Ozzy Osbourne si è spento all’età di 76 anni. Voce inconfondibile dei Black Sabbath e figura leggendaria dell’heavy metal, era conosciuto in tutto il mondo come il “Principe delle Tenebre”. Negli ultimi anni aveva affrontato gravi problemi di salute, che lo avevano costretto ad abbandonare le scene. La notizia della sua morte è stata diffusa oggi, 22 luglio, dalla famiglia con un comunicato ufficiale.

“È con più tristezza di quanto le parole possano esprimere che dobbiamo comunicare che il nostro amato Ozzy Osbourne è morto questa mattina. Era con la sua famiglia e circondato dall’amore. Chiediamo a tutti di rispettare la privacy della nostra famiglia in questo momento”, si legge nella nota firmata da Sharon, Jack, Kelly, Aimee e Louis.

Dalle fabbriche di Birmingham al trono del metal

Ozzy Osbourne, all’anagrafe John Michael Osbourne, nasce il 3 dicembre 1948 a Birmingham, in un quartiere operaio dell’Inghilterra postbellica. Quarto di sei figli, cresce tra ristrettezze economiche e difficoltà scolastiche: è dislessico, balbuziente e spesso emarginato. Dopo aver lasciato la scuola a 15 anni, svolge diversi lavori manuali — muratore, idraulico, operaio in fabbrica, persino macellaio — ma nessuno sembra fatto per lui. La svolta arriva con la musica.

Nel 1968 fonda con Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward i Polka Tulk Blues Band, che presto diventano Earth e infine Black Sabbath, ispirandosi al film horror italiano I tre volti della paura di Mario Bava. Il 13 febbraio 1970 esce l’album d’esordio Black Sabbath, considerato l’atto di nascita dell’heavy metal. Seguono capolavori come Paranoid, Master of Reality e Vol. 4, con riff oscuri e testi che parlano di guerra, alienazione e stregoneria. Ozzy diventa la voce di una generazione inquieta.

Ma il successo va di pari passo con l’eccesso. Alcol, LSD, cocaina: la sua vita è un vortice di autodistruzione. Celebre l’episodio in cui morde la testa di un pipistrello sul palco, convinto fosse un giocattolo. Nel 1979 viene cacciato dai Sabbath per abuso di sostanze. Si chiude in una stanza d’albergo a Los Angeles per mesi, consumato dalla depressione. Ma è proprio lì che Sharon Arden, figlia del manager della band, lo aiuta a rimettersi in piedi. Diventerà sua moglie e la sua manager.

Con il giovane chitarrista Randy Rhoads, Ozzy pubblica Blizzard of Ozz (1980) e Diary of a Madman (1981), due dischi che rilanciano la sua carriera solista. Dopo la tragica morte di Rhoads in un incidente aereo, Ozzy continua con album come Bark at the Moon, No More Tears e Ozzmosis, affiancato da Zakk Wylde. Nel 1996 fonda l’Ozzfest, festival itinerante che lancia nuove generazioni di band metal.

Nel 2002 conquista anche la TV con The Osbournes, primo reality rock della storia, che trasforma la sua famiglia in un fenomeno pop. Nel 2013 torna con i Black Sabbath per l’album 13, seguito da un tour mondiale. E il 5 luglio 2025, a Birmingham, chiude il cerchio con Back to the Beginning: un concerto d’addio epico, con la formazione originale e ospiti come Metallica, Tool e Gojira. Ozzy canta seduto su un trono, la voce ancora potente, mentre il pubblico lo saluta con una standing ovation.

Un’eredità che va oltre la musica

Ozzy Osbourne non è stato solo una voce, ma un simbolo. Ha incarnato l’anima più estrema e autentica del rock, trasformando la sua esistenza tormentata in arte. La sua figura ha attraversato cinque decenni di cultura pop, influenzando generazioni di musicisti, fan e outsider. Con la sua estetica gotica, la voce graffiante e una presenza scenica fuori dal comune, ha ridefinito il concetto stesso di frontman.

La sua capacità di sopravvivere agli eccessi, di reinventarsi dopo ogni caduta, lo ha reso un’icona anche al di fuori del mondo metal. Dai palchi oscuri degli anni ’70 ai reality show degli anni 2000, Ozzy ha saputo restare rilevante, diventando un punto di riferimento per chiunque abbia sentito il bisogno di urlare contro il conformismo. La sua storia è quella di un uomo che ha fatto della fragilità una forza, del caos un linguaggio, della musica una redenzione.

“Finché ci saranno ragazzi che avranno bisogno di sfogare la loro rabbia, l’heavy metal sopravviverà”, diceva. E con lui, sopravvivrà anche il suo spirito.