Un gesto di coraggio istintivo, pagato a caro prezzo ma che ha evitato il peggio: la rapina al Gran Shopping di Molfetta, nel parcheggio del centro commerciale, si è trasformata in un conflitto a fuoco solo grazie all’intervento di Carlo Piazzolla, un luogotenente dei Carabinieri in pensione di 65 anni. L’uomo è intervenuto bloccando un rapinatore solitario armato di un fucile automatico.

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Cosa è successo

L’episodio ha avuto luogo quando un uomo armato di un Kalashnikov AK-47 ha saccheggiato una gioielleria. Piazzolla, che si trovava per caso al centro commerciale per un caffè, ha notato il trambusto e ha deciso di agire, nonostante i tentativi della sorella di dissuaderlo. «Volevo capire cosa stesse succedendo e mi hanno detto che c’era un uomo armato che stava facendo una rapina. Sono andato a vedere», racconta il carabiniere a Repubblica.

Il 65enne ha seguito il malvivente fino al parcheggio, dove lo ha affrontato.

Il rapinatore ha risposto aprendo il fuoco con una decina di colpi. «Ho visto subito che era un kalashnikov AK-47, l’ho riconosciuto», spiega Piazzolla dal suo letto al Policlinico. Nel momento cruciale, il carabiniere in pensione ha pensato: «Se non reagisco, mi spara nello stomaco» e si è lanciato. Nonostante sia stato ferito a una gamba, l’intervento si è rivelato fondamentale. «Sono riuscito ad abbassare la canna della mitragliatrice… Quindi è stato lei a deviare l’arma? Certo, nell’attimo in cui ha sparato l’ho subito spostata. Avrebbe potuto colpire i passanti e tutti quelli che erano lì intorno».

Il rapinatore è stato bloccato e arrestato grazie anche all’intervento di un altro Carabiniere in servizio, con le accuse di rapina, lesioni e porto d’arma da guerra.

Nonostante l’enorme spavento, Piazzolla mantiene la lucidità: «Tutto sommato bene. Ho una frattura della tibia e la rotula è completamente andata». E sulla sua motivazione, l’ex luogotenente non ha dubbi: «Ho fatto il carabiniere per quarant’anni… Queste cose o ce le hai o non ce le hai. Ora sono in pensione, non l’ho fatto per qualche ricompensa o avanzamento di carriera».

Alla domanda se si senta un eroe, Piazzolla risponde con umiltà: «Assolutamente no. Non mi sento un eroe. Quando fai questo lavoro per tanto tempo, ti rimane dentro». Dopo averlo bloccato, il primo pensiero è andato alle sue ferite, ma guardando il rapinatore a terra, inerme, ha provato un senso di pietà: «Ho pensato: poveraccio».