Carattere e testa, l’Italia domina e spegne gli assalti di Leon. Sulla strada dell’oro c’è la Bulgaria dell’ex c.t. Blengini

(di Pierfrancesco Catucci) Capitan Simone Giannelli lo aveva detto: «Servirà una prestazione eccellente per battere questa Polonia». L’Italia gioca una prova eccellente, vince 3-0 (25-21, 25-22, 25-23) e domani alle 12.30 italiane sfiderà la Bulgaria dell’ex c.t. azzurro Chicco Blengini per confermarsi sul tetto del mondo. È un’Italia coriacea, solida, anche un po’ fallosa quando c’è da forzare i colpi per scardinare la resistenza polacca, ma sempre presente mentalmente e capace di recuperare anche quando Leon e compagni, soprattutto nel terzo set, provano a cambiare l’inerzia del match.

Sarà Italia-Bulgaria per l’oro, sarà Fefè De Giorgi contro il c.t. da cui ha ereditato l’incarico azzurro nell’estate 2021 dopo i Giochi di Tokyo e con cui ha vinto subito l’Europeo e l’anno dopo il Mondiale. Blengini che è il c.t. dell’argento olimpico di Rio 2016 e che ora allena una squadra giovanissima e di grande talento, a cominciare dai fratelli Nikolov, con il 21enne schiacciatore Aleksandar ormai da anni punto di riferimento della Lube Civitanova e protagonista di una semifinale meravigliosa contro la Repubblica Ceca, e il 18enne palleggiatore Simeon, uno dei talenti più cristallini nel suo ruolo.

Contro la Polonia De Giorgi schiera il solito sestetto con Giannelli al palleggio, Romanò opposto, Michieletto e Bottolo schiacciatori, Gargiulo e Russo centrali e Balaso libero. Grbic deve rinunciare all’opposto titolare Kurek, vittima di un problema agli addominali nelle ore precedenti alla partita. Al suo posto c’è Sasak, assieme ai martelli Semeniuk e Leon (presente e passato di Perugia). I primi scambi sono di studio, con gli azzurri che protagonisti di qualche indecisione per la tensione, poi l’Italia comincia a giocare più libera. Il muro e la difesa sono molto solidi e questo mette pressione all’attacco della Polonia. Leon va a corrente alternata, con gli azzurri che lo cercano tanto in ricezione e lo frenano a muro, Sasak, non gira e l’Italia ne approfitta. Italia che forza i colpi, commette qualche inevitabile errore al servizio, ma mostra grande solidità mentale e capacità di sfruttare le opportunità che si crea, senza la foga dei primi punti, fino al colpo di Bottolo che chiude il set.

La reazione della Polonia è rabbiosa, ma Romanò è una furia sia al servizio che in attacco, accompagnato da un Bottolo inspirato. L’Italia comincia piano e poi accelera. La qualità in battuta cresce con il passare dei punti, arrivano gli ace agli incroci delle righe che incrinano le certezze e il morale dei polacchi che cominciano a sbagliare. Gli azzurri scappano ma, sul 20-15, Leon riaccende il fuoco polacco e riporta in parità un set che sembrava in cassaforte. Parte un punto a punto di grandissima intensità, poi entra in campo Sani al servizio e l’Italia smonta la resistenza polacca e va sul 2-0. Con Anzani ancora in campo da metà del secondo set per l’Italia e Fornal per Semeniuk nella Polonia, il terzo set inizia con la maggiore aggressività polacca. È il colpo di coda della squadra di Grbic che manda in tilt la ricezione azzurra e tutto il gioco della squadra di De Giorgi che ci mette un po’ a rientrare in partita. 

Dentro Porro per Bottolo e gli azzurri si scuotono, sotto di 4 punti: aumentano la propria qualità di gioco e riaprono il set. E, con qualità e intensità, e soprattutto con un muro ritrovato, ribaltano il punteggio, conducono e si prendono la seconda finale mondiale consecutiva.