Marc Marquez è vicinissimo al nono titolo mondiale, sei anni dopo aver vinto l’ottavo. In quel momento era ancora un ragazzo, 26 anni. Un ragazzo che pensava di essere indistruttibile, “pensavo che il mio corpo fosse fatto per andare in moto” ha detto più volte.
Poi il brutto risveglio da Jerez 2020 in avanti: l’incidente in gara mentre era velocissimo e l’inizio di un calvario durato anni. L’addio a Honda, il passaggio in un team satellite, il ritorno alla vittoria e poi il trionfale 2025.
“Mi piacerebbe lottare per la vittoria qui – ha detto in conferenza stampa nel giovedì di Motegi 2025 -, vorrebbe dire che posso chiudere il campionato, mi aspetto un Alex veloce, ma vorrei chiudere il campionato qui. L’atmosfera è che sembra semplice, ma non è così. Vedremo se potremo festeggiare qualcosa di importante domenica”.
Sul titolo mondiale…
“Il valore di un titolo è sempre lo stesso, ma quello del 2013 è forse il più importante, lì successe a Valencia, ero molto emozionato. Di sicuro questo è l’obiettivo più bello e difficile della mia carriera”
Sugli ultimi anni…
“Gli ultimi anni sono stati molto difficili, alcuni e forse anche io possono pensare che ho perso degli anni, ma nella mia vita privata ho imparato molte cose, e la vita privata è più lunga di quella professionale, questo mi piace. E questa è la mia seconda vita in MotoGP”
Hai la sensazione che sia speciale questo GP anche dall’esterno, per gli appassionati?
“Sì, è impossibile non pensarci, ognuno me lo chiede fuori, lo percepisco, ma se fosse l’ultima gara sarebbe diverso, tuttavia è vero che sono vicinissimo a chiudere un cerchio iniziato cinque anni fa. Ma se non fosse questo weekend non sarebbe un disastro, avremmo altre 5 opportunità”
Cosa hai imparato in questi anni?
“Sia a livello privato che a livello professionale mi piace l’adrenalina, ma bisogna minimizzare il rischio, è questo l’insegnamento”
In Giappone Marquez ha già festeggiato tre titoli mondiali…
“Percepisco che qualcosa di grosso potrebbe accadere qui a Motegi, ho già vinto altri tre titoli qui, ma voglio andare giorno per giorno, poi domenica vedremo, ma prima di tutto voglio andare in Q2, poi voglio fare prima o seconda fila, poi vincere la Sprint e poi vediamo domenica di lottare per il podio”
Sulla sua importanza come pilota nella storia…
“Per me la cosa più importante, quando mi ritirerò, non saranno i numeri ma il fatto che la gente mi ricorderà come uno che ha dato tutto in pista, a livello emotivo questo campionato è diverso, ha un’importanza maggiore”