Roma, 26 settembre – Gli italiani affrontano l’influenza stagionale (e altri virus) con crescente consapevolezza, ma anche con una serie di timori. È quanto emerge dalla seconda edizione dell’indagine mirata realizzata da Human Highway per Assosalute, l’associazione nazionale dei produttori di farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, presentata a Milano il 24 settembre, a pochi giorni dall’inizio della campagna vaccinale contro l’influenza stagionale 2025-26, che prenderà il via dai primi di ottobre.

La ricerca, illustrata nel corso dell’evento Stagione dei virus respiratori 2025–2026: strategie di prevenzione e scelte di cura consapevoli, registra che le principali preoccupazioni degli italiani in merito all’influenza riguardano il contagio e le sue eventuali conseguenze in bambini e anziani (che spaventa il  68,4% degli intervistati), mentre l’81,8% sottolinea a la necessità di un uso responsabile dei farmaci automedicazione, riconoscibili grazie al bollino rosso che sorride sulla confezione, accompagnato da corrette informazioni e, se necessario, dal supporto di medico o farmacista.

Del resto, gli esperti concordano nel prevedere una stagione influenzale particolarmente pesante: secondo le ultime stime degli infettivologi, sono 16 i milioni i contagi da virus respiratori attesi in Italia, e questo in un quadro che ormai da alcune settimane è caratterizzato dall’aumento delle infezioni da virus Sars CoV 2,  in aumento già da alcune settimane. Una miscela che – in assenza di contromisure adeguate – potrebbe deflagrare e a creare gravi problemi al servizio sanitario pubblico e, in particolare, alla rete ospedaliera.

“Dopo due stagioni da record”  ha spiegato Fabrizio Pregliasco (nella foto), direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università di Milano, “anche quest’anno ci aspettiamo una circolazione sostenuta di virus influenzali e ‘cugini’ come Rhinovirus, Sars CoV 2 e il virus respiratorio sinciziale, con un impatto che potrebbe coinvolgere il 15-25% della popolazione, fino a interessare, potenzialmente, circa 16 milioni di italiani. I segnali che arrivano dall’emisfero australe ci invitano a non abbassare la guardia: la stagione potrebbe essere intensa, con un aumento dei casi da metà ottobre e un picco invernale. La pressione sui servizi sanitari resta un rischio concreto, soprattutto per le fasce più fragili”.

Inevitabile quindi il richiamo degli esperti all’importanza della vaccinazione, che “resta la misura più efficace per proteggere sé stessi e i propri cari, soprattutto i più fragili” sottolinea Pregliasco e che “se non garantisce l’assenza totale dei sintomi,  riduce il rischio di complicanze gravi”. Il problema è che la protezione vaccinale è vista ancora con diffidenza in fasce non residuali della popolazione: secondo l’indagine di Human Highway, il 59% degli italiani riconosce i vaccini come strumento fondamentale di protezione, ma solo il 36,6% dichiara di volerli utilizzare nella prossima stagione (la propensione più alta, 57%, si registra tra gli over 65).

Aumenta, rispetto all’indagine precedente di cinque anni fa, la quota di chi sceglie di curarsi con farmaci da banco: il ricorso a questi medicinali accompagnato da informazioni corrette e dal consiglio, se necessario, di medico o farmacista, rappresenta una prassi consolidata. Lo pensa, infatti, il 49,4% degli italiani, che ritiene che la cosa più saggia, alla comparsa dei sintomi, sia mettersi a riposo, assumere farmaci da bancoe contattare il medico solo se dopo 3 giorni non si nota un miglioramento. Gli over 65, invece, sono più inclini a rivolgersi subito al medico (37,7%) e attribuiscono maggiore importanza alla vaccinazione (8,4%). Ma purtroppo perdura, anche se in calo, la pessima abitudine di curare l’influenza utilizzando antibiotici, diffusa soprattutto tra i giovani (18-24 anni, 30,9%) e in prevalenza tra gli uomini (18,8% contro 11,9% donne). Nel corso dell’evento milanese è stato ribadito ancora una volta che si tratta di farmaci che vanno assunti solo in caso di complicanze batteriche a fronte di una prescrizione medica. “L’utilizzo inappropriato – ha ricordato Pregliasco – favorisce l’antibiotico-resistenza e non aiuta contro i virus”.

Dall’indagine è anche emerso che otto italiani su 10 temono che fake news e disinformazione possano influenzare negativamente i comportamenti in tema di salute ma meno del 30% sa dove cercare informazioni attendibili, mentre il 36% non ne ha alcuna idea. Il riferimento principale, per il 64,6% degli intervistati,  resta il medico di famiglia, seguito dal farmacista (23,5%). I giovani invece si affidano più spesso a internet (fino al 18% tra gli under 24) e agli strumenti di intelligenza artificiale: tra gli under 24 gli strumenti di AI hanno già superato il web e gli influencer sui social  come fonte di informazione. Il ricorso al consulto medico cresce nelle fasce di età più alte, fino a raggiungere il massimo tra gli over 65 che si rivolgono al medico nell’80% dei casi.

In ogni caso,  solo un intervistato su due dichiara di sentirsi adeguatamente informato sulle differenze tra influenza, Rsv e altri virus respiratori. La difficoltà nel reperire fonti online affidabili riguarda soprattutto proprio coloro che più si rivolgono al web per cercare informazioni: quasi la metà (46%) dei rispondenti tra i 25 e i 34 anni si dichiara infatti disorientata.

Intanto, gli studi dei medici di famiglia sono in attesa dei vaccini per l’influenza 2025-26 e per Covid, che secondo il segretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti (nella foto), “dovrebbero essere disponibili a giorni”, o almeno questo è l’auspicio. Al riguardo, il leader del principale sindacato dei Mmg ha ricordato, molto opportunamente, la possibilità di somministrazione contemporanea dei due vaccini.