di
Paola Di Caro

Il ministro ha deciso di inviare una fregata per assistere la Flotilla

Che il clima sia incandescente lo si capisce dai toni usati da Giorgia Meloni sul caso Flotilla, dall’agitazione nei palazzi della politica dove c’è la convinzione che la missione sia stata organizzata per attaccare il governo è forte, ma c’è anche la certezza che, in caso di incidenti che coinvolgano cittadini italiani, gli attacchi all’esecutivo sarebbero feroci.
 
Insomma, il governo in poche ore deve muoversi in tante direzioni, e la prima è stata quella che tra le due e le tre del mattino di mercoledì ha imboccato il ministro della Difesa. Appena saputo degli attacchi alle barche della Flotilla, Guido Crosetto si è consultato con Giorgia Meloni, a New York per l’assemblea Onu, e ha deciso che bisognava intervenire per proteggere chi era in navigazione, tra i quali cittadini e parlamentari italiani. Se da droni israeliani, come ritengono i più, o di chiunque altro. «È lo stesso tipo di meccanismo che utilizziamo quando avviene qualcosa contro i pescherecci italiani al largo della Libia – ha spiegato il ministro al Tg1 – Non parliamo di un mare nazionale ma di acque internazionali e un attacco, un pericolo verso cittadini italiani in acque internazionali non può che veder intervenire la Marina Militare italiana». Controlli e indagini sono ancora in corso, e oggi Crosetto riferirà sul caso in Parlamento.

La notizia arriva con una nota della Difesa: sull’attacco «condotto mediante l’impiego di droni da parte di autori al momento non identificati, non si può che esprimere la più dura condanna», è l’incipit. «In democrazia – continua Crosetto – anche le manifestazioni e le forme di protesta devono essere tutelate quando si svolgono nel rispetto delle norme del diritto internazionale e senza ricorso alla violenza». 



















































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Per questo «per garantire assistenza ai cittadini italiani presenti sulla Flotilla, questa notte alle 3.50, pur essendo in Estonia, dopo un confronto con il Capo di Stato Maggiore della Difesa, dopo aver condotto una valutazione (veloce e sommaria) dell’accaduto, ho sentito il Presidente del Consiglio e ho autorizzato l’intervento immediato della fregata multiruolo Fasan della Marina Militare, che era in navigazione a Nord di Creta, nell’ambito dell’operazione Mare Sicuro, che sta già dirigendo verso l’area per eventuale attività di soccorso».
 
Una decisione troppo forte, come sembra che qualcuno abbia pensato nel governo? Crosetto si indigna sia quando glielo si chiede – «Non esiste polemica, tutti sapevano» – sia lo spiega per iscritto: «Di questa decisione sono stati informati l’Addetto militare israeliano in Italia, il nostro Ambasciatore e l’Addetto militare a Tel Aviv e l’Unità di Crisi della Farnesina».

Meloni ha spiegato poi che «il ministro Crosetto ha autorizzato l’invio di una fregata ad avvicinarsi in caso di soccorso necessario e assistenza a persone che dovessero essere in pericolo, anche se non è previsto l’uso della forza militare». Ma di fatto la richiesta netta è di fermarsi, di non arrivare ad uno scontro diretto con Israele, di non entrare in un teatro di guerra.
Per questo si è messa in moto la diplomazia. 

In continuo contatto con Meloni a New York dove si trovano per l’assemblea Onu, il ministro degli Esteri lavora ad una possibile mediazione con Israele e con il governo di Cipro, con pressioni – raccontano – del presidente della Cei Cardinal Matteo Zuppi, con il quale pure i contatti di Tajani sono stati intensissimi. Il piano, ha spiegato lui stesso, prevede la consegna degli aiuti a Cipro, dove verrebbero affidati al Patriarcato latino di Gerusalemme del cardinal Pizzaballa; a quel punto verrebbero trasferiti in Israele, con la garanzia del governo israeliano di farli arrivare a Gaza». Senza ulteriori attacchi e pericoli.
 
A questo punto bisognerà capire se i responsabili della missione Flotilla si fermeranno o no. Dal governo ritengono che quasi tutti gli italiani sarebbero favorevoli alla mediazione, perché la minaccia israeliana è troppo forte, ma il caso non è ancora chiuso.


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25 settembre 2025 ( modifica il 25 settembre 2025 | 09:21)