Ascoli Piceno, 27 settembre 2025 – “È un momento bellissimo quando alla fine di una infusione (la mia ventitreesima!!) ti portano il budino al cioccolato”. Non perde mai il suo spirito Giovanni Allevi, nemmeno in un letto d’ospedale, nemmeno nella sofferenza estrema, da quando, 3 anni fa, gli è stato diagnosticato un mieloma multiplo. Così ci ha abituato a vederlo: sempre ottimista e sorridente, nonostante tutto. E anzi il musicista e compositore ascolano trae forza dai suoi numerosi follower su Instagram, che tiene costantemente aggiornati sui suoi lavori e sulla sua salute. “Le statistiche mi danno due anni di vita, ma arriverò a 95 anni”, racconta in un’intervista al Corriere della Sera. 

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“Intanto, il supporto della flebo avverte che il farmaco è finito con il suo caratteristico suono sulle note dell’accordo di Re settima. Anche Ippocrate di Coo consiglia, durante la sofferenza, di mangiare ogni tanto qualcosa che rallegra lo spirito”, continua il post. L’artista è stato costretto ad allontanrsi dalla musica per curarsi nel 2022, Poi il 7 febbraio 2024, dopo quasi due anni, è tornato ad esibirsi, suonando il brano ‘Tomorrow’ da ospite della seconda serata del Festival di Sanremo, dove si è anche raccontato in un profondo e toccante monologo.

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“Sono stato felice quando mi hanno portato il budino al cioccolato. Per me è una vera festa. Ventitré infusioni sono tante – racconta Allevi – sono a casa sul letto, sotto il piumone che guardo dalla finestra l’autunno che arriva, col sorriso stampato sotto l’effetto di quella infusione. È un farmaco potente ed efficace per la cura delle ossa”. Alla domanda se si tratta di chemioterapia Allevi risponde: “No, non è un farmaco chemioterapico, è un’altra cosa. Mi fa stare male per 10 giorni, sbarellato direi, come se avessi la febbre e anche il dolore alle ossa aumenta. Ma l’effetto è quello di rinforzare il tessuto osseo”.

“Ho davanti 2 anni? Prometto che ne festeggerò 95”

L’ambiete ospedale è diventatofamiglia per l’artista: “E’ la mia seconda casa. Può farti paura ma poi ti accorgi che l’ospedale ti salva la vita. Lì trovo coraggio e forza, il talento dei medici e la grande professionalità del personale ospedaliero. Vivo come non ci fosse un domani. Secondo le statistiche ho davanti due anni ancora, ma prometto che festeggerò i 95 anni, perché non credo alle statistiche”.

“Ricevo forza dagli altri pazienti, tanti guerrieri”

Il suo ottimismo ha la meglio su tutto, come sempre: “Qui si apre questione filosofica perché quando entri dentro questa bolla di esistenza nuova, determinata dalla malattia, hai due possibilità: cedere alla disperazione o resettare tutto e guardare alla vita col sorriso, nonostante il dolore e la paura. Io ho scelto questa seconda strada. La forza la ricevo anche dagli altri pazienti in quello che per me è un luogo sacro: la sala di accettazione all’Istituto dei tumori. Una stanza grandissima con tanti guerrieri. Ci aiutiamo, ci abbracciamo”.

Il docufilm ‘Allevi – back to life’

A ottobre verrà presentato alla Festa del Cinema di Roma Allevi – Back to life, nei cinema dal 17 novembre, con l’uscita anche della colonna sonora, un docufilm del suo “ritorno alla vita”. “Avevo da tempo l’idea di realizzare un documentario sulla mia esperienza artistica ma non ero convinto perché negli ultimi anni mi sento come fossi un gatto sotto la credenza. Non volevo e non voglio espormi e neppure spiegare la mia figura artistica. Ma la malattia mi ha catapultato in un’altra dimensione e ho capito che questo film possiede una forte valenza sociale. Allora vale la pena uscire da sotto la credenza. Voglio dare coraggio. Il mio sogno è che lo spettatore esca dalla sala con il cuore traboccante di gioia di vivere, e abbracci la prima persona che gli capiti davanti”.