Giannelli e compagni non lasciano scampo alla Bulgaria battuta 3-1 e conquistano il quinto oro iridato dopo l’impresa delle ragazze di Velasco. Azzurri trascinati da Romanò

dall’inviato Mario Salvini

28 settembre 2025 (modifica alle 15:22) – MANILA (FILIPPINE)

È festa. È bellissimo. Da campioni siamo arrivati a Manila, da campioni ce ne andiamo. L’Italia resta padrona delle schiacciate di tutto il Pianeta. Adesso più che mai. Adesso che abbiamo questo quinto titolo e che abbiamo unificato le corone: degli uomini e delle donne, come non succedeva dal 1960 (allora ci era riuscita l’Urss). È un successo strepitoso del nostro movimento. Del nostro sistema. E prima di tutto di questi ragazzi. Che da settimane il loro ct, Ferdinando De Giorgi, definisce “speciali”. C’era il dubbio che non fossero più quei pirati sfrontati che erano stati da giovanissimi all’Europeo 2021 e al Mondiale 2022, entrambi vinti. Perché c’erano state le delusioni a Euro 2023, in casa, e poi all’Olimpiade. Con in mezzo quella VNL che non riusciamo mai a far nostra. Ma proprio sul più bello, e sul più difficile, mentre tutte le rivali cadevano, qualcuna addirittura nei gironi, gli azzurri sono andati un crescendo irresistibile. 

il tecnico 5 volte d’oro—  

È un capolavoro del loro allenatore, Ferdinando De Giorgi che ha infuso calma, sicurezza, che ha portato i suoi ragazzi alla temperatura giusta nel momento più importante. Cinque sono i nostri titoli, cinque volte c’era lui: tre da giocatore, due da ct. Nessuno, nella storia di questo sport, è mai stato campione del Mondo 5 volte. Con Alessandro Michieletto, l’MVP, miglior pallavolista della Terra. Con Simone Giannelli miglior palleggiatore. Con Yuri Romanò miglior opposto. Con Fabio Balaso miglior libero. Siamo, senza alcun dubbio, la squadra più forte del mondo. E il migliore in campo di questa finale in cui abbiamo battuto 3-1 la Bulgaria di Chicco Blengini, come vedrete leggendo la cronaca, è stato Matia Bottolo. Cioè quello che doveva essere il terzo schiacciatore, promosso titolare dopo l’infortunio di Lavia. La Mall of Asia è piena, finalmente. Pubblico in stragrande maggioranza femminile che si esalta e che fa impennare i decibel ad ogni primo piano di un atleta sul maxischermo. 

nikolov fuoriclasse—  

Si capisce subito che per Alexander Nikolov non è cambiato molto rispetto a sabato, quando in semifinale contro la Repubblica Ceca era stato devastante (31 punti). La sua parallele del 5-4 Italia è una fucilata, il suo 6 pari è una diagonale fulminante con palla staccatissima. Un ace del capitano Grozdianov mette i bulgari avanti di un break: 10-12. Ma sul 13-14 va a battere Bottolo, che fa sballare i bulgari, compreso il loro libero Dobrev: ace, contrattacco Romanò, pipe dello stesso Botolo, muro di Anzani. Corriamo un solo, vero pericolo, quando in battuta va Alex Nikolov. Ci costringe a ricezioni approssimative che ci costano due murate (Grozdianov su Romanò e Atanasov su Botolo). Ma questo Romanò lo muri una volta, non due. Nemmeno se ti disponi a tre su palla scontata. Perché è così che Yuri ha fatto il 22-20 e soprattutto ha tolto dal servizio l’uomo più temuto. Subito dopo, ancora lui, Romanò (7 punti nel set, 7/8 in attaco!!) ha messo il 23-20. Errore di formazione dei bulgari (24-20), muro di Bottolo, 25-21 e 1-0 per noi. Esattamente come nel primo set la fase che promette di spaccare il ritmo è un turno di battuta di Bottolo. Cominciato come nel parziale precedente con un ace, per poi innescare un contrattacco al limite del disumano di Michieletto, letteralmente sopra il muro bulgaro. Sul 10-5 per noi Asparuhov, in sofferenza in attacco, infila una serie di gran battute sulle quali i fratelli Nikolov ha deciso di far tutto in famiglia: una serie di altri colpi di fuoriclasse e 11-11. Per la Bulgaria i punti li fa solo lui, in alternativa gliene regaliamo qualcuno noi. Come quello “a porta vuota” di Anzani che mette out un appoggio senza muro, concedendo ai verdi di farsi sotto: 17-16. Michieletto indovina un cambio palla concitato con un palloneto lucido e precisissimo. Poi va battere Romanò: ace 19-16, ace 20-16, ace 21-16, ace 22-16, ace 23-16. Cinque ace, di fila, in una finale Mondiale. Non li dimenticheremo mai. E ancora una volta, come anche già nel primo set, chiude Bottolo. Con un ace, per non esser da meno. 

la reazione bulgara—  

Nessuno pensa nemmeno per un attimo che la Bulgaria si sia arresa. L’hanno visto tutti il quarto di finale con gli Stati Uniti. E infatti basta che Atanasov si affianchi nel furore a Alex Nikolov e il risultato è una fiammata da 9-9 a 10-16 per loro. Arrivano due murate che ci inibiscono di colpo. Mentre Alex continua come indemoniato a metterla in terra in tutti i modi possibili. Pianta lui, personalmente, l’ace del 21-14 Bulgaria. Entra Sbertoli per Giannelli. Ma ormai il set è andato: 2-1. E allora sotto di nuovo. Giannelli, rientrato, decide che è meglio dare un paio di volte la palla a Romanò, tanto per cominciare bene. Dopodiché come già nel primo e nel secondo set, ecco Matia Bottolo. Che va a battere sul 4-3. E ci resta fino al 9-3. Ha spaccato il set più importante degli ultimi anni della pallavolo maschile italiana. Perché poi andiamo via. Siamo campioni del Mondo. Siamo campioni del Mondo per la quinta volta nella storia