Ad Avellino, venticinque operatori socio-sanitari che da anni prestano servizio nelle strutture dell’ASL attendono invano un concorso che dovrebbe stabilizzarli. Alcuni sono contrattisti delle cooperative Gesco e Ambra, altri assunti a tempo indeterminato; tutti, tuttavia, accomunati dall’esperienza in piena pandemia.
Nel 2020, mentre il virus seminava paura e incertezza, essi non si tirarono indietro, vestendo tute e mascherine FFP2 o FFP3 per ore intere, spesso senza la certezza di un domani contrattuale.
Concorso rinviato: la speranza tradita e la nuova incertezza
Il concorso, che avrebbe dovuto svolgersi pochi giorni fa, è stato rinviato a data da destinarsi. La notizia ha colpito duramente chi, da tre anni, attendeva un riconoscimento che sembrava ormai consolidato.
La delusione è tanto più amara se si pensa che molti avevano superato selezioni precedenti o avevano ricevuto la promessa di stabilizzazione. Ora, dovranno competere nuovamente con chi, forse, ignorava persino l’uso corretto di una mascherina.
Domande aperte e attesa di risposte dal sistema sanitario
Il rinvio pone interrogativi concreti: come garantirsi che la carenza di personale non comprometta l’assistenza ai pazienti? Come applicare le leggi che consentono la stabilizzazione di chi ha maturato i requisiti? E, soprattutto, quale considerazione riserva il sistema a chi, nel momento più buio, ha risposto presente senza esitazione?
Tra riconoscimento e disillusione: il rischio di un eroismo dimenticato
Si attende una risposta che, se non dovesse arrivare, rischia di trasformare l’eroismo in semplice amaro ricordo.