KIGALI (Rwanda) – I corridori si sono alzati da tavola intorno alle 21 e lentamente si sono avviati verso la riunione. La corsa partirà alle 8,45 e per Marco Villa sarà il primo mondiale come cittì della strada. L’incarico più inatteso, accettato un po’ per senso di responsabilità e un po’ per sfida, è arrivato alla prima verifica. Per questo il cittì dei due ori su pista, dei tanti mondiali e dal palmares che ne fa a buon diritto uno dei tecnici azzurri più vincenti dello sport italiano, ieri sera tradiva la comprensibile tensione.

«E’ una gara diversa – diceva – le finali in pista te le soffi in quattro minuti, questa volta ho sette ore, spero (un sorriso, ndr). Però è stato una bel percorso, ci arrivo naturalmente con poca esperienza ed è inutile nasconderlo. Il mondiale su strada l’ho vissuta da collaboratore, ma il giorno prima andavo a vedere le altre gare con la radiolina per aiutare gli altri. Oggi sono stato qua con la mia squadra. Sono uscito con loro, li ho seguiti in macchina. Abbiamo parlato di tutto, abbiamo fatto una bella giornata assieme (in apertura un’immagine da Instagram, ndr). Adesso facciamo la riunione. Per me è una prima volta, sicuramente non è stata la routine di un commissario tecnico navigato».

Villa è anche tecnico delle crono. Ha sfiorato il podio con Finn e il 4° posto è venuto anche nel mixed relay: qui con Venturelli e Trinca Colonel

Campionati del mondo 2025, Kigali, Federica Venturelli, Monica Trinca COlonel sfinite dopo il team mixed relayVilla è anche tecnico delle crono. Ha sfiorato il podio con Finn e il 4° posto è venuto anche nel mixed relay: qui con Venturelli e Trinca Colonel

La nazionale da rifare

La nazionale che aveva disegnato quando ne parlammo poche settimane fa ha subito qualche grosso scossone. Con Pellizzari, Caruso e Tiberi attorno a Ciccone, l’impatto sarebbe stato diverso. Invece si è trattato di immaginare nuovamente un’intelaiatura e tirare su la struttura più solida possibile.

«Sicuramente – dice Villa – mi dispiace per Caruso e Pellizzari, per l’incidente alla mano e il malanno. Per Tiberi invece mi dispiace perché l’ho sentito un po’ demoralizzato, la stagione non è andata benissimo. Erano tre con cui volevo iniziare a lavorare anche perché avremo per tre anni un mondiale con queste caratteristiche. Caruso per l’esperienza, Pellizzari per fargli fare esperienza e Tiberi per vederlo e responsabilizzarlo anche nelle gare di un giorno. Farlo crescere come uomo della nazionale. Anche se si sta specializzando tanto nelle gare a tappe, per me può lavorare anche a quelle di un giorno e questa era l’occasione per fare un gradino in più».

Campionati del mondo, Kigali 2025, percorso gara in linea professionistiAl chilometro 163,5 arriva la scalata di Mount Kigali. Poi negli ultimi 5 chilometri il pavé di Kimihurura

Campionati del mondo, Kigali 2025, percorso gara in linea professionistiAl chilometro 163,5 arriva la scalata di Mount Kigali: troppo lontana per fare un vero attacco?

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La carta Bettiol

Il processo, tanto lodato da Ciccone, ha visto il tecnico e il capitano lavorare fianco a fianco per la scelta degli uomini. Una grossa responsabilità per l’abruzzese e per lo stesso Villa. Sono lontani gli anni di Alfredo Martini e anche quelli di Ballerini, in cui l’abbondanza di uomini vincenti ai massimi livelli poteva permettere di giocare più carte.

«Mi ricordo anche io i tempi di Martini – sorride Villa – che aveva cinque capitani e doveva metterli d’accordo. Bravissimo, è stato un grande a metterli d’accordo e a volte aveva i suoi problemi. Noi abbiamo dei nomi che mi piacciono, dei giovani che stanno crescendo. Magari fra cinque o sei anni, sperando di esserci ancora (sorride, ndr), questi giovani saranno cresciuti e mi metteranno in difficoltà. Per quest’anno abbiamo Ciccone e credo che per un mondiale come questo fosse dall’inizio uno dei possibili leader. Avevo parlato anche con Bettiol, ma mi ha detto subito che lo considerava troppo duro. Se avesse avuto la gamba di questi giorni, forse mi avrebbe detto di sì. Però quando abbiamo parlato al campionato italiano, non si sentiva bene, non aveva un buon feeling e probabilmente non ha voluto mettermi in difficoltà occupando un posto che non si sentiva».

