Emma Heming Willis ha quindi ricordato le parole del neurologo Bruce Millier, che l’ha seguita nel percorso diagnostico del marito: «Se a 40, 50 o 60 anni vedi una persona cambiare drasticamente – nel linguaggio, nel comportamento o nella personalità – ricorda che è un segnale che qualcosa nel cervello non va e va indagato». Per Bruce Willis, racconta la moglie e caregiver, «le parole non venivano più naturali. Era confuso, e anch’io mi sentivo disorientata. Sapevo che c’era qualcosa che non tornava, ma non riuscivo a definirlo».
Dopo mesi di incertezza, Emma Heming Willis ha scelto di affrontare la situazione: «A un certo punto devi prendere il toro per le corna. Conosci la persona che ami meglio di chiunque altro: è giusto farsi sentire, andare dai medici, pretendere risposte».
La famiglia ha poi preso una decisione difficile, ma necessaria: oggi Bruce Willis abita in una casa su un unico piano, assistito da professionisti, mentre Emma e le figlie Mabel ed Evelyn sono rimaste nella casa di famiglia. «È stata una delle scelte più dure che abbia mai fatto, ma so che Bruce Willis avrebbe voluto che le bambine avessero una quotidianità serena», ha confidato Emma Heming Willis.