Corigliano-Rossano si è ritagliata, con merito, un posto d’onore nel panorama sportivo nazionale, distinguendosi non solo per la capacità di ospitare eventi di alto profilo, ma anche per aver dato i natali a talenti eccezionali.

Il recente successo dei Campionati Europei Under 18 di Beach Volley e la conferma della “Co.Ro. Half Marathon” ne sono la prova tangibile, un’ulteriore dimostrazione di come lo sport possa essere un volano di promozione e visibilità per il territorio.

Il racconto di questi successi, però, non può e non deve rimanere una mera celebrazione. Dietro i riflettori e gli elogi, si nascondono questioni che meritano un’analisi critica per comprendere appieno il quadro.

Il plauso per l’organizzazione dei Campionati Europei di Beach Volley è indubbiamente meritato. Tuttavia, la narrazione si concentra sull’impegno profuso dall’ente locale e dalle associazioni, quasi a volerne fare un vanto esclusivo. Ma quali sono state le reali ricadute sull’economia locale? Il turismo ha tratto un beneficio concreto e duraturo? Queste domande restano aperte. L’organizzazione di eventi sportivi, per quanto prestigiosa, deve essere inserita in una strategia più ampia, volta a creare un impatto economico positivo e tangibile, che vada oltre il semplice orgoglio cittadino.

Ancora più significativa è la questione del talento. La città si rallegra per le prodezze di Jesse Nosakhare John e per la nomina di Rino Gattuso a C.T. della Nazionale, e soffre con il campione Daniele Lavia. Ma cosa c’è dietro la loro storia? Il successo di questi atleti è il frutto di un sistema sportivo solido e strutturato a livello locale, o è il risultato della loro eccezionale determinazione e del sacrificio delle loro famiglie e dei loro allenatori? La verità, probabilmente, si colloca nel mezzo, ma con una tendenza più marcata verso la seconda ipotesi.

Se da un lato la città celebra i suoi campioni, dall’altro non si può ignorare lo stato di salute generale dello sport di base. Sono sufficienti i palazzetti, i campi e le strutture a disposizione delle squadre locali? La manutenzione è adeguata? Il sostegno economico e logistico alle associazioni sportive è all’altezza del loro impegno? Purtroppo, la risposta a queste domande è spesso insoddisfacente. In molti casi, la passione e l’abnegazione dei dirigenti e degli atleti sopperiscono alle carenze strutturali e al poco supporto.

In conclusione, Corigliano-Rossano ha le carte in regola per diventare una vera e propria capitale dello sport, ma la strada è ancora lunga. È necessario passare da una logica di “evento” a una di “sistema”, investendo sulle infrastrutture, supportando in maniera concreta le associazioni e creando una rete virtuosa che favorisca la crescita dei giovani talenti fin dalla base. Solo così il successo di pochi potrà diventare il successo di un’intera comunità, e l’orgoglio per i nostri campioni si trasformerà in una vera e propria eredità per le generazioni future.

Correlati