Di Urs P. Gasche, Infosperber

Il redattore della SRF Christian Häfliger ha affermato nel telegiornale SRF del 23 settembre che l’aumento dei premi del 4,4% è «più moderato rispetto allo scorso anno». Ma l’aumento del 6% di allora era forse moderato? Le scuse addotte per giustificare il nuovo enorme aumento dei premi dell’assicurazione di base obbligatoria previsto per il prossimo anno sono false e fuorvianti come in passato.

  • Maggiore aspettativa di vita
    L’aspettativa di vita dei 65enni aumenterà quest’anno in misura minima. Ciò influisce solo marginalmente sui premi.
  • La percentuale di anziani nella popolazione è in aumento
    Questo è vero. Tuttavia, gli statistici concordano ampiamente sul fatto che l’aumento della percentuale di anziani nella popolazione causa solo un quinto dell’aumento annuale dei costi. Ciò giustifica un aumento dei premi dello 0,88% (vedi: «Costi sanitari: gli anziani come scusa banale»).
  • Il progresso medico-tecnologico
    Questo esiste e la maggior parte delle persone è d’accordo di pagarne il prezzo corrispondente, se ne ricava un beneficio adeguato. Tuttavia, non è comprensibile perché il progresso tecnico – come in tutti gli altri settori – non porti anche a una riduzione dei costi di molte prestazioni.
  • Gli assicurati «consumano» sempre più prestazioni
    La stragrande maggioranza della popolazione non va dal medico senza un valido motivo e non richiede certo interventi chirurgici non necessari.

Di seguito spiegheremo in modo più dettagliato perché né l’invecchiamento della popolazione né le richieste dei pazienti contribuiscono in modo determinante agli elevati costi sanitari.

Il principale responsabile dei costi elevati è lo Stato

Le decisioni più importanti sui costi dell’assicurazione di base obbligatoria vengono prese dallo Stato:

  • I Cantoni regolano gli ospedali, che assorbono circa il 30% dei premi (esclusi i farmaci ospedalieri).
    Risultato fino ad oggi: troppi ospedali registrano spesso un numero troppo basso di interventi chirurgici eseguiti dai loro team. Ciò porta a complicazioni costose e a riammissioni ospedaliere che si dovrebbero evitare. I risultati dei trattamenti sono registrati in modo inadeguato e, laddove disponibili, non sono pubblicati in modo comprensibile e comparabile. Tra i Cantoni regna un’assurda «corsa agli armamenti ospedaliera».
  • La Confederazione regola i farmaci. Questi assorbono quasi il 24% dei premi (compresi i farmaci ospedalieri).
    Risultato deplorevole: in nessun altro Paese europeo le casse malati e i contribuenti devono pagare così tanto per i farmaci come in Svizzera.

Conclusione: la Confederazione, i Cantoni e i loro parlamenti hanno fallito. A pagare il conto sono i contribuenti.

I fornitori determinano in gran parte da soli la domanda di prestazioni mediche, poiché i pazienti spesso non dispongono delle conoscenze specialistiche necessarie.
Hansueli Schöchli (redattore), NZZ, 3.5.2024

Il fallimento politico in tre punti

I punti deboli sono noti letteralmente da decenni. E molte proposte sono state e sono tuttora sul tavolo. Di seguito ne riportiamo una breve sintesi. Non è necessario una nuova «tavola rotonda con i vari attori», come aveva annunciato la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider nella conferenza stampa dello scorso anno. I politici responsabili hanno capitolato davanti all’industria sanitaria, che beneficia degli oltre 50 miliardi di franchi che costa l’assicurazione di base (premi e tasse).

1. Incentivi finanziari sbagliati

Il denaro ha un’importante funzione di orientamento. Ma proprio gli incentivi finanziari sono sbagliati. Da decenni tutti gli economisti della sanità sono d’accordo:

  • La maggior parte dei medici di base, soprattutto gli specialisti, possono aumentare il loro reddito con ogni singola prestazione. Le conseguenze sono assurde: i medici che curano i pazienti in modo errato e quindi più a lungo vengono «ricompensati» con entrate più elevate. Possono inoltre migliorare il proprio reddito effettuando prestazioni mediche non necessarie o vendendo farmaci non indispensabili.
  • I migliori medici, invece, che curano i propri pazienti nel modo più rapido possibile, guadagnano meno e vengono «puniti» con entrate inferiori.
  • Gli ospedali possono sfruttare meglio i loro reparti, generare maggiori entrate ed evitare deficit effettuando diagnosi e trattamenti eccessivamente intensivi e interventi chirurgici non necessari. Ci sono ancora ospedali che concedono vantaggi economici ai chirurghi che operano più spesso.

