“Da due anni quasi la gente palestinese a Gaza sta vivendo un genocidio fatto di uccisioni e fame. Una guerra dove gli occupanti israeliani compiono crimini contro l’umanità, documentati e monitorati”. A dirlo è il leader dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, che ha parlato in videocollegamento all’Assemblea Generale dell’Onu a causa della decisione dell’amministrazione Trump di negargli il visto, impedendogli di recarsi a New York. Il leader, 89 anni, è intervenuto tre giorni dopo che la Francia ha guidato un vertice speciale in cui una serie di nazioni hanno riconosciuto lo Stato di Palestina e mentre gli Stati Uniti, nonostante la loro opposizione al riconoscimento, hanno mosso passi per fermare l’ipotesi di un’annessione israeliana della Cisgiordania. Al termine dell’intervento nell’aula c’è stato un lungo e caloroso applauso.

“Guerra a Gaza capitolo tra i peggiori della storia”

“Quello che Israele sta perpetrando – dice Abu Mazen – non è una semplice aggressione, è un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità, documentato e monitorato, e sarà registrato nei libri di storia e nelle pagine della coscienza internazionale come uno dei capitoli più orribili della tragedia umanitaria del XX e XXI secolo. In questi due anni il nostro popolo nella Striscia di Gaza ha dovuto affrontare una guerra di genocidio, distruzione, fame e sfollamento”. Poi aggiunge: “Hamas non avrà un ruolo nel governo, dovranno consegnare le loro armi all’Anp come parte della costruzione di un solo Stato, una sola legge e una sola forza di sicurezza. Non vogliamo uno Stato armato”. E ribadisce: gli attacchi di Hamas del 7 ottobre in Israele “non rappresentano il popolo palestinese”.

“Tutti gli Stati riconoscano la Palestina”

Abu Mazen poi esorta “tutti gli Stati che non l’hanno ancora fatto a riconoscere lo Stato di Palestina. Chiediamo di sostenere l’ottenimento da parte della Palestina di un’adesione piena alle Nazioni Unite”. E ricorda che “abbiamo già riconosciuto l’esistenza di Israele nel 1988 e nel 1993 e continuiamo a riconoscere questo diritto”. E si dice pronto a lavorare con Donald Trump, l’Arabia Saudita, la Francia e l’Onu per implementare un piano di pace.

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“La Palestina è nostra, non lasceremo la nostra terra”

“Oggi diciamo chiaramente che la pace non si può ottenere senza la giustizia, e non ci può essere giustizia se la Palestina non viene liberata – prosegue Abu Mazen – Vogliamo uno Stato moderno e civile, libero da violenza ed estremismo, investire nella gente, nella tecnologia e nell’istruzione, non nella guerra”. E aggiunge: “La Palestina è nostra, non lasceremo la nostra terra”.

“Attacco di Israele al Qatar è un’escalation”

Abu Mazen infine condanna nuovamente l’attacco di Israele contro il Qatar, che ha costituito “una chiara violazione della legge internazionale e costituisce una escalation”.

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