Va in scena questo fine settimana il Gran Premio dell’Azerbaigian, diciassettesimo appuntamento del Mondiale di Formula 1, nonché ultima gara europea della stagione, anche se il Paese caucasico è solo parzialmente in Europa – in gran parte è in Asia – e presenta un’atmosfera assai diversa da quella che si respira sui tradizionali impianti del vecchio continente.
La pista. Il Baku City Circuit è infatti un circuito molto particolare: i suoi 6.003 metri combinano lunghi rettilinei e ampi curvoni con tratti stretti e tortuosi fra gli edifici del centro storico tipici dei tracciati cittadini. La parte finale propone un tratto lungo oltre due chilometri da percorrere in pieno che è spesso teatro delle azioni chiave di gara, mentre la sezione attorno alla cittadella storica è talmente stretta da permettere in alcuni punti il passaggio di una sola monoposto per volta.
Caratteristiche tecniche e setup. Baku impone un compromesso difficile: c’è infatti bisogno di carico aereodinamico per uscire bene dalle curve lente del primo e del secondo settore, ma bisogna evitare di risultare vulnerabili nel lungo e velocissimo tratto finale. L’asfalto, percorso per tutto l’anno dalle vetture degli automobilisti azeri, di solito offre un grip inferiore rispetto ai circuiti permanenti e favorisce il fenomeno del graining. Baku propone due zone DRS – una nella parte iniziale dopo curva 2 e la seconda sul rettilineo principale – ma a rendere imprevedibile il risultato finale contribuisce soprattutto la Safety Car, che nelle otto corse di Formula 1 disputate qui è entrata in gioco per ben dieci volte per un totale di 45 giri sui 459 totali (il 9,8% dei giri percorsi dal 2016 a questa parte).
Pneumatici e strategia. Pirelli ha selezionato per il weekend una gamma orientata verso le mescole più morbide (Hard C4, Medium C5 e Soft C6): storicamente a Baku la strategia a uno stop (con partenza su Medium e cambio per passare alle Hard) è risultata la più efficace, ma non è da escludere la possibilità di vedere dei brevi stint con mescola Soft se la Safety Car dovesse caratterizzare la parte finale del Gran Premio. A Baku il meteo di solito non è un fattore fondamentale, anche se ogni tanto il vento a raffiche può complicare il lavoro dei piloti in pista.
Programma. L’azione in pista a Baku inizierà venerdì con le prime due sessioni di prove libere, in programma alle 12.30 e alle 16 locali (10.30 e 14 CEST), mentre sabato il terzo e ultimo turno sarà alle 12.30 (10.30 CEST). Le qualifiche andranno in scena alle 16 (14 CEST), mentre il Gran Premio dell’Azerbaigian – sulla distanza di 51 giri pari a 306,049 chilometri – prenderà il via domenica alle 15 (13 CEST).
Fred Vasseur Team Principal
Quello di Baku è sempre un fine settimana stimolante, con il tracciato che combina lunghi rettilinei e un settore centrale molto tecnico. Di solito le gare sono imprevedibili e ricche di opportunità, e per questo è importante eseguire tutto alla perfezione e concentrarci su noi stessi per sfruttare al massimo il pacchetto a disposizione. La squadra ha lavorato sodo per affinare la preparazione del weekend e le operazioni in pista e sappiamo che in gare come questa, su un circuito cittadino, ogni dettaglio può fare la differenza. Il nostro obiettivo è mettere insieme tutti gli elementi per ottenere un risultato importante con entrambi i piloti.
Ferrari stats
GP disputati 1114
Stagioni in F1 76
Debutto (A. Ascari 2nd; R.Sommer 4th; L. Villoresi rit.) Monaco 1950
Vittorie 248 (22.26%)
Pole position 254 (22.80%)
Giri più veloci 263 (23.60%)
Podi 834 (24,95%)
Ferrari stats GP al Baku City Circuit
GP disputati 8
Debutto Gran Premio d’Europa (S. Vettel 2°; K. Räikkönen 4°) 2016
Vittorie 0
Pole position 5 (62.50%)
Giri più veloci 2 (20.00%)
Podi 5 (20.83%)
Tre domande a… scuderia ferrari hp, performance engineer
1. Che tipo di compromesso aerodinamico è richiesto al Baku City Circuit?
Il circuito presenta uno dei rettilinei più lunghi della stagione per cui serve la minima resistenza all’avanzamento possibile, ma allo stesso tempo è necessaria una buona deportanza per avere confidenza in frenata e un buon grip nelle curve a bassa velocità, dato che per gran parte il circuito è formato proprio da curve lente.
