di
Pierpaolo Lio
I pm: «Il biglietto è stato scritto dal padre». Le intercettazioni del 2017 scomparse dai brogliacci e il ruolo dell’ex pm Mario Venditti
L’appunto segna il primo passo dell’indagine. Ma secondo gli inquirenti traccia l’ultimo (possibile) miglio. «Venditti gip archivia X 20.30 € euro». Questa volta, l’indicazione investigativa follow the money, segui i soldi, è una strada che va percorsa a ritroso. A scovare l’appunto sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Milano durante le perquisizioni a casa Sempio del 14 maggio.
Ci hanno pensato poi gli specialisti della Gdf a dragare i movimenti bancari della famiglia di Andrea, il 37enne indagato nella nuova inchiesta pavese sull’omicidio di Chiara Poggi. Nel setaccio dei finanzieri restano «impigliati» una serie di assegni, che fanno piovere dai conti delle zie paterne oltre 40 mila euro. Gran parte dei soldi saranno poi prelevati da papà Giuseppe, per sparire nel nulla. E allora c’è da mettere tutto insieme.
Le «movimentazioni anomale». Il messaggio scritto (sempre da Giuseppe, secondo gli inquirenti) e conservato per otto anni. E quei passaggi delle intercettazioni del 2017 scomparse da brogliacci e trascrizioni. Ad esempio, quando Giuseppe, captato mentre parla con il figlio in quei giorni, dice che per «pagare quei signori lì», i soldi dovevano muoversi senza lasciare traccia.
È unendo i puntini, e mettendo insieme i vari elementi, che si arriva alla clamorosa iscrizione nel registro degli indagati, per corruzione in atti d’ufficio, dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti. Soldi per agevolare Sempio, l’ipotesi dei magistrati bresciani. Che ci fosse qualcosa di strano in quella indagine su Andrea, s’era sospettato man mano che si ripercorrevano i materiali del passato sul delitto Poggi. C’erano ad esempio quelle mezze frasi, captate dalle cimici nell’auto, ma sintetizzate o trascritte male, in alcuni casi, oppure proprio sparite da ogni carta. E che lasciavano intendere che i due fossero già a conoscenza delle domande che sarebbero state loro rivolte.
«Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate», si sente dire a Giuseppe il giorno prima dell’interrogatorio del 10 febbraio. «Sì, lo so, lo so». «Massimo, se ti infila dentro qualche domanda che non… dici: guardi, io non mi ricordo, sono passati dieci anni».
Come se avessero avuto modo di prepararsi. Tanto che subito dopo l’interrogatorio, Andrea si rammaricava col padre: «Ne abbiamo cannata una, che io ho detto che lo scontrino (quello del parcheggio, il suo alibi per quel 13 agosto 2007, ndr) era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, che tu hai detto che l’abbiamo ritrovato prima». Senza contare le valutazioni sugli inquirenti dell’epoca: «A parte che erano dalla nostra… perché mi han fatto alcune domande che io ho capito perché me le facevano».
Il lavoro affidato agli uomini del Gico della Finanza di Brescia e Pavia ha poi consentito di evidenziare quegli strani spostamenti di denaro, dalle zie al padre di Sempio. Accertamenti all’epoca non disposti. Una serie di assegni che hanno iniziato a viaggiare a partire da dicembre del 2016 (e fino al successivo giugno), di fatto quando il fascicolo su Andrea era appena stato aperto e l’indagato non doveva in teoria essere ancora informato (il primo atto di discovery sarebbe avvenuto l’8 febbraio, con la notifica dell’interrogatorio).
A Giuseppe sono stati bonificati 43 mila euro. Trentacinquemila sono stati prelevati in contanti, con operazioni «del tutto incongrue rispetto alle loro ordinarie movimentazioni bancarie». Altri 5 mila sono stati girati allo zio, e prelevati.
Di queste somme, solo poco più di 6 mila euro per i finanzieri si sarebbero mossi in chiaro, con un bonifico a favore di Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, all’epoca già in congedo e che oggi è consulente della difesa Sempio, anche se non risulterebbero memorie da lui prodotte in quel periodo. Restano 30 mila che sono svaniti.
Le perquisizioni hanno coinvolto anche le case degli ex carabinieri Giuseppe Spoto e Silvio Sapone. Oltre ai dubbi sulle trascrizioni, gli inquirenti segnalano i «contatti opachi» con l’allora indagato. Il primo impiegò un’ora (una «durata incongrua») per una notifica di atti a Sempio. Il secondo avrebbe avuto contatti con Andrea «pur non risultando una ragione investigativa correlata a tale necessità».
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27 settembre 2025
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