La presidente della Commissione Ue: «La mia opinione è che dobbiamo difendere ogni centimetro quadrato del territorio». Dmitry Peskov intanto respinge le accuse sulle incursioni.

«L’abbattimento di caccia russi che sconfinano nello spazio aereo di un Paese della Nato è un’opzione sul tavolo». Lo ha dichiarato in un’intervista alla Cnn la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a New York per l’Assemblea generale dell’Onu. «La mia opinione – ha aggiunto – è che dobbiamo difendere ogni centimetro quadrato del territorio. Questo significa che se si verifica un’intrusione nello spazio aereo, dopo aver lanciato un avvertimento e aver chiarito la situazione, ovviamente l’opzione di abbattere un jet da combattimento che sta violando il nostro spazio aereo è sul tavolo».

Droni in Danimarca: chiuso l’aeroporto di Aalborg

L’aeroporto danese di Aalborg è chiuso a causa del rilevamento di droni nel suo spazio aereo. Lo ha riferito la polizia, citata da Sky News. A seguito dell’incidente, i voli in arrivo e in partenza dallo scalo sono stati bloccati, riferisce Sky News. In un post su X, la polizia del Nordjyllands ha dichiarato che «sono stati osservati dei droni nei pressi dell’aeroporto di Aalborg e lo spazio aereo è chiuso. La polizia è presente e sta indagando». Aalborg si trova nel nord, nella regione dello Jutland, ed è la quarta città della Danimarca per popolazione. Il suo aeroporto è il secondo del Paese ad essere stato costretto a chiudere in pochi giorni a causa degli Uav. Prima è toccato a Copenaghen, che ha interrotto temporaneamente le operazioni in seguito alle segnalazioni di droni in volo nel suo spazio aereo. Al tempo la premier danese Mette Frederiksen sostenne di «non poter escludere in alcun modo» il coinvolgimento della Russia.

Lavrov parla con Rubio: «Sforzi per la pace sulla linea Usa»

Durante i colloqui con il Segretario di Stato americano Marco Rubio, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha sottolineato la sua disponibilità a coordinare gli sforzi con Washington sulla questione ucraina. «Lavrov ha sottolineato la disponibilità del nostro Paese ad aderire alla linea sviluppata dai leader russi e statunitensi in Alaska, incluso il coordinamento degli sforzi con la parte americana per affrontare le cause profonde del conflitto ucraino», ha riferito il ministero degli Esteri russo citato dalla Tass. 

«Le invasioni dello spazio aereo? Isteria»

«Isteria». Con una sola parola il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, respinge le accuse dei paesi europei alla Russia di violazione dello spazio aereo dei Paesi della Nato. «Sentiamo un’isteria esagerata sui nostri piloti militari che violerebbero alcune regole e invaderebbero lo spazio aereo di qualcuno – ha detto Peskov – Queste accuse sono infondate». «La nostra aviazione militare – ha ribadito – rispetta tutte le regole di volo nella maniera più stretta».

Le parole di Zelensky all’Onu

L’invasione russa dell’Ucraina è stata la scintilla che ha innescato una nuova corsa agli armamenti. Queste le parole del presidente ucraino Volodymr Zelensky nel suo intervento all’assemblea generale dell’Onu, avvisando che «le armi si stanno evolvendo più velocemente della nostra capacità di difenderci». «Solo la Russia merita di essere incolpata per questo», ha dichiarato. «Stiamo vivendo la corsa agli armamenti più distruttiva della storia dell’umanità. Tra qualche anno potrebbe essere troppo tardi. Più economico cercare di costringere la Russia a porre fine alla sua invasione piuttosto che sviluppare difese contro i droni marittimi nei porti di tutto il mondo», ha detto Zelensky. Le crisi globali in corso, a partire dalla guerra in Ucraina, mostrano quanto «il diritto internazionale è al collasso e le istituzioni internazionali sono deboli». Zelensky ha fatto appello per un «ripristino della sicurezza e della cooperazione internazionale» pur ammettendo che potrebbe «già essere troppo tardi».

Il prestito di riparazione dell’Ue per l’Ucraina potrà esser al massimo di 130 miliardi di euro

Il cosiddetto prestito di riparazione per l’Ucraina allo studio dell’Ue con l’uso degli attivi della banca centrale russa immobilizzati potrà valere fino a un massimo di 130 miliardi di euro. Lo apprende l’ANSA da diverse fonti vicine all’operazione. Il “reparation loan” si basa su asset russi non già investiti in titoli, per circa 175 miliardi di euro. A questi andranno tolti i fondi dei prestiti Era. L’importo finale sarà comunque definito sulla base della valutazione del Fondo Monetario Internazionale sul fabbisogno finanziario dell’Ucraina nel 2026 e 2027. L’ipotesi più probabile è che si investa in asset russi con eurobond zero coupon e a prestare garanzie dovrebbero esser gli Stati membri stessi. Serve comunque una maggioranza qualificata tra i 27 dell’Ue o all’unanimità, opzioni ancora al vaglio. I fondi russi resteranno congelati in Europa (formalmente presso la belga Euroclear, concretamente la liquidità in questione è custodita presso Bce) fino a quando resteranno in vigore le relative sanzioni.