2. In che modo l’elevata probabilità di ingressi della Safety Car influisce sulla preparazione della gara?
In termini di messa a punto della vettura, l’impatto è ovviamente piuttosto limitato e si possono effettuare solo alcune piccole regolazioni dell’assetto. Per il gruppo di Strategia, invece, rappresenta un vero grattacapo perché ha molte più conseguenze: come in altre gare, occorre fare una attenta valutazione dei rischi e degli scenari possibili, al fine di individuare la strategia statisticamente migliore ma essere pronti anche a piani alternativi, a seconda dei possibili ingressi della Safety Car in diverse fasi della gara.
3. Raccontaci di te. Come sei arrivato in Ferrari e cosa significa per te far parte della Scuderia Ferrari HP?
Fin da bambino ero uno di quelli che sceglieva sempre la macchina rossa per giocare – come diceva Enzo Ferrari. Quando altri bambini pensavano al a calcio o alla musica, io già pensavo alla Formula 1, alla Ferrari e a progettare le sue macchine per il massimo campionato. Far parte della Scuderia per me è un insieme di emozioni: da una parte realizza il mio sogno (anche se il vero sogno resta quello di vincere il Mondiale con questo team), dall’altra mi affida la responsabilità di far felici tanti appassionati come me che amano il Cavallino Rampante. Ogni giorno rappresenta anche un’occasione per imparare qualcosa di nuovo, sia dal punto di vista tecnico sia umano, grazie al privilegio di vivere immerso nella cultura e nello stile di vita italiano e di condividere questa passione con migliaia di colleghi che lavorano in Formula 1, nelle Hypercar o nelle vetture stradali. Perché per me la Ferrari è una sola.
Profilo
Olivier Helvig
Nato il: 04/08/1979
A: Metz (Francia)
Gran Premio dell’Azerbaigian, numeri e curiosità
2,6. I milioni di abitanti di Baku, che fanno della capitale azera la città più grande del Caucaso e tra i centri che danno sul Mar Caspio.
40. Le varianti riconosciute del pilaf, il piatto nazionale azero. Originario della Persia, è arrivato intorno all’anno 1000 in Azerbaigian, che lo ha rapidamente adottato. Ogni variante è legata a regioni o tradizioni locali. Il pilaf è a base di riso a chicco lungo cotto al vapore insieme a carne (spesso agnello o manzo), cipolle, frutta secca come albicocche o uvetta, e spezie aromatiche tra cui curcuma e zafferano. La particolarità è che gli ingredienti vengono cotti separatamente e poi assemblati, in modo che ogni componente mantenga il proprio sapore e il riso risulti ben sgranato. In molte versioni, il piatto viene completato con una crosta dorata e croccante sul fondo della pentola, chiamata qazmaq, che rende il pilaf visivamente elegante e saporito. È considerato un piatto nobile e simbolo di ospitalità, servito nelle feste e nei matrimoni, con numerose varianti regionali dolci o salate.
350. Il numero di vulcani di fango attivi in Azerbaigian, concentrati principalmente nelle regioni di Gobustan e Absheron. Questi vulcani non eruttano lava, ma fango caldo, gas naturale e argilla, creando e laghetti e coni che possono arrivare fino a diversi metri di altezza. Il fenomeno è legato alla presenza di giacimenti di petrolio e gas sotterranei, che spingono il fango verso la superficie. Alcuni di essi emettono fiamme occasionali, mentre altri formano paesaggi surreali con pozze fumanti e crateri. Sono importanti attrazioni turistiche e zone di studio geologico. Questi i tre più celebri: il Dashgil (sull’omonima isola, nel Mar Caspio), famoso per le sue eruzioni spettacolari: nel luglio 2021, ha prodotto una gigantesca palla di fuoco con fiamme alte fino a 500 metri, visibile anche dalla capitale. È uno dei vulcani più attivi e offre un’esperienza visiva unica. C’è poi il Lokbatan, a soli 15 km da Baku, noto per la sua intensa attività e infine c’è l’intera zona del Gobustan, che ospita oltre la metà dei vulcani di fango dell’Azerbaigian. La regione è anche famosa per le sue incisioni rupestri preistoriche, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
4466. I metri di altitudine del Monte Bazarduzu, la vetta più alta dell’Azerbaigian, che però è più famoso per avere gran parte del proprio territorio nazionale sotto al livello del mare. Baku, per esempio, si trova a -28 metri.
1200. Le tonnellate di te nero che l’Azerbaigian importa ogni anno oltre a quello che viene coltivato nel Paese. È considerato la bevanda nazionale e viene servito praticamente in ogni occasione, dalle visite familiari agli incontri d’affari. Tradizionalmente si usa una teiera a due livelli (çaydan), che permette di ottenere un infuso concentrato diluito poi con acqua calda, così ognuno regola l’intensità a piacere. Il tè viene servito in bicchieri a forma di pera chiamati armudu, che ne esaltano il colore e mantengono il calore. Spesso viene accompagnato da dolci locali, marmellate, noci, frutta secca e zollette di zucchero, ma senza latte. Bere tè in Azerbaigian è un vero e proprio rituale: offrirlo a un ospite è segno di rispetto, amicizia e benvenuto.