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A Hong Kong è stata approvata una legge per migliorare le condizioni dei cosiddetti “appartamenti suddivisi”, ossia quelli che vengono divisi in più spazi al loro interno per ottenere più abitazioni, che poi vengono messe in affitto. Per quanto quasi tutte le grandi città abbiano questo tipo di problema, a Hong Kong – una delle città con la maggiore densità abitativa al mondo – questo fenomeno ha raggiunto livelli estremi: non è raro che gli appartamenti abbiano un water vicino alla cucina, senza una porta che divida i due ambienti e senza lavandini nel bagno.
La nuova norma impone che ogni singola abitazione sia grande almeno 8 metri quadrati e alta almeno 2,3 metri. Per avere un paragone, la grandezza media di un parcheggio per l’auto in città è di 10 metri quadrati. Inoltre ogni abitazione dovrà avere almeno una finestra apribile, un proprio rilevatore antincendio e l’area del water dovrà essere un ambiente chiuso, cioè separato con una porta dal resto degli ambienti.
La legge è parte di un piano più ampio con il quale il governo della città punta a eliminare gli appartamenti suddivisi entro il 2049. Non riguarda però i cosiddetti “spazi letto”, che sono un tipo di alloggio ancora più problematico diffuso a Hong Kong, in cui gli appartamenti vengono suddivisi in singoli spazi talmente piccoli da ospitare solamente un letto singolo (sono noti anche come “case-bara”). Questa forma di alloggio è regolamentata da un’altra legge.
Hong Kong è una regione amministrativa speciale della Cina e gode di particolari autonomie. Negli ultimi anni però il governo cinese ha progressivamente imposto leggi che la rendono più simile al resto della Cina, riducendo molti degli eccezionali spazi di libertà: secondo il governo locale, il problema degli alloggi è stato uno dei fattori alla base delle grosse proteste antigovernative del 2019.
Secondo un censimento del 2021, a Hong Kong gli appartamenti suddivisi sono circa 108mila e ci vivono almeno 220mila persone. Il costo mediano dell’affitto di un’abitazione singola (non di tutto l’appartamento) è di 5mila dollari di Hong Kong al mese, equivalenti a 550 euro. Secondo le stime dell’amministrazione cittadina, circa un terzo degli appartamenti dovrà essere ristrutturato per rispettare le nuove regole.
Il bagno in un alloggio a Hong Kong, 28 marzo 2017 (AP Photo/Kin Cheung)
Gli inquilini (coloro che affittano una casa) temono però che questa legge, pur obbligando a migliorare le condizioni degli appartamenti, possa avere conseguenze negative, come l’aumento dei prezzi e maggiori difficoltà nel trovare un altro appartamento se quello in cui sono ora non dovesse rispettare le nuove norme.
L’amministrazione ha detto che metterà a disposizione alcune case per le persone in difficoltà economica che non avranno un posto dove stare.
Gli alloggi “spazi letto” a Hong Kong, 4 maggio 2017 (AP Photo/Kin Cheung)
I proprietari potranno registrare la loro casa in un registro cittadino a partire da marzo del 2026 e poi avranno tempo fino al febbraio del 2030 per modificare gli appartamenti secondo le nuove norme. Soltanto le case che rispetteranno le norme potranno essere messe in affitto. Eventuali violazioni possono comportare pene fino a tre anni di carcere e una multa massima equivalente a 33mila euro.
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