Mentre in Cina si prepara il debutto della prossima generazione (forse «16», forse «17», con i nuovi Snapdragon di Qualcomm), in Europa Xiaomi chiude il ciclo della serie 15 con i modelli 15T e 15T Pro. La formula è collaudata: specifiche di fascia alta, un comparto fotografico in partnership con Leica e qualche concessione alla sperimentazione, il tutto a prezzi più bassi rispetto ai top di gamma veri e propri.
Il design non tradisce sorprese: scocca in alluminio, certificazione IP68, cornici sottili (ora ancora di più, ma la differenza è quasi impercettibile). Entrambi i modelli condividono il display OLED da 6,83 pollici, con picchi di luminosità da 3.200 nits. Sul refresh rate Xiaomi differenzia: 120 Hertz sul 15T, 144 Hertz sul Pro, che adotta anche un sistema di gestione della luminosità più sofisticato (DC Dimming full brightness).

Com’è e come va lo Xiaomi 15T Pro: la prova 

Da anni la serie «T» è l’appuntamento autunnale di Xiaomi per gli smartphone. Il 15T Pro non è un successore dello Xiaomi 15 (Ultra) uscito a febbraio. Si colloca più in basso nel listino, per specifiche e ambizioni: lo si può definire un «quasi top di gamma» o un «fascia medio-alta», con alcune caratteristiche, fotocamera in primis, che strizzano l’occhio ai modelli premium. Abbiamo passato un po’ di tempo con questo nuovo dispositivo per capire dove riesce a convincere e dove, invece, mostra qualche compromesso.
In mano è un telefono solido e ottimamente costruito, seppur con poca personalità, soprattutto nella livrea nera che abbiamo in prova. La scocca in alluminio spazzolato, dai bordi lisci e scolpiti, ricorda tanto gli ultimi iPhone: ma d’altronde la strada dell’omaggio (o della copia, a essere cattivi) sembra quella abbracciata da Xiaomi per le presenti e future generazioni di prodotti

Batteria, schermo e prestazioni

La batteria da 5.500 mAh permette di arrivare a fine giornata senza particolari affanni, e con un utilizzo moderato è possibile coprire anche due giorni. La velocità di ricarica cablata scende a 90W rispetto ai 120W del modello precedente, scelta probabilmente dettata dalla volontà di preservare la longevità della batteria. I tempi di ricarica restano comunque molto rapidi. Ottima la ricarica wireless a 50W, molto rapida.
Il display è un ottimo pannello Amoled da 6,83 pollici con risoluzione 1.5K e una frequenza di aggiornamento che arriva fino a 144 Hz, garantendo una fluidità visiva notevole. La luminosità massima di 3.200 nit, sebbene inferiore al modello precedente, assicura una buona leggibilità anche sotto la luce diretta del sole. Il software al momento del test è basato su HyperOS 2, ma questo modello sarà nella prima ondata che riceverà HyperOS 3, l’interfaccia di Xiaomi destinata a portare un nuovo design (anche qui molto molto simile ad iOS 26…) e nuove funzionalità. Al primo avvio troverete lo smartphone farcito di app inutili di terze parti, un problema tipico per Xiaomi. 
Il cuore del sistema è il processore MediaTek Dimensity 9400+ a 3 nanometri, affiancato da un 12 GB di Ram e 256  (o GB o 1 TB) di spazio dati. Questa combinazione garantisce una fluidità e una reattività eccellenti nell’uso quotidiano, così come nelle sessioni di gioco più impegnative. 

