di MARIO PECCATORI – A Pisa la conferenza dell’Associazione culturale-politica Madreterra Nostra di sabato 23 settembre.
Il personale impegno in ambito culturale affrontato con i fondamenti statutari dell’Associazione MadreTerra Nostra, che ho l’onore di presiedere, trova la sua collocazione nella conoscenza, rispetto e difesa dei principi insiti nella Costituzione della Repubblica Italiana.
Per quanto si tenti da ogni parte di dequalificare ed a volte deridere la Costituzione, essa è presente costantemente nella struttura giuridica del nostro Stato Italiano ed ha il valore di legge fondamentale a cui devono ispirarsi tutte le leggi che il Parlamento legifera.
Finché esiste va rispettata pedissequamente anche se, purtroppo, viene spesso dimenticata sia nei contesti parlamentari che, peggio ancora, in quelli della Gustizia con risvolti imprevedibili sul valore del rispetto della legalità (vedasi articolo, “Il valore della legalità nella stabilità sociale”, Toscana Today, 30.03.2024).
É in questo contesto che l’oggetto dell’argomento della conferenza che abbiamo organizzato a Pisa sabato 27 settembre, verrà trattato a partire dall’art. 32 della Costituzione Italiana che, nella sua essenza è diviso in tre paragrafi uno piò importante dell’altro:
Articolo 32: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Le argomentazioni di dotti costituzionalisti e dotti docenti di diritto costituzionale si sprecherebbero nella spiegazione ed interpretazione di questo articolo fondamentale per la tutela della salute ed il diritto alle cure, anche se non ce n’è alcun bisogno nella sua chiarezza fondamentale: il cittadino ha il diritto inviolabile alla tutela della sua salute ed al corretto trattamento sanitario salvaguardando il rispetto della persona umana che non può essere sottoposta ad alcun trattamento che ne dequalifichi la dignità umana.
L’assetto sanitario dello Stato, quindi, deve essere improntato prima di tutto al rispetto della persona e contemporaneamente ad assicurare la tutela della salute dell’individuo perché così facendo tutela anche l’interesse della collettività.
Da questi presupposti si ipotizza l’esigenza di avere una struttura adeguata e corretta idonea in tutte le sue parti e variabili ad una assistenza sanitaria diretta alla persona ed alla collettività.
Quindi, il primo anello di tutta la struttura, titolare dell’assistenza, è il singolo soggetto, la persona umana che ha e deve avere assistenza diretta ed efficace, in prima istanza, dal medico curante di base o, come è consuetudine dire, dal medico di famiglia.
Ecco il primo e più importante soggetto di tutta la struttura sanitaria: il medico di famiglia. Quel medico che, nella sua opera svolta in scienza e coscienza, ma anche conoscenza, dei soggetti a lui affidati, interviene e deve intervenire prontamente ed in prima istanza sull’assistito in caso di necessità! Figura fondamentale della struttura sanitaria, è il medico ed in particolar modo il medico di famiglia.
Oggi il medico in generale è sottoposto a direttive di legge, che ne minano il valore sociale ed umano, riducendolo ad un semplice burocrate al servizio dello Stato e condizionato dalle scelte politiche.
Il medico, che è titolare della primazia professionale (come ci raccontano le sentenze della Suprema Corte di Cassazione sentenza n. 1873/2010 e 11493/2013– Quarta Sezione Penale) non svolge una attività professionale burocratica o meccanica, ma nella sua accezione primaria, svolge una vera e propria missione nell’interesse e tutala della salute degli assistiti.
Un vero medico non può, poi, essere soggetto a protocolli d’intervento nelle sue funzioni perché non lavora su macchinari o strumentazione ma su soggetti viventi che presentano una altissima variabilità individuale sia nel comportamento generico che nella risposta ai trattamenti sanitari.
Se ne deduce che la figura fondamentale, a tutela della salute della singola persona e nell’interesse della collettività, è il medico dovunque e comunque svolga il suo lavoro e nel rispetto della primazia professionale in qualunque forma, condizione e aspetto lo si voglia coinvolgere o vi si trovi coinvolto. Prescindere da questo aspetto fondamentale della struttura sanitaria equivale a mettere in crisi tutto il settore e mettere a repentaglio l’aspetto fondamentale della Costituzione laddove la salute della persona è di principale importanza.
