In 400 delegati a Udine per l’assemblea generale delle categorie e dei territori della Cgil Fvg. Fari puntati sulla Finanziaria nazionale e sulla tragedia di Gaza.  La mobilitazione sulla finanziaria, con una grande manifestazione nazionale già indetta per il 25 ottobre a Roma, incentrata sulla giustizia fiscale, sui rinnovi contrattuali, sulla sicurezza del lavoro, sul finanziamento del servizio sanitario nazionale. Ma anche l’altra mobilitazione che ha già visto protagonista la Cgil con gli scioperi e le iniziative della scorsa settimana, e che potrebbe anche portare alla proclamazione di uno sciopero generale. Sono i temi al centro dell’assemblea generale dei territori e delle categorie della Cgil Friuli Venezia Giulia, in corso questa mattina a Udine, all’auditorium della regione.

GAZA Circa 400 i delegati che hanno affollato l’anfiteatro, 23 gli interventi, da quello iniziale del segretario generale Michele Piga alle conclusioni della segretaria confederale Maria Grazia Gabrielli, collegata in video da Roma. La tragedia di Gaza è stato l’argomento da cui è partito Piga, ribadendo «il forte messaggio pacifista lanciato dalla Cgil con la mobilitazione della scorsa settimana, mobilitazione che non si ferma e che potrebbe presto portare a ulteriori iniziative, compreso lo sciopero generale, per chiedere il cessate il fuoco immediato, la protezione del popolo palestinese, l’apertura immediata di corridoio umanitari, una soluzione al conflitto basata sul riconoscimento del principio “due popoli, due stati” e del riconoscimento dello Stato palestinese». Obiettivi, questi, che per la Cgil passano anche attraverso l’adozione di sanzioni verso Israele e per un controllo degli scambi commerciali fra i due Paesi, per fermare innanzitutto il traffico d’armi (a chiederlo anche la Filt, il sindacato dei trasporti della Cgil, nella nota che si allega a questo comunicato).

Dura la reazione del segretario regionale alle parole del Governatore Fedriga, che nei giorni scorsi aveva puntato il dito contro gli insegnanti colpevoli, a suo dire, di aver avviato un dibattito parziale nelle scuole sulla situazione di Gaza. «Un intervento a gamba tesa – ha commentato Piga – su chi ha promosso invece un dibattito democratico tra i ragazzi, più sensibili a quanto sta accadendo a Gaza».

GIUSTIZIA FISCALE, SANITÀ, WELFARE Il tema della pace e del no alle politiche di riarmo segnerà con forza anche la mobilitazione sulla finanziaria nazionale 2026, che per la Cgil, ha detto Piga, dovrà essere l’occasione per una svolta nel segno di una maggiore giustizia fiscale, «come strumento di difesa dei redditi di lavoratori e pensionati, falcidiati dall’inflazione e penalizzati anche nell’accesso alla sanità e al welfare». Sotto accusa l’espansione della precarietà e del lavoro povero, ma anche i fenomeni sempre più diffusi come la rinuncia alle cure, legata alla lunghezza delle liste di attesa e ai processi di privatizzazione della sanità. Da qui anche la richiesta, al centro di una legge d’iniziativa popolare sostenuta dalla Cgil, che punta a innalzare dall’attuale 6,2 al 7,5% la spesa sanitaria rispetto al Pil. Tra gli obiettivi della mobilitazione sulla finanziaria anche la restituzione del Fiscal drag, che secondo la Cgil è costato circa 24 miliardi ai lavoratori e ai pensionati, a causa dell’aumento della pressione fiscale legato all’inflazione, e la detassazione degli aumenti salariali, come sostegno ai rinnovi contrattuali in corso, oltre a meccanismi di adeguamento automatico delle retribuzioni al costo della vita.

QUI FVG È con la stessa ottica che la Cgil guarda anche alla Finanziaria regionale: rafforzamento della sanità pubblica, sostegno alla contrattazione e al potere d’acquisto dei salari dovranno caratterizzare per la Cgil anche la legge di bilancio regionale. Tra i temi posti all’attenzione della Giunta e del Consiglio anche la qualificazione della filiera regionale degli appalti, come strumento di contrasto al lavoro povero, a partire dal settore dei servizi esternalizzati dalla pubblica amministrazione.

I TERRITORI Al centro della discussione anche il quadro economico e occupazionale della regione, che vede, accanto a segnali di tenuta, il protrarsi di situazioni di crisi che dal manifatturiero, e in particolare dai settori più legati all’elettrodomestico alle reti di fornitura dell’automotive, si estendono fino al terziario (in questo link le interviste a i segretari delle Camere del lavoro di Udine, Pordenone, Trieste e Gorizia e alla segretaria regionale della Fiom). Le incertezze che gravano su grandi aziende come Electrolux e Savio, nel pordenonese, crisi irrisolte come quelle della Tirso a Trieste, la piaga degli infortuni che colpisce anche colossi come Fincantieri e l’arretramento generalizzato del manifatturiero rispetto al terziario e al turismo, in particolare nell’area di Trieste, sono fenomeni che richiederebbero per la Cgil un rilancio delle politiche industriali e di sostegno agli investimenti privati, a sostegno della vocazione industriale e all’export che è sempre stato un valore aggiunto per l’economia del Friuli Venezia Giulia.

In 400 a Udine per l’assemblea generale delle categorie e dei territori della Cgil Fvg. Fari puntati

sulla Finanziaria nazionale e sulla tragedia di Gaza. Piga: «Pronti anche allo sciopero generale»