MILANO (Reuters) -L’ambiziosa acquisizione di Mediobanca da parte di Banca Mps è finora l’operazione più rilevante dell’attuale ondata di fusioni che sta ridisegnando il panorama bancario italiano, posizionando il nuovo gruppo per una seconda fase di consolidamento, secondo quanto dichiarato dall’AD dell’istituto senese Luigi Lovaglio.

In gioco c’è l’obiettivo del governo di unire Mps con Banco Bpm nel quadro di un piano, da tempo immaginato, di creazione di un terzo polo bancario italiano in grado di competere con i big Intesa Sanpaolo e UniCredit.

L’AD di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, si è recato a Roma negli ultimi giorni per discutere delle due opzioni M&A disponibili per la banca: un’integrazione con Siena o l’acquisizione del braccio italiano di Crédit Agricole.

L’istituto francese, già primo azionista di Bpm, potrebbe rafforzare la propria posizione sul mercato italiano integrando la propria rete locale. Secondo fonti a conoscenza delle trattative, Agricole appare avvantaggiata, visto che Mps è concentrata sull’integrazione con Mediobanca.

Contrariamente alle speculazioni, un’eventuale fusione, più in avanti, tra Mps e una Bpm “francese” viene ritenuta poco realistica, in quanto servirebbe solo ad ampliare la rete distributiva dei prodotti finanziari di Crédit Agricole, una componente chiave dei ricavi bancari, ha aggiunto la fonte.

Crédit Agricole è già partner di Bpm nel credito al consumo e nell’assicurazione, e la sua strategia in Italia – il suo principale mercato estero – è sempre stata orientata a proteggere la capacità distributiva dei propri prodotti.

Con UniCredit ancora percepita come una minaccia dopo il tentativo naufragato di conquista di Piazza Meda, Castagna deve trovare una soluzione che metta al sicuro la banca da nuove incursioni.

Se il banchiere raggiungesse un’intesa con Crédit Agricole gradita agli azionisti di Bpm, il governo avrebbe difficoltà a opporsi, sottolinea un’altra fonte a conoscenza diretta della situazione.

Tuttavia oggi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che il governo italiano porrà condizioni a un’eventuale alleanza tra Banco Bpm e la divisione italiana di Agricole.

Nella vicenda di UniCredit, era stata la presenza in Russia a fornire al governo argomenti per imporre condizioni stringenti all’offerta, poi ritirata, su Bpm invocando motivi di sicurezza nazionale nell’ambito dei poteri del ‘golden power”.

ALLA RICERCA DEL NUOVO AD DI MEDIOBANCA

Dopo le dimissioni di Alberto Nagel, in carica dal 2008, Lovaglio dovrà ora nominare un nuovo AD di Mediobanca. Tra timori di un futuro incerto per l’integrazione tra due business diversi, la scelta sarà cruciale per rassicurare il personale della banca milanese ed evitare una fuga di banker e consulenti.