Inoltre, l’intervento tempestivo e diretto, anche e soprattutto a domicilio, con l’adozione di pronte ed adeguate forme terapeutiche è il viatico essenziale per assicurare un’assistenza sanitaria efficace oltre a ridurre drasticamente l’affollamento nei reparti di pronto soccorso e nelle degenze.
Il secondo anello della catena sanitaria sono proprio le varie strutture connesse, quali, infrastrutture, reparti, strumentazione. E qui è necessario fare una riflessione di ordine sociale oltre che statale.
La sanità pubblica oggi è ridotta ad azienda! Come si fa a strutturare in azienda un settore dello Stato che deve essere prima di tutto un SERVIZIO!!! La sanità è e deve essere un servizio che lo Stato dà ai suoi cittadini e contribuenti, un servizio che deve essere efficace, reattivo, rapido, onesto, e non speculativo!!!
Eppure i contribuenti non trovano più alcuna di queste prerogative nelle strutture sanitarie, ma vi trovano una gestione aziendale improntata al risparmio, ad assurdi protocolli medici definiti in base a scelte, non meglio identificate, dei così detti Dirigenti Sanitari impegnati a salvaguardare più il loro aspetto ragionieristico/politico che l’efficacia delle cure sulla salute umana e la adeguatezza delle strutture nel loro complesso.
L’ultimo aspetto della Sanità in Italia va collocato a livello parlamentare, dove, invece di assicurare un adeguato sostegno economico con interventi rapportati alle reali esigenze, come il numero di infrastrutture, strumentazione e materiali di livello e qualità oltre a prevedere e provvedere un’ adeguata presenza di personale, solo per motivi di risparmio finanziario (strano che poi si trovino decine di miliardi per l’accoglienza indiscriminata e gli armamenti) vengono chiuse strutture e lasciati latitare strumentazioni e materiali.
Poi, però, si provvede a ratificare dei protocolli che ad ogni livello risultano contradditori, inutili, deprecabili e spesso dannosi per la salute stessa delle persone e della collettività, anche se la loro utilità la trovano sul piano speculativo politico.
Piano speculativo e politico che ormai coinvolge anche la struttura di un Ordine Professionale che tutela più sé stesso che il lavoro encomiabile dei medici spesso richiamati e/o sospesi proprio perché salvaguardavano e salvaguardano la loro dignità professionale dedicandosi ai pazienti con vero spirito missionario in scienza e coscienza adottando i più adeguati presidi terapeutici che loro e solo loro possono e devono adottare in totale privilegio di primazia.
È a sostegno di un ritorno all’aspetto più umano e sociale dell’assistenza sanitaria nazionale che l’Associazione “MdreTerra Nostra” ha sostenuto il convegno, “La professione medica, i protocolli ufficiali adottati, libertà di scelta della cura” che si svolge il 27 settembre 2025, alle ore 15,30, presso il Circolo Globo Verde in via Calcesana 124, in Ghezzazo di S. Giuliano Terme, a Pisa.
Mario Peccatori (Chiusi, 1947) si è laureato in Scienze Biologiche all’Università di Siena. Ufficiale di prima nomina in Artiglieria dell’Esercito Italiano, ha svolto la sua attività presso il Laboratorio di Radiopatologia e Fisiopatologia delle Radiazioni del CAMEN di S.Piero a Grado a Pisa dove ha conseguito la Specializzazione Nucleare ad indirizzo Radiopatologico, Radiotossicologico e Radioprotezionistico. Ha svolto attività di studio e ricerca presso laboratori militari ed universitari, Cultore della Materia presso il Dipartimento di Fisiologia e Biochimica dell’Università di Pisa, ha collaborato con l’Università di Bologna ai Corsi di Radiotossicologia presso la Scuola di Specializzazione in Tossicologia per Medici e Farmacisti. Brigadier Generale del Corpo Tecnico dell’Esercito nella riserva. Cavaliere al Merito della Repubblica; dello Sport; e dell’Ordine Dinastico della Cavalleria Angelica di S. Michele Arcangelo e Padre Pio. Autore di varie pubblicazioni e appassionato di poesia, attualmente è presidente dell’Associazione Culturale-Politica “MADRETERRA NOSTRA”, e dell’ASD “UNIVERSITAS” di Pisa, Maestro di Ju Jitsu e titolare della Scuola Italiana di Arte Marziale.