Un cranio umano, risalente a un milione di anni fa, potrebbe cambiare quello che abbiamo sempre pensato sull’ultimo milione di anni di evoluzione della nostra specie. A riferirlo è stato un team di ricerca internazionale che ha ricostruito virtualmente un teschio, noto come Yunxian 2, ritrovato in Cina e classificato in precedenza come appartenente all’Homo erectus. Secondo le nuove analisi, infatti, il cranio umano potrebbe essere più strettamente correlato all’Homo longi e ai Denisoviani. Se fosse davvero così, le origini degli esseri umani moderni potrebbero risalire a un periodo molto più antico di quanto pensato fino ad oggi, sollevando la possibilità che l’Homo sapiens sia emerso per la prima volta al di fuori dell’Africa. I risultati sono stati pubblicati su Science.

Il cranio umano

Il cranio umano, ricordiamo brevemente, è stato rinvenuto in un sito archeologico nella provincia di Hubei nel 1990, e, in base all’età e ad alcuni tratti generali, era stato attribuito all’Homo erectus, Utilizzando sofisticate tecniche di analisi digitali, i ricercatori del nuovo studio hanno notato che il teschio presentava una combinazione distintiva di tratti, come le dimensioni complessive della scatola cranica e dei denti, un osso frontale lungo e uno spazio stretto tra le orbite, che sembrerebbe collocarlo molto più vicino a una versione primitiva dell’Homo longi, una specie estinta e descritta per la prima volta nel 2021, con livelli di sviluppo simili a quelli dei Neanderthal e dell’Homo sapiens.

L’analisi

Questo risultato, quindi, sposterebbe indietro di almeno mezzo milione di anni la separazione tra i nostri antenati, Neanderthal e Homo longi, e, di conseguenza, solleva la possibilità che il nostro antenato comune, e potenzialmente il primo Homo sapiens, le cui prime prove in Africa risalgono a 300 mila anni fa, vivesse invece nell’Asia. “Questo cambia molto il modo di pensare perché suggerisce che circa un milione di anni fa i nostri antenati si fossero già divisi in gruppi distinti, indicando una divisione evolutiva umana molto più antica e complessa di quanto si pensasse in precedenza. Questo raddoppia più o meno il tempo di origine dell’Homo sapiens”, ha commentato al Guardian Chris Stringer, antropologo presso il Museo di Storia Naturale di Londra e co-autore dello studio.