E’ passato poco meno di un anno, ma in termini di risultati sembra essere stata quasi un’era geologica. Il Gran Premio del Giappone è la gara di casa per la Honda, visto che si corre a Motegi, sulla pista di sua proprietà, ma nel 2024 era stato abbastanza avaro di soddisfazioni, perché nessuna delle RC213V era riuscita a staccare il pass per la Q2.
Oggi, anche se è solo venerdì, la Casa giapponese ha già la certezza che almeno tre dei suoi piloti scatteranno dalle prime quattro file dello schieramento, visto che hanno chiuso nella top 10 nella sessione pomeridiana: Joan Mir quarto, Luca Marini sesto e Johann Zarco. Ed in particolare per il pilota italiano si tratta di una conferma importante al bel filotto che negli ultimi tre appuntamenti lo ha visto sempre piazzarsi nella top 8 sia nelle Sprint che nelle gare lunghe, con un quarto posto in quella breve in Ungheria come fiore all’occhiello. Aver proseguito questo trend anche a Motegi, su una pista con caratteristiche molto diverse dalle precedenti, è sicuramente positivo.
“E’ stata una giornata molto buona. La moto funzionava molto bene da subito, ma soprattutto siamo riusciti a migliorare tra la FP1 ed il turno pomeridiano. Ero abbastanza fiducioso di stare nei primi dieci, perché ero molto a mio agio con la moto, ma è sempre molto difficile perché i gap sono molto piccoli su questa pista. Vediamo se domani riusciamo a migliorare ancora un po’ in frenata, soprattutto per il time attack, per provare a staccare un pochino più in là e migliorare i tempi, perché penso che in qualifica si andrà sull’1’42” alto o comunque sull’1’43” molto basso. Dunque, bisogna ancora migliorare molto”, ha detto Marini a fine giornata ai giornalisti presenti in Giappone.
Nelle ultime gare, la Honda ha aggiornato parecchio la RC213 V, introducendo diverse nuove parti, su tutte un telaio. Ora il pacchetto è più stabile, ma è un’altra la novità che ha reso la vita più semplice al marchigiano oggi: “Adesso abbiamo finalmente le due moto uguali ed era da un po’ di gare che non era così. Nelle ultime spesso ho dovuto usarne una sola, perché non avevamo abbastanza pezzi per farne due uguali, dovendo condividere tutto con Mir e Zarco. Averne due ti permette di lavorare molto di più durante un turno, perché puoi provare più cose e così abbiamo trovato una strada per migliorare la moto più velocemente. Come ho detto, manca ancora qualcosina in frenata, ma poi siamo competitivi. Non ancora per il podio, ma ci stiamo avvicinando”.
Luca Marini, Honda HRC
Foto di: Gold and Goose Photography / LAT Images / via Getty Images
Quando poi gli è stato domandato qual è l’ultimo steppettino che serve per iniziare a cercarlo realmente questo podio, Luca ha spiegato: “Manca qualcosina un po’ su tutto. Dobbiamo rimanere concentrati a lavorare su ogni dettaglio, su ogni fase. Adesso c’è da sistemare la frenata e penso che, una volta sistemata quella, capiremo quale sia il prossimo step su cui focalizzarci. Ma l’ambiente nel box è fantastico. Adesso che si iniziano a vedere dei risultati, anche con dei ‘caschi rossi’ durante i turni, dà molta più motivazione a tutti i meccanici e a tutti gli ingegneri. Questo aiuta la nostra performance come piloti, ma anche lo sviluppo della moto, perché stiamo dando tutti veramente il 100%”.
Questo fine settimana in pista c’è anche il collaudatore Takaaki Nakagami, che sta disputando una delle sue wild card. Il giapponese non è andato oltre al 21° tempo, ma sulla sua moto si è potuto notare un codone diverso da quello utilizzato dagli altri portacolori del marchio.
“Ha il codone che avevo provato anche io nei test di Misano, che penso che sia una base per la moto del prossimo anno. A me era piaciuto, ma non ho ancora sentito i suoi commenti oggi, anche se penso che abbia avuto qualche difficoltà in generale, perché solitamente qui Taka è molto veloce, quindi hanno più potenziale sia lui che la moto”, ha concluso.
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