Campionati del mondo, Kigali 2025, Matteo Sobrero in allenamento sul percorsoSobrero non ha vissuto la sua giornata migliore nel mixed relay, ma è pronto per fare la sua parte su strada

Campionati del mondo, Kigali 2025, Marco Frigo, Matteo Sobrero, Fausto Masnada in allenamentoFrigo, e Masnada e dietro Sobrero: secondo Villa, ruoli diversi, con un occhio per le fughe

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Ciccone e i suoi fratelli

La squadra è così nata una volta e poi è rinata una seconda e solo lui sa quante ne avrà fatte e disfatte nei suoi appunti e nei suoi pensieri. La strada non è la pista, in cui la consapevolezza dei tempi ti offre la proiezione del risultato possibile. Su strada puoi avere il più forte e dominare, come pure rimanere ingabbiato in una corsa insignificante, come quella delle donne elite, in cui le migliori si sono neutralizzate a vicenda.

«Non sapendo come avrei interpretato la corsa – concorda Villa – ho preferito ragionare sul percorso. La Vuelta ci ha fatto vedere che Ciccone sta bene, dopo essere stato secondo a Liegi e aver vinto San Sebastian. Non ha fatto un anno in sordina, al contrario è stato sempre vicino ai più forti di questa stagione. E quelli sono tutti qui a Kigali e Giulio se la dovrà giocare con loro. Abbiamo Frigo, che alla Vuelta ha fatto un secondo dietro Ayuso e un terzo e aveva anche vinto al Tour of the Alps. Fortunato al Giro d’Italia era in fuga quasi tutti i giorni e ha vinto la maglia azzurra dei GPM. L’ho visto molto impegnato e professionale nella ricerca della forma del Giro. Sappiamo tutti che non è matematica, però ha cercato di arrivare qua nelle migliori condizioni. Cattaneo e Sobrero mi servivano anche per la cronometro e il mixed relay. Bagioli alla Vuelta c’è stato ogni volta che Ciccone ne ha avuto bisogno. Quindi le scelte sono state fatte anche in base a questi ragionamenti».

Campionati del mondo, Kigali 2025, festa e brindisi in hotel per la vittoria di Lorenzo FinnQuesto il brindisi per Finn, ieri per Chantal Pegolo: nell’hotel degli azzurri ora si aspettano soltanto i pro’

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Presenti nelle fughe

Con questo mosaico, si va alla sfida su un percorso che inizialmente è parso durissimo. Poi ha continuato a fare selezione, mostrando però delle lunghe fasi di recupero. Sta di fatto che, nonostante non si passi più di tanto tempo in salita, gli arrivi sono stati tutti… centellinati come a capo di tappe di montagna. Un percorso che scava e presenta il conto alla fine: aperto ad azioni solitarie, come pure a colpi di mano sull’ultimo strappo in pavé di Kimihurura.

«Noi non dobbiamo nasconderci – dice Villa – dobbiamo essere là, magari anche anticipare. Non è facile, vediamo come sarà la partenza, però se va via una fuga importante ci dobbiamo essere. Non corriamo per nasconderci. Giulio invece dovrà gestirsi guardando quei 7-8 che potrebbero essere alla sua portata».

Campionati del mondo, Kigali 2025, colore, tamburi, tifosiIl suono dei tamburi è assordante: il tifo sta diventando molto caloroso. Oggi il gran finale

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Non avendo le radio con cui correggere eventuali imprevisti, sarà tutto nella capacità dei corridori di parlarsi in corsa e di entrare in azione nei tempi concordati. Il fatto di avere un leader riconosciuto potrebbe essere un vantaggio. Il rischio è che la corsa si disperda in mille rivoli prima che abbia trovato un senso: la presenza di Pogacar, Evenepoel e di quelli che dovranno tenerla in mano sarà certamente un fattore a nostro vantaggio.