2. Pianificazione ospedaliera carente

I Cantoni stabiliscono quali ospedali e quali prestazioni ospedaliere devono essere pagati dalle casse malati. A quasi trent’anni dall’introduzione dell’assicurazione di base obbligatoria, in Svizzera c’è un terzo in più di letti ospedalieri per abitante rispetto ai Paesi Bassi e addirittura oltre il 60% in più rispetto alla Danimarca e alla Svezia, con un numero corrispondente di trattamenti più numerosi e più lunghi. Gli ospedali non devono dimostrare che ciò comporti un vantaggio per la salute degli svizzeri.

Da quasi trent’anni i Cantoni si dimostrano incapaci di pianificare e investire a livello sovraregionale. Ma nonostante i costi inutili che ammontano a miliardi, la Confederazione sta ancora a guardare. Non ha nemmeno provveduto a garantire che la qualità delle cure sia verificata in modo uniforme in tutta la Svizzera, e che esistano classifiche di qualità a livello nazionale: in quali reparti ospedalieri si sono verificati più spesso – in caso di interventi comparabili su pazienti comparabili – infezioni ospedaliere, complicazioni, riammissioni non programmate o decessi?

L’Associazione nazionale per lo sviluppo della qualità negli ospedali ANQ pubblica numerosi dati [anche in italiano, ndr] che mostrano quali interventi in quali ospedali causano un numero di complicazioni nettamente superiore al previsto. Tuttavia, i confronti non vengono pubblicati in forma di classifica facilmente comprensibile per tutti. Solo la pubblicazione di tali classifiche porta – come scientificamente dimostrato da tempo – a un rapido miglioramento della qualità delle cure. Una migliore qualità comporta costi inferiori.

Nel settore sanitario, il lobbismo ha raggiunto livelli intollerabili.
Gerhard Pfister, presidente del Centro, Tages-Anzeiger, 9.4.2024

3. Scarsa volontà di migliorare il sistema

Medici, ospedali, farmacie, aziende farmaceutiche e produttori di dispositivi medici si oppongono ai cambiamenti dell’attuale sistema se questi comportano una riduzione delle entrate. Tutti dispongono di una lobby finanziariamente forte. Essa è rappresentata direttamente anche nel Parlamento federale e nei parlamenti cantonali, e poiché dispone di grandi conoscenze in questa materia complessa esercita un’enorme influenza.

Per questo motivo, le seguenti riforme fondamentali, che ridurrebbero i costi, non hanno avuto finora alcuna possibilità:

