Hic Sunt Leones (S2, E2) – “Beh, nessuno è perfetto“, direbbe Osgood sul set di A qualcuno piace caldo e direbbe anche la Fortitudo, riguardandosi in differita in quel del Palamaggetti. Certo, nel primo caso si tratta di qualcuno che scopre che la donna che ama in realtà è un uomo, nel secondo di una squadra con intenzioni da serie A che ha perso sul campo di una neopromossa: le discussioni in merito le lasciamo al vostro attento giudizio. In ogni caso, archiviata la prima, in trasferta, si torna finalmente al Paladozza, al caldo.
Caldissimo, anzi, visto che le oltre 4600 tessere stagionali vendute nel corso della campagna abbonamenti catapultano la Effe sul podio a livello nazionale nella voce “calore del pubblico”, che non si è certo raffreddato dopo la prima (deludente) uscita stagionale. Tra Cinciarini vestito da Ray Allen e un Robinson che probabilmente si è pure fermato a lavare le divise dei compagni in lavanderia, la Fortitudo è tornata dall’Abruzzo con più di un arrosticino che gli girava intorno alla testa.
Roseto-Fortitudo, prima gara dimenticabile
In quel di Roseto è scricchiolato più o meno tutto: dalla difesa, morbida, sofficissima, soprattutto nel primo tempo, a Sorokas, sfortunato protagonista della più classica delle lune storte. Si ficca poi dentro tutto il resto, a un Fantinelli con poche idee, un Della Rosa frettoloso, un Moore bravo, sì, ma che non magheggia, e un Sarto ancora alla ricerca della vera ispirazione fortitudina. Alla fine dei conti a cucinare le castagne per tutti e a levarle dal fuoco per tempo sono i soliti (non) sospetti: Mazzola, bene, anche se forse non dovrebbe essere lui l’unico ad avere certe percentuali da 3, e Imbrò, che dopo esser sembrato più sperduto di Chuck Noland in Cast Away durante la Supercoppa, domenica è uscito come uno dei migliori sul parquet.

Valerio Mazzola, migliore in campo contro Roseto (©Fortitudo Pallacanestro)
Alla fine poi si è perso lo stesso, senza che i Batman e Robin di turno siano riusciti a portarsi sulle spalle la banda biancazzurra verso il trionfo. Troppi titolari in serata no, troppi punti presi, e mettiamoci anche la splendida prestazione dall’arco di Roseto di Cincia&Co: se in serate del genere non sei in grado di rispondere con la stessa moneta, o perlomeno a fiaccare un po’ la verve altrui, è difficile pensare di vincere. Avvicinarsi, in maniera anche un po’ fortuita, forse sì, ma vincere…
Pare quindi che i problemi dell’anno passato siano rimasti esattamente gli stessi, o quasi: la buona notizia è che si tratta solo della prima partita dell’anno e che la squadra se l’è costruita Caja, finalmente. In quanto a bombardamenti dalla lunga e infortuni, invece, pare essere cambiato poco, e se sul secondo punto non si può intervenire, beh, sul secondo è bene iniziare sin da subito a cambiar musica.
Paladozza: a qualcuno piace caldo
A qualcuno piace caldo: e allora il Paladozza sarà sicuramente il posto giusto per quel qualcuno, visto che domenica si torna tra le mura di casa. Mura che ci si augura facciano benissimo a un giocatore come Sorokas, che di carattere già ne ha mostrato, così come di talento, nonostante la prima ombrosa uscita stagionale. Stesso discorso per Moretti, forse meno talentuoso, ma con la faccia giusta a rimbalzo e rappresentante di quel cuore Fortitudo che ha sempre avuto riscontri d’amore dal popolo biancoblù: ultimo tra gli esempi il buon Ale Panni, mattatore contro i cugini forlivesi alla prima con la sua Juvi Cremona con 24 punti. E allora farà caldo, caldissimo, perché si sa, la temperatura del Paladozza scotta sempre, e contro Scafati, domenica, si preannuncia incandescente.

Hic Sunt Leones (©Fortitudo Bologna Pallacanestro 103)
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