Un team internazionale guidato dall’italiano Luca Ighina ha scoperto un enorme buco nero che è anche tra i più lontani mai osservati. Si chiama RACS J0320-35 e si trova a 12,8 miliardi di anni luce dalla Terra. In pratica lo stiamo vedendo com’era meno di un miliardo di anni dopo il Big Bang, quando l’universo era ancora molto giovane.

Perché sta facendo notizia? Questo buco nero ha una massa enorme, circa un miliardo di volte quella del Sole, ed è in crescita in modo sorprendentemente veloce: ogni anno “inghiotte” tra 300 e 3.000 masse solari, superando il limite di Eddington che normalmente stabilisce quanto velocemente un buco nero possa accumulare materia senza diventare instabile.

L’osservazione e la scoperta

La scoperta è il risultato di una collaborazione internazionale con un forte contributo italiano. Oltre a Luca Ighina, hanno partecipato ricercatori di INAF, Università di Bologna, Università dell’Insubria e INFN, insieme a scienziati dagli Stati Uniti e dall’Australia.

Fondamentali sono stati i dati del telescopio spaziale Chandra della NASA, che hanno analizzato i raggi X emessi dal quasar (un oggetto estremamente luminoso attorno al buco nero). Grazie a questi dati è stato possibile calcolare la sua velocità di crescita. Alberto Moretti dell’INAF ha spiegato: “Misurando la massa e il ritmo di crescita possiamo stimare quanto fosse grande alla nascita e testare le teorie sulla formazione dei buchi neri giganti”.

Perché è importante

Il quasar che ospita RACS J0320-35 è così luminoso da superare intere galassie e produce getti di particelle ad altissima velocità, un fenomeno raro. Studiare questo buco nero significa osservare l’universo primordiale e capire come si siano formati i primi buchi neri giganti e le prime galassie.

Secondo gli scienziati, RACS J0320-35 potrebbe essere nato come un buco nero relativamente piccolo, derivante dall’implosione di una stella massiccia, e aver raggiunto rapidamente le dimensioni attuali.

Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters ed è uno dei casi più estremi mai osservati di buco nero gigante nell’universo giovane.