La polizia ha eseguito una vasta operazione antimafia contro il clan Scalisi di Adrano, portando all’arresto di 24 persone. I reati contestati a vario titolo, sono: associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, estorsione, detenzione abusiva di armi, ricettazione e uso illecito di dispositivi di comunicazione da parte di detenuti. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania e dal Servizio centrale operativo, ha coinvolto le squadre mobili di Napoli, Caserta, Taranto, Nuoro, Sassari, Udine, Pavia, Siracusa e Chieti e gli agenti del commissariato di Caltagirone, con il supporto di oltre 150 operatori, reparti cinofili ed elicotteri.

Le indagini hanno ricostruito le attività criminali compiute tra ottobre 2023 e settembre 2025.

Gli indagati sottoposti alla custodia in carcere 

  1. Biondi Vincenzo, 48 anni
    Bonura Antonino, 36 anni
    Castro Pietro, 28 anni
    Centamore Emanuele, 24 anni
    Di Primo Alfio, 58 anni
    Garofalo Antonino, 57 anni
    Lo Curlo Alfio, 33 anni
    Nicolosi Concetto Cristian, 22 anni
    Panto Sotaja, 40 anni
    Sangrigoli Dario, 25 anni
    Scafidi Salvatore, 28 anni
    Scalisi Alfio, 23 anni
    Schilirò Pietro, 58 anni
    Stissi Andrea, 28 anni

Le persone fermate il 16 settembre e ora in carcere

  1. Castro Vincenzo, 23 anni
    Intili Davide, 25 anni
    Lo Cicero Salvatore, 32 anni
    Lucifora Pietro Giuseppe, 48 anni
    Lucifora Mario, 48 anni
    Gemmellaro Angelo, 47 anni
    Mannino Francesco, 42 anni
    Mannino Biagio, 38 anni
    Ricceri Antonio, 22 anni
    Sciacca Mario, 24 anni

Durante le perquisizioni sono stati scoperti 550 grammi di cocaina nell’abitazione di  Pietro Lucifora e un revolver privo di matricola nell’appartamento di Angelo Gemmellaro. A Chieti, nel garage di Pietro Schilirò, sono state recuperate due false divise dell’Arma che sarebbero servite per mettere a segno il progetto omicida.

Le indagini hanno inoltre confermato l’uso illecito di telefoni cellulari da parte di diversi detenuti indagati, impiegati non solo per mantenere i contatti con l’organizzazione ma anche per pianificare nuove attività criminali.