Giulio Ciccone pronto a guidare l’Italia nella prova in linea uomini élite dei Mondiali di Kigali 2025. Lo scalatore abruzzese sarà il faro della selezione azzurra (ancor più dopo la rinuncia per malattia di Giulio Pellizzari) per l’impegnativa gara iridata di domenica 28 settembre, che chiuderà la rassegna in corso di svolgimento e incoronerà il successore di Tadej Pogačar. Reduce da una Vuelta a España complicata, durante la quale ha avuto alcuni problemi fisici e di salute, il 30enne è riuscito a recupere e, in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ha dichiarato di aver avvertito buone sensazioni durante gli ultimi allenamenti.

“Nella seconda parte, [la Vuelta] è stata difficile – le parole di Ciccone – Prima una infezione al sottosella, poi una bronchite che ha preso mezzo gruppo. Però con la squadra abbiamo gestito bene il tutto, ho fatto una cura antibiotica in corsa avendo in mente, chiaramente, il Mondiale. A Vuelta finita, così, ero già in fase di recupero. E negli allenamenti tosti le sensazioni sono state soddisfacenti […] La condizione ce l’ho, poi la gara di un giorno ha sempre tantissime incognite. Ma sono tranquillo”.

Il classe 1994 ha ammesso di sentire “il peso” di essere capitano dell’Italia “ma in senso buono. Nel senso che mi motiva. Mi dà fiducia sulle mie potenzialità. Penso che, se è stata effettuata questa scelta, vuol dire che qualcosa di positivo l’ho fatto. Ne sono orgoglioso“. L’abruzzese ha aggiunto di aver trovato subito una bella intesa con il nuovo CT azzurro Marco Villa: “Ho respirato fin dall’inizio l’aria giusta. Non lo conoscevo benissimo, ma sapevo che il suo forte è creare il gruppo […] L’Italia correrà bene, ne sono sicuro. Io, da fuori, ero stregato dallo spirito delle Nazionali di Ballerini e mi sembra che sia il paragone giusto”.

Guardando alla gara di domenica, è inevitabile individuare in Tadej Pogačar e in Remco Evenepoel i due favoriti principali, che si sono già scontrati nella cronometro, stravinta dal belga: “Remco ha fatto una prestazione stratosferica e questo gli darà grande fiducia per cercare quella doppietta già fatta l’anno scorso all’Olimpiade. Conosce i suoi numeri e dunque, con la testa, vola. Però può essere un’arma a doppio taglio“.

“Io guardo la situazione dal di fuori e ho provato a immaginare il giramento di scatole che sarà passato nella mente di Pogačar – ha proseguito Ciccone – Mi sono immedesimato. E ora penso che uno come lui, con la sua classe… Chissà che cosa si potrà inventare domenica. Ci sarà da divertirsi, questo è sicuro”.

Dietro ai due fenomeni, però, si aprono spazi nei quali tanti corridori possono puntare a un buon risultato, compresi gli azzurri: “Pogačar e anche Evenepoel… Non sono al mio livello. Sono oltre. Allo stesso tempo, dopo di loro ci sono una serie di corridori di valore medio-alto. Io, anzi noi, possiamo esserci come squadra in quella dimensione. La gara si accenderà da lontano. Percorso durissimo, altitudine, smog, pavé, dislivello, circuito… Si trasformerà in una prova di sopravvivenza”, ha concluso lo scalatore abruzzese.