Sempre più comaschi pagano i farmaci che potrebbero ottenere gratuitamente.
Nell’ultimo decennio è questi raddoppiato il numero di cittadini che acquista in farmacia a prezzo pieno quei medicinali che invece sarebbero in parte o del tutto dispensati gratis se si presenta la ricetta del medico curante. Il motivo? Non riuscendo a contattare il proprio medico di famiglia, si va direttamente in farmacia pagando tutto di tasca propria.
E’ questa la tesi descritta nello studio presentato ieri pomeriggio in Regione da Polis Lombardia insieme alla scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Più precisamente l’aumento di questo tipo di spesa, dal 2013 al 2023, è cresciuto del 77% come media lombarda, per una spesa pro capite pari a 4,22 euro, la più alta a livello nazionale. Occorre sapere che i cittadini comaschi non esenti possono pagare con la ricetta due euro massimo quattro euro di compartecipazione per ogni confezione, per i pazienti esenti la compartecipazione è fissata a un euro a scatola. Sono previste esenzioni anche in base al reddito. Non tutti però usufruiscono di questo sconto. Il motivo nello studio viene messo nero su bianco in più passaggi. «Questo fenomeno potrebbe essere influenzato dalla presenza di ticket regionali o da difficoltà nell’accesso ai servizi di medicina primaria, che portano i cittadini a comprare farmaci direttamente. Questo fenomeno può contribuire a problemi di inappropriatezza, poiché i pazienti acquistano farmaci senza passare per la prescrizione medica». Ed in effetti, ripetono lettori e pazienti, trovare il medico non sempre è facile. I più bravi rispondono sempre, via chat, telefono e mail. Altri invece quasi mai e demandano alle segretarie, impiegano anche tre giorni lavorativi prima di inviare online la prescrizione. In tanti cercano di cambiare curante, ma i posti sono pochi e non sempre gli ambulatori sono sotto casa. E’ noto che in provincia di Como mancano, rispetto al corretto rapporto con la popolazione residente, circa un terzo dei medici di medicina generale. Da anni ormai questa categoria lamenta carichi eccessivi, non riesce a seguire come vorrebbe i pazienti.
C’è anche da dire che a volte la compartecipazione chiesta con la ricetta a volte si avvicina al prezzo dei farmaci, almeno quelli generici. «Infatti, il nostro sistema sanitario resta uno dei più accessibili quanto a prezzo dei farmaci – dice Giuseppe De Filippis, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Como – al contrario di altri Paesi dove il libero mercato fa aumentare spese e costi. E poi a difesa dei colleghi medici dico anche che molti pagano i farmaci senza ricetta perché hanno fretta e non hanno la pazienza di attendere la prescrizione».
C’è, infine, uno scollamento tra ricette e farmaci acquistati. Dallo studio emerge che il 77% dei medicinali prescritti dai medici riguarda farmaci generici, i più economici, mentre poi in farmacia i medicinali equivalenti venduti sono solo il 35%. Significa che vengono preferiti i farmaci di marca.