Le fotocamera di Xiaomi 15T marchiate Leica

Il marchio Leica resta la carta più forte che Xiaomi 15T Pro può giocarsi e la fotocamera è l’aspetto più rilevante per valutare l’acquisto. Entrambi i modell, anche il 15 non-Pro, partono da un sensore principale da 50 megapixel, ma sul Pro la dimensione leggermente maggiore promette una migliore gestione della luce. 
La collaborazione con Leica permette di adottare lenti Summilux, che sul 15T Pro si declinano in tre sensori sul retro. Il già citato principale, un OmniVision Light Fusion 900 con apertura f/1.6; c’è poi un interessante teleobiettivo da 50 megapixel con zoom ottico 5x e infine un grandangolare da 12 megapixel. La fotocamera principale si è dimostrata all’altezza delle aspettative, capace di scattare foto molto buone in diverse condizioni di luce, con una messa a fuoco precisa e un buon bilanciamento cromatico. Anche in notturna i risultati sono apprezzabili. Il teleobiettivo 5x è un’aggiunta molto utile che permette di catturare dettagli a distanza con buona qualità, sebbene la sua resa cali in condizioni di scarsa luminosità. 
Qualche ritardo (shutter lag) allo scatto è riscontrabile, ma si può risolvere attivando «Acquisizione in movimento», accettando una leggera perdita di qualità. L’anello debole del terzetto è il sensore grandangolare, che tende a perdere un po’ di nitidezza ai bordi dell’immagine, pur rimanendo su livelli medi per la categoria. 
Buoni anche i video, che arrivano fino a 8K e 30 fps oppure 4K a 120fps, e la fotocamera frontale da 32 megapixel.

Oltre al pacchetto Leica, la vera novità di questa generazione Xiaomi è la funzione «Offline Communication»: due Xiaomi 15T possono comunicare tra loro senza appoggiarsi a rete cellulare o Wi-Fi, fino a 1,3 km di distanza (che diventano 1,9 km con due Pro). Una sorta di walkie talkie in salsa 2024, che Xiaomi attiverà solo in alcuni mercati e che sembra basarsi su connessioni Wi-Fi dirette. Una funzione di nicchia, ma che dice molto dell’approccio sperimentale del marchio.

Prezzi e disponibilità

Xiaomi 15T parte da 649,99 euro (con in omaggio una stampante fotografica portatile), mentre il 15T Pro da 799,99 euro (abbinato a uno smartwatch Xiaomi Watch S4). Entrambi saranno disponibili in Italia dal 24 settembre.

Il debutto nel settore dei grandi elettrodomestici

Per Xiaomi non è una prima volta nel mondo «non smartphone»: dopo auricolari, smartwatch, monopattini, TV e piccoli elettrodomestici, il marchio cinese fa ora il salto nei grandi elettrodomestici con il brand Mijia. Il debutto riguarda frigoriferi, lavasciuga e condizionatori: un portafoglio di lancio che racconta la volontà di posizionarsi anche in un mercato molto più maturo e competitivo.
Il Mijia Cross Door 502L è un frigorifero a quattro porte da 502 litri, con vano a temperatura regolabile, trattamento antibatterico e controllo remoto via app Xiaomi Home. Prezzo: 849 euro, in linea con i concorrenti entry-premium.

La lavasciuga Mijia Front Load Washer Dryer Pro (9 kg di carico, 6 kg in asciugatura) punta su efficienza energetica (A-25%), motore direct drive garantito 12 anni e programmi rapidi, incluso un lavaggio completo in 36 minuti. Anche qui non manca la connessione all’app, che suggerisce cicli su misura grazie a un algoritmo di machine learning. Prezzo: 579 euro.
Infine, i condizionatori Mijia Air Conditioner Pro Eco Series (2,6 e 3,5 kW, rispettivamente a 599 e 699 euro) offrono classe energetica A+++ e un sistema di ottimizzazione dei consumi basato su intelligenza artificiale, con la promessa di tagliare del 27% la spesa elettrica rispetto al funzionamento standard.
Il passaggio ai grandi elettrodomestici non è un semplice allargamento di gamma. Per Xiaomi significa confrontarsi con colossi come Whirlpool, Samsung, LG ed Electrolux, in un settore dove il prezzo conta ma non basta: pesano anche affidabilità, assistenza e reputazione. Il marchio cinese gioca la carta della connettività diffusa e dei prezzi aggressivi, nella speranza che la fiducia conquistata con gli smartphone si traduca in un varco anche nelle cucine e nei salotti europei.

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24 settembre 2025 ( modifica il 26 settembre 2025 | 14:09)