Frank VitucciCredits IPA Agency

La Nutribullet Treviso si prepara ad affrontare la nuova stagione del campionato di Serie A dopo i grandi cambiamenti vissuti negli ultimi mesi. Uno di questi è stato sicuramente l’addio in panchina a Frank Vitucci, persona legata a doppio filo con la pallacanestro trevigiana fin dagli inizi della sua carriera. Nell’ultimo anno il rapporto tra l’allenatore e la piazza tuttavia si era andato sempre più deteriorando, portando a una brusca chiusura del rapporto tra le parti. A qualche mese di distanza, lo stesso Frank Vitucci è tornato a parlarne su Il Gazzettino. Ecco le sue dichiarazioni, che dimostrano ancora molta perplessità su quanto sia accaduto in casa Nutribullet.

È stato un saluto un po’ brusco ma non per colpa mia, io sinceramente non ho capito il motivo: l’obiettivo salvezza era stato raggiunto, avevamo vinto i derby contro Venezia e gli scontri diretti con le squadre retrocesse. Certo, degli alti e bassi ci sono stati, ma mi è sembrato che abbiano avuto maggior peso i secondi e non i primi. Ad ogni modo bisogna anche guardare avanti no?

Giudizio sulla nuova Nutribullet:

È una squadra con tanti giocatori esperti, è stata una scelta e credo che possa diventare un gruppo competitivo. Chiaro, le novità sono molte ma questo vale un po’ per tutti, è una tendenza comune.

Come sarà il prossimo campionato?

Un torneo interessante, il livello tecnico si è spostato verso l’alto oerché la qualità, rispetto a 7-8 anni fa, è maggiore. E ci sarà il solito gruppo di squadre, vedi Trento l’anno passato, che guarderà in alto salvo poi ritrovarsi, vedi Tortona, fuori dai playoff o restare a metà strada com’è stato per noi. Vedo insomma molto equilibrio nella parte medio alta e nessuno veramente male attrezzato, anche chi magari partirà con meno quotazioni rispetto ad altri.

Maurizio Gherardini nuovo presidente di LBA:

La figura giusta al posto giusto. Io spero che possa avere campo libero, che sia un “commissioner” modello Nba in grado di fare le scelte che crede totalmente slegate dai club: competenza e capacità non gli mancano. Gandini ha fatto un buon lavoro ma sempre con scarsa autonomia decisionale. Maurizio è persona molto stimata nel nostro ambiente cestistico, su di lui c’è fiducia. Ma questa fiducia dovrà essere accompagnata dalla libertà di prendere le decisioni, senza badare alle varie “correnti”.