© Sirotti
Adriano Amici risponde a seguito alle richieste di escludere la Israel – Premier Tech dal Giro dell’Emilia 2025. A seguito delle proteste annunciate da parte di alcuni movimenti, alle quali ha fatto seguito una richiesta di esclusione del team da parte dell’Assessora allo Sport del Comune, il presidente del GS Emilia che organizza l’evento interviene con rammarico su una situazione complessa che si ritrova a dover gestire, senza averne chiaramente neanche gli strumenti, come spiega lui stesso. L’esperto dirigente emiliano resta infatti sulla stessa posizione degli organizzatori della Vuelta a España, spiegando che una volta che l’invito è stato assegnato non spetta a lui annullarlo, né si aspetta un passo indietro dalla squadra.
“Non sono io che devo escludere il team israeliano ma deve essere l’UCI che quando vede determinate cose comunica che è meglio che quella squadra non gareggi. Noi facciamo gli inviti alle squadre migliori del mondo. La mia posizione diventa difficile perché ho l’obbligo di invitare fondamentalmente le squadre e i corridori migliori. E il nome del team non c’entra niente. Noi l’abbiamo sempre avuto e non ci sono mai stati problemi – ha commentato a LaPresse – Ognuno di noi è un politico se lo vuole essere ma a livello sportivo perché ai campionati del mondo di ciclismo c’è Israele, perché l’Italia del calcio ha disputato un match di qualificazione contro Israele?”.
La palla passa dunque al team: “Parlerò adesso con i loro ds che prenderanno in considerazione il fatto che non sono graditi dalle istituzioni ma io non posso farci nulla a livello sportivo. Dico solo che cavalcare un cavallo a livello sportivo non mi sembra bello, ognuno la politica la gestisce come crede meglio, non credo che sia un buon suggerimento mettere dell’alcol sul fuoco. Sono cose che ti capitano sulle spalle improvvisamente. Questo team è stato iscritto ed è iscritto a tutte le competizioni, dal Tour al Giro. Dalla Milano-Sanremo alle Tre Valli Varesine. Sta partecipando a tutte le corse. L’ente organizzatore cerca di avere i corridori migliori del mondo, E poi il team israeliano ha corridori stranieri, nessuno è israeliano. Chi fa le corse sono i corridori. Qui la politica centra poco. E’ chiaro che sono d’accordo con chi sostiene che non è giusto fare questa guerra. Chi non lo è?”
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