  1. Per quanto possibile, nessuna remunerazione più per singole prestazioni (Tarmed o Tardoc). I medici di base devono essere retribuiti essenzialmente con forfait pro capite (numero di pazienti assistiti) e/o in base all’orario. Oppure con stipendi, come in alcuni studi medici HMO [il modello HMO prevede poliambulatori che riuniscono medici generici, specialisti e terapeuti per fornire un’assistenza medica completa, ndr]. Oppure devono lavorare in reti di medici di base con responsabilità di bilancio (come Medix). I medici convenzionati negli ospedali devono essere retribuiti essenzialmente in base all’orario di lavoro. I medici ospedalieri e specialisti non devono più poter partecipare finanziariamente a laboratori, istituti di radiologia e altri istituti diagnostici.
  2. Un’altra causa importante dei costi più elevati in Svizzera è, nonostante i numerosi modelli di medicina di base, l’accesso diretto agli specialisti. In quasi tutti gli Stati europei la situazione è diversa. È il modello “gatekeeper”: i pazienti non si recano direttamente dallo specialista, ma – salvo in casi di emergenza – prima in uno studio HMO, dal medico di base, dal pediatra, dal ginecologo o dall’oculista. Questi medici di base acquisiscono così un grande valore. Per i pazienti con un profilo di rischio comparabile, sono stati dimostrati risparmi compresi tra il 10 e il 40 per cento.Fino all’introduzione dell’obbligo del gatekeeper, la Confederazione deve garantire che le casse malati possano offrire premi nettamente più vantaggiosi per i modelli HMO/medico di famiglia/reti di medici che aderiscono a un monitoraggio della qualità o a un circolo di qualità. Gli assicurati che si recano senza necessità prima da uno specialista devono pagare una franchigia più elevata.
  3. Gli onorari dei radiologi, urologi, oculisti, anestesisti e chirurghi particolarmente ben retribuiti vanno ridotti, mentre quelli dei medici di base vanno notevolmente aumentati.
  4. Il personale infermieristico qualificato deve trattare autonomamente negli ospedali e nelle farmacie problemi medici semplici come micosi ai piedi, cistiti, ustioni lievi, diarrea o raffreddori. Deve poter fatturare le proprie prestazioni direttamente all’assicurazione di base.
  5. In futuro, anche in Svizzera le casse malati devono pagare al massimo il prezzo del farmaco generico più economico, del secondo più economico o del terzo più economico, a meno che i medici non prescrivano il farmaco originale per motivi medici. Questo principio («aut idem») si applica in quasi tutti gli Stati europei. Solo in Svizzera le Casse malati devono rimborsare anche i farmaci più costosi tra quelli intercambiabili, nonostante la prescrizione legale dell’economicità. L’UFSP ha semplicemente introdotto un sistema burocratico e in costante evoluzione di franchigie diverse.
  6. Le casse malati devono rimborsare prestazioni comparabili, come i farmaci soggetti a prescrizione medica o i soggiorni di riabilitazione, anche se questi vengono acquistati o effettuati all’estero.
  7. La Confederazione deve provvedere immediatamente affinché gli ospedali non abbiano più alcun vantaggio finanziario nel trattare i pazienti in regime di ricovero piuttosto che in regime ambulatoriale. In questo modo si porrebbe fine a una controversia che dura da anni.
  8. La Confederazione deve prescrivere un numero minimo di casi uguale per tutti gli ospedali a livello nazionale, in modo che i reparti ospedalieri con un numero di casi troppo basso debbano chiudere.
  9. Secondo l’OCSE gli errori e le infezioni evitabili causano il 10% dei costi ospedalieri. La Confederazione deve imporre a tutto il personale medico di segnalare su Internet a un ufficio centrale i presunti errori terapeutici e i presunti effetti collaterali. La mancata segnalazione deve essere soggetta a sanzioni. Chi effettua la segnalazione deve essere protetto/a da eventuali discriminazioni. Il modello di riferimento può essere il sistema di segnalazione in vigore in Danimarca. Secondo dati precedenti dell’UFSP, ogni anno negli ospedali svizzeri si verificano circa 60 000 casi di danni alla salute evitabili. Ciò è tragico per le persone colpite e causa costi inutili.
  10. Le casse malati non devono più essere obbligate a rimborsare tutti i trattamenti effettuati negli ospedali riconosciuti a livello cantonale. L’obbligo di stipulare contratti deve essere revocato laddove i risultati dei trattamenti (qualità dei risultati) possono essere misurati. Anche l’obbligo contrattuale con i medici convenzionati deve essere abolito nei casi in cui è possibile misurare i risultati dei trattamenti. La già citata ANQ pubblica numerosi dati sulla qualità che mostrano quali interventi in quali ospedali comportano complicazioni significativamente maggiori del previsto. La Confederazione deve rendere obbligatoria la collaborazione degli ospedali e stabilire le linee guida per la registrazione di una «qualità dei risultati» uniforme e comparabile.
  11. La Confederazione deve istituire una piattaforma online centrale per dossier dei pazienti uniformi, come quelli esistenti per le operazioni bancarie e fiscali. I dati (anonimizzati ) devono essere utilizzati per confronti di qualità. Le organizzazioni dei consumatori lo hanno richiesto già tredici anni fa.
  12. Chi desidera beneficiare di sussidi per la riduzioni dei premi non deve poter sottoscrivere anche assicurazioni ospedaliere complementari. Secondo i dati delle casse malati, oggi quasi il 10% dei beneficiari di sussidi ha stipulato un’assicurazione ospedaliera complementare semiprivata, privata o combinata.

L’assistenza medica di base in Svizzera costa molto di più rispetto ai paesi paragonabili come Danimarca, Svezia o Paesi Bassi. Ciò non può essere spiegato né dal punto di vista medico né dal potere d’acquisto, poiché quest’ultimo è comparabile.

Nonostante i costi molto più elevati, gli svizzeri con lo stesso status sociale ed economico non vivono più sani e più a lungo rispetto alle persone dei paesi citati. I medici, gli ospedali, i farmacisti e le aziende farmaceutiche non sono ancora riusciti a dimostrare i vantaggi della nostra assistenza estremamente costosa per gli svizzeri. E il vantaggio – spesso citato – dei tempi di attesa più brevi non chiude la questione.

Traduzione a cura della redazione
Nell’immagine: i premi dell’assicurazione di base aumentano in media del 4,4%. La scala a sinistra (da 0 a 500) è stata scelta in modo tale che la curva appaia leggermente appiattita (Telegiornale SRF del 23 settembre)