Davide Cassani, ex ct della nazionale italiana ciclismo, è intervenuto nella trasmissione di Bike Today, in onda sul canale Youtube di OA Sport e condotta da Gian Luca Giardini. L’attuale commentatore di Rai Sport si è espresso sui Mondiali di ciclismo di Kigali, ponendo l’attenzione sulla spedizione italiana e le chance di medaglia nelle prove Elite.
Il ruolo di commentatore: “Il Campionato del mondo è stata la corsa con la quale mi sono innamorato del ciclismo. Mio padre mi portò a vedere un Mondiale nel ’68. Dal 1988 al 2021 ho partecipato a tutti i Mondiali, come ciclista, commentatore o come CT. Lo vivo con ansia, come tutti gli italiani per i nostri colori. Avendo fatto per otto anni il CT mi immedesimo nella testa del coach, so esattamente come ci si sente a guidare la nazionale italiana”.
La situazione della Spagna con il nuovo CT Alejando Valverde: “Situazione difficile, Ayuso non ha capitani al suo pari. Il corridore più importante è lui. La Vuelta è stata luci ed ombre, non ha fatto classifica, ma ha vinto due bellissime tappe nonostante la discussione sulla rescissione del contratto. Adesso ha firmato per la Lidl-Trek, credo abbia voglia di fare un gran Mondiale”.
Il percorso della prova Elite maschile: “Attenzione alla salita di Kigali ed il suo muro. Queste due ascese sono a 100 chilometri dall’arrivo, la prima misura quasi 5 chilometri, la seconda è un muro in pavé con pendenze insidiose. La corsa potrebbe infiammarsi lì, con corridori come Pogacar ed Evenepoel che non sappiamo quando attaccheranno. Già in quel frangente la corsa potrebbe avere una piega precisa. Tutte le salite sono difficili, negli ultimi due giri le fatiche si faranno sentire. I favoriti sono quelli, Tadej è l’uomo da battere. Si è preparato per il Mondiale e sarà difficile da battere. Dovrà comunque confrontarsi con altri 3-4 corridori”.
Il duello tra Pogacar ed Evenepoel ed il sorpasso nella cronometro: “Quello che è successo nella cronometro secondo me non inciderà. Pogacar si è preparato per la prova in linea, è arrivato in Ruanda dopo aver corso in Canada. Tutte le volte che ha preso una scoppola ha cercato subito di recuperare e di rifarsi. Non credo che quello che è successo potrà influire domenica. Anzi, credo che Tadej abbia meno responsabilità, il Belgio potrebbe fare la corsa con la Slovenia”.
Le possibilità della squadra azzurra: “Ciccone ha vinto San Sebastian, è arrivato sul podio nel Lombardia e secondo alla Liegi. Ci siamo accorti di un corridore forse più abile nelle corse di un giorno che in quelle a tappe. Il suo miglior piazzamento è stato un undicesimo posto al Tour de France. Giulio può fare una grande prova, sicuramente Pellizzari poteva essere un aiuto molto importante. Poteva essere un ultimo uomo decisivo. Avrei preferito che quell’ultimo strappo fosse in asfalto e non in pavé, Giulio lo avrebbe preferito. Nell’ultima settimana della Vuelta ha pensato al Mondiale, spero che abbia la brillantezza per salire sul podio. Da mesi sapeva di essere il capitano. Con un percorso del genere bisogna stare sempre attenti”.
Il ruolo di Lorenzo Fortunato: “Potrebbe essere l’uomo giusto per aiutare Ciccone. È molto coraggioso, potrebbe anche inserirsi in una fuga da lontano. Sapeva che avrebbe partecipato al Mondiale. Spero che sia al top per fare una bella prova”.
I Mondiali Juniores e la superiorità delle altre nazionali: “Ai Mondiali juniores do un’importanza relativa, bisogna capire quanti chilometri hanno nelle gambe i ragazzi e come hanno preparato il Campionato. Tanti vincitori poi non sono diventati dei veri corridori. Guardo con attenzione la prova, ma non giudico. L’anno scorso Finn è stato fantastico e lo ha dimostrato anche nel 2025. I nostri ragazzi hanno corso con generosità, ma dare giudizi è prematuro”.
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