Il Ministero della Salute ha pubblicato le raccomandazioni per la prevenzione e il controllo dell’influenza nella stagione 2025-2026. Il documento, rivolto a Regioni, Province autonome, professionisti sanitari e istituzioni pubbliche, aggiorna l’orientamento nazionale in materia di sorveglianza epidemiologica, strategie vaccinali, profilassi e comunicazione del rischio, con l’obiettivo di proteggere in particolare le fasce più fragili della popolazione.

I dati

Secondo i dati dell’European Centre for Disease Prevention and Control, ogni anno l’influenza stagionale colpisce dal 10% al 30% della popolazione europea, con stime comprese tra 4 e 50 milioni di casi sintomatici e fino a 70.000 decessi. In Italia, il picco epidemico del 2025 ha raggiunto 17,6 casi ogni mille assistiti a fine gennaio. Diversi patogeni respiratori hanno sostenuto la circolazione virale, tra cui i virus influenzali A(H1N1)pdm09 e A(H3N2), il virus respiratorio sinciziale e il Rhinovirus.

Il virus dell’influenza, trasmesso principalmente per via aerea, presenta un’incubazione di 1-4 giorni e una sintomatologia che va dalla febbre alta alla mialgia, con potenziali complicanze gravi come polmonite, encefalite e miocardite. A rischio sono soprattutto anziani, bambini sotto i 6 anni, persone immunodepresse e donne in gravidanza. Secondo l’OMS, ogni anno si registrano tra 290.000 e 650.000 decessi a livello globale.

Sorveglianza e nuovi vaccini

Il sistema di sorveglianza italiana si fonda su RespiVirNet, rete che coinvolge medici sentinella, pediatri, laboratori regionali e il Centro Nazionale Influenza dell’ISS. A questa si affiancano il monitoraggio delle forme gravi (con ricovero in terapia intensiva), la sorveglianza sindromica degli accessi in pronto soccorso e il sistema PREMAL per la notifica delle malattie infettive. Tali flussi permettono di adattare ogni anno la composizione vaccinale e orientare la programmazione sanitaria.

Per la stagione 2025-2026, l’OMS ha raccomandato una nuova formulazione dei vaccini trivalenti e quadrivalenti. I trivalenti conterranno i ceppi A/Victoria (H1N1), A/Croazia (H3N2) e B/Austria (lineaggio B/Victoria); i quadrivalenti aggiungeranno il ceppo B/Phuket (lineaggio Yamagata), benché quest’ultimo non sia più stato rilevato dal 2020, facendo ipotizzare la sua estinzione. Sono disponibili vaccini inattivati (classici, adiuvati, ad alto dosaggio), su colture cellulari, a DNA ricombinante o vivi attenuati per uso nasale. La selezione dei prodotti da utilizzare viene effettuata ogni anno dalle Regioni tramite gare pubbliche.

Strategia vaccinale e misure di prevenzione

Il vaccino è raccomandato per tutta la popolazione a partire dai 6 mesi di vita e offerto gratuitamente a specifiche categorie a rischio: persone over 60, donne in gravidanza, pazienti con patologie croniche (respiratorie, cardiovascolari, metaboliche, oncologiche, immunitarie), bambini da 6 mesi a 6 anni, residenti in strutture sanitarie, operatori sanitari e forze dell’ordine. È previsto anche per lavoratori a contatto con animali e donatori di sangue. Le Regioni possono estendere l’offerta gratuita anche ad altri gruppi, inclusi i cittadini che lo richiedano.

La strategia vaccinale punta non solo alla protezione individuale, ma anche alla riduzione della trasmissione complessiva, soprattutto immunizzando i bambini piccoli, considerati principali diffusori del virus. È raccomandata la co-somministrazione del vaccino antinfluenzale con altri vaccini, tra cui quelli contro il COVID-19, pneumococco, herpes zoster e difterite-tetano-pertosse (dTpa), in sedi diverse e con siringhe dedicate.

Tra le misure non farmacologiche restano fondamentali l’igiene delle mani, l’uso corretto delle mascherine in caso di sintomi, l’isolamento volontario e la buona educazione respiratoria. La campagna vaccinale 2025-2026 mantiene come obiettivi minimi una copertura del 75% negli over 65, con target ottimale fissato al 95%, secondo quanto stabilito dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale.

Infine, AIFA ribadisce l’importanza della segnalazione di eventuali reazioni avverse, per garantire la sicurezza e la trasparenza della campagna. Gli effetti collaterali più comuni restano lievi e transitori: arrossamento nel sito di iniezione, febbre e malessere generale per 1-2 giorni. I vaccini inattivati, non contenendo virus vivi, non possono causare l’influenza.

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