L’asset governativo del tennis riceve una nuova scossa. Dopo l’azione legale della PTPA (associazione giocatori) contro ATP, WTA e i quattro tornei dello Slam, accusati di gestire in modo poco corretto la ricchezza economica del sistema, c’è un nuovo episodio della saga. Attraverso una lettera, alcuni dei giocatori più importanti, tra cui anche Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Aryna Sabalenka e Iga Swiatek, chiedono in particolare agli Slam cambiamenti sostanziali nella gestione e nella redistribuzione delle risorse.

Come riportano The Athletic e Associated Press, la missiva, firmata il 30 luglio, si concentra su tre punti principali: denaro, sostenibilità e maggiore potere decisionale. Si fa riferimento, relativamente al primo tema, alla creazione di un fondo pensione allargato, che vada oltre quanto già esiste in ATP, con l’obiettivo di garantire più stabilità economica a una fascia ampia di tennisti. Qual è l’obiettivo? Coinvolgere direttamente gli organizzatori dei Major, oltre ad ATP e WTA, in una gestione condivisa.

Il secondo punto è quello più dibattuto, ovvero il montepremi. Attualmente gli Slam distribuiscono ai giocatori circa il 16% delle loro entrate complessive. I firmatari chiedono che questa quota salga gradualmente fino al 22% entro il 2030. Da parte dei tornei però c’è già stata una replica, ricordando l’aumento costante dei premi complessivi ogni anno.

In conclusione, i tennisti chiedono maggior potere decisionale in tema di calendario e format. Si vorrebbe costituire un Consiglio dei Giocatori, in modo da non dover solo prendere atto di scelte dettate dagli organizzatori senza un’interazione preventiva. Le prime riunioni tra le parti, tenutesi a Parigi e a Wimbledon con la mediazione dell’ex CEO WTA Larry Scott, non hanno portato a risultati. I tornei si dichiarano disponibili al dialogo, ma resta da capire quanto siano pronti ad accettare cambiamenti che andrebbero a ridisegnare equilibri che perdurano da anni.