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Era il 2019 e al cinema Emma Watson interpretava Margaret “Meg” March in “Piccole donne” di Greta Gerwig. Dopodiché nessun’altro film, l’attrice britannica oggi 35enne si è allontanata volontariamente dai riflettori per dedicarsi alla sua vita personale. In un’intervista realizzata per Hollywood Authentic ha spiegato le motivazioni.


APPROFONDIMENTI

L’addio al cinema

Non è tanto il set, anzi.

Ha descritto il ciak di inizio riprese come un momento felice in cui «puoi dimenticare tutto il resto del mondo se non quel singolo istante: è una forma di meditazione intensa. Perché non puoi essere in nessun altro posto». Quello che ha definito come «distruttiva per l’anima» è la parte promozionale, tra ospitate, red carpet ed eventi vari. Un impegno gravoso anche quello in fondo, che comporta ritmi frenetici e poco tempo per se stessi.

«La parte più importante rispetto al lavoro stesso è la promozione e la vendita di quel film. L’equilibrio può essere completamente compromesso. Sarò onesta e diretta: non mi manca vendere cose» ha dichiarato. Tuttavia l’anima d’artista rimane, come un fuoco sacro che arde costantemente, motivo per il quale ha aggiunto che «mi manca molto usare le mie capacità, e mi manca molto l’arte. Ho semplicemente scoperto che facevo così poco della parte che davvero mi piaceva». Lontana dal cinema Watson ha confessato d’aver vissuto un periodo di forti contrasti interiori, derivati dalla mancanza della recitazione e la pressione che comporta la professione stessa dell’attore: «È liberatorio. Mi manca profondamente, ma non mi manca la pressione. Ho fatto una piccola cosa per uno spettacolo teatrale, solo con amici. E ho pensato: ‘Accidenti, che stress!’. E non era nemmeno per un vero pubblico. Non mi manca».

Emma Watson, da “Harry Potter” al ruolo d’attivista: cosa fa oggi

Il 2001 segna il suo debutto sul grande schermo con “Harry Potter e la pietra filosofale”. Da allora, oltre ai restanti film della saga che le ha regalato un’immortale fama internazionale, è stata protagonista di alcune grandi produzioni tra cui “Bling Ring” di Sofia Coppola, “Noah” di Darren Aronofsky e “Regression” di Alejandro Amenábar. Un percorso artistico quello di Watson iniziato da piccola che, in qualche modo, non ha mancato di citare nell’intervista in relazione alla sua nuova vita ritrovata: «La cosa più importante, in realtà, ovvero il fondamento della tua vita, è la tua casa, i tuoi amici e la tua famiglia. Penso di aver lavorato così duramente per coì tanto tempo che la mia vita ha toccato il fondo».

Ma oggi cosa fa Emma Watson? Dopo la laurea in letteratura inglese nel 2014 alla Brown University, si è iscritta a un master in scrittura creativa all’Università di Oxford e continua a portare avanti il suo ruolo di attivista per l’ambiente e il cambiamento climatico.


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