professionistici e nazionali quali il German Cycling, che si allineano perfettamente con la nostra visione futura.