28 settembre 2025 | 07.58
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L’Italia nel mirino dei droni della Russia? E’ lo scenario che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky prospetta alla fine dell’ennesima giornata caratterizzata dall’allarme per sconfinamenti compiute da velivoli e per violazioni degli spazi aerei di paesi Nato. Le ultime settimane sono state monopolizzate da una lunga serie di segnalazioni: dalla Polonia ai paesi baltici, dalla Finlandia alla Norvegia, dalla Svezia alla Danimarca. Nella serata di sabato 27 settembre, Zelensky ha annunciato che Kiev ha intercettato nel suo spazio aereo 92 droni diretti verso la Polonia.
Quindi, l’avviso: “L’Italia potrebbe essere la prossima”. Per il leader ucraino, il copione è chiaro: la Russia di Vladimir Putin sta mettendo alla prova le difese e le reazioni dei paesi Nato. “Sta testando la loro capacità di difendersi e cercare di influenzare le società in modo che le persone cominceranno a chiedersi, ‘se non possiamo proteggerci perché dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina?’ Sono operazioni dirette a ridurre l’assistenza all’Ucraina, in particolare prima dell’inverno”, le parole di Zelensky, che a stretto giro vengono commentate dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
“L’Italia nel mirino dei droni? Mi auguro che questo non accada, non credo che Putin voglia scatenare la terza guerra mondiale, non credo neanche che l’Italia sia un obiettivo militare”, dice a 4 di Sera. “Comunque la nostra difesa aerea è sempre in grado di verificare ciò che accade, è in grado di abbattere droni che possono avere intenzioni minacciose, quindi come la Nato è in grado di farlo”, aggiunge il numero 1 della Farnesina, che fornisce la sua lettura della situazione generale.
“Io credo che Putin stia testando le reazioni dell’Occidente, ma l’Occidente ha sempre dimostrato di saper reagire. Quando ero un giovane ufficiale dell’aeronautica militare, alla fine degli anni ’70, queste operazioni di violazione del confine Nato le facevano i Mig dell’Unione Sovietica e dell’ex Jugoslavia. Non è la prima volta che accade”, afferma.
Le incursioni di droni sono una realtà con cui l’Europa deve confrontarsi su base praticamente quotidiana. Per fronteggiare la minaccia, ha iniziato a prendere forma il progetto del ‘muro anti-drone’ a cui lavorano Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia, Polonia e Romania. La prima riunione ha coinvolto anche Slovacchia e Ungheria. La presenza di Budapest nel gruppo è un elemento da considerare con attenzione, alla luce delle tensioni crescenti con l’Ucraina.
Kiev ha denunciato lo sconfinamento di un drone magiaro e ha chiesto spiegazioni ai ‘vicini’ mostrando anche la mappa della rotta seguita dal velivolo. La risposta, articolata in diverse comunicazioni inviate da Budapest, è stata durissima: “Zelensky la pianti con le sue provocazioni, vuole trascinarci in guerra ma non ci riuscirà”.
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