Il teatro, dicevamo. Dopo Salutava sempre, spettacolo attraverso il quale ha parlato della morte ma anche di una certa postura fastidiosa dei vivi che, quando scompare qualcuno di famoso, proprio non riescono a non accendersi una luce e a parlare di sé – Cattelan a questo gioco si è sempre sottratto attirandosi, però, diverse critiche specie in occasione della scomparsa di Raffaella Carrà, che neanche conosceva, e di Gianluca Vialli, che proprio a lui ha concesso un’intervista bellissima sulla malattia e il senso della vita sempre in quel gioiellino di Una semplice domanda (è abbastanza chiaro che stiamo chiedendo a Netflix una seconda stagione, vero?), ecco un nuovo spettacolo, Benvenuti nell’AI. Uno spettacolo che, con il pretesto di parlare dell’intelligenza artificiale che sta via via diventando più invasiva nelle nostre vite, permette ad Alessandro di scherzare su molte sfumature della sua carriera e della sua vita togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. Succede, per esempio, quando parla del Festival di Sanremo («Che è un bagno di sangue. Quei cinque giorni sono le mestruazioni della televisione»), della sua agente Marta Donà («quella con cui vinci il Festival ma non lo presenterai mai»), e di Fabio Fazio.
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