di
Michela Nicolussi Moro

Non si placa la coda lunga dei virus trasmessi dalle zanzare. L’esperto: «Favoriti dal clima mite e dall’alta circolazione virale»

L’ultimo allarme interessa il sindaco di Palù (Verona), Francesco Farina, 68 anni, dal 25 settembre ricoverato nella clinica Pederzoli di Peschiera per un’embolia polmonare, che ha attaccato un organismo già debilitato dal West Nile, contratto il 22 agosto. È la testimonianza di una «coda» delle arbovirosi, cioè le malattie trasmesse da insetti, che nemmeno gli esperti si aspettavano a fine settembre, quando teoricamente le zanzare dovrebbero cominciare a diminuire, per poi sparire. 

E invece i casi non si arrestano: il bollettino diramato il 24 settembre dalla Regione ne segnala, dall’inizio dell’estate, 91 di West Nile (34 gravi, cioè forme neuroinvasive), 67 di Chikungunya (59 autoctoni, contratti nel Veronese, non in giro per il mondo) e 27 di Dengue.«Siamo in una fase di transizione stagionale, quindi la trasmissione delle arbovirosi non si è ancora esaurita — spiega il professor Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene all’Università di Padova —. Quest’anno però osserviamo una coda epidemica più marcata e i dati registrati finora hanno interessato anche soggetti giovani e sani. In passato la curva epidemica tendeva a ridursi già alla fine dell’estate, l’attuale persistenza potrebbe essere favorita da diversi fattori, tra cui le condizioni climatiche più miti e forse una maggiore circolazione virale. È una situazione particolare a cui purtroppo dovremmo sempre più abituarci e che richiede ancora attenzione e una sorveglianza continuativa, nel Veneto già in atto».



















































Alla persistenza delle arbovirosi si somma la circolazione dei virus di stagione, col risultato che ci sono già decine di veneti a letto, in anticipo rispetto al solito. Al punto che la Regione ha lanciato una campagna di prevenzione, ricorrendo anche a cartelloni, per spiegare alla popolazione come proteggere la propria salute (igiene personale e vaccinazione, in sintesi). «La sorveglianza epidemiologica, che non si è mai fermata, nemmeno nei mesi estivi, rileva una circolazione mista di virus respiratori — conferma Baldo — nelle ultime settimane i più attivi sono i rhinovirus e i parainfluenzali. Si registrano la presenza stabile di Sars-CoV-2, in aumento, i primi isolamenti del virus influenzale di tipo A e un’incidenza delle sindromi simil-influenzali cresciuta da 2,4 a 4 casi per mille abitanti in 21 giorni. Segnale di un incremento della malattia respiratoria nella popolazione, perciò è importante vaccinarsi contro l’influenza e il Covid-19, in modo da essere pronti non appena i numeri aumenteranno. Immunizzarsi è vitale per i soggetti a rischio e per coloro che possono venirne a contatto, quindi per tutti. I vaccini — aggiunge il docente di Igiene — evitano le forme più gravi di queste malattie, le complicanze e i ricoveri, soprattutto nelle fasce più fragili della popolazione».

E infatti la Regione ha acquistato un milione di dosi di antinfluenzale (tra cui 35mila vaccini spray per i bambini da 6 mesi a 6 anni e una formula potenziata per l’anziano) e ricevuto dal ministero della Salute 124mila dosi di anti-Covid, che sta cominciando a distribuire a Usl, medici di famiglia, pediatri di libera scelta e farmacie aderenti alla campagna vaccinale, quest’anno in partenza il primo ottobre. In anticipo di una settimana rispetto al 7 ottobre 2024. Previsti anche due «Vax Day» i prossimi 26 ottobre e 9 novembre, durante i quali sarà possibile prenotare la propria seduta all’Usl di riferimento, sul sito Internet della stessa. 

«Non è troppo presto — sottolinea Baldo — c’è la necessità che il vaccino induca la risposta immunitaria e quindi permetta al nostro organismo di essere protetto nel momento stagionale più importante». Cioè tra novembre e marzo. Ma come sarà l’influenza 2025? «È sempre difficile fare previsioni, ma i dati provenienti dall’altro emisfero, dove l’inverno si è appena concluso, indicano una circolazione influenzale molto sostenuta — avverte il ricercatore —. Queste evidenze fanno pensare che anche in Italia si possa andare incontro a una nuova importante epidemia influenzale, la terza consecutiva. Il vaccino sembra avere un’ottima corrispondenza con il virus che ci attendiamo e ciò può aumentarne l’efficacia».

Lo stesso vale per il vaccino anti-Covid, formulato sulle ultime varianti del Sars-CoV-2. «È stato adattato alla variante LP.8.1 e può essere co-somministrato con l’antinfluenzale — chiude il professor Baldo —. La variante XFG, o Stratus, diffusa anche in Italia e monitorata, non sembra dare quadri clinici più gravi delle altre e le evidenze indicano che i vaccini aggiornati rimangono efficaci. Al momento non ci sono evidenze che le nuove varianti siano più aggressive dal punto di vista clinico, però hanno una maggiore capacità di diffondersi e di eludere in parte l’immunità. Con il rischio che crescano rapidamente i casi e, di conseguenza, anche i ricoveri tra le persone piu fragili non vaccinate».


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27 settembre 2025 ( modifica il 27 settembre 2025 | 14:54)