È la quarta volta, nelle prime cinque di campionato, che i giallorossi mantengono la porta inviolata. L’ucraino si sblocca, l’argentino realizza il secondo gol stagionale

Alessio D’Urso

28 settembre 2025 (modifica alle 17:06) – MILANO

Quanta fatica. Ma in fondo al tunnel della sofferenza la Roma vede una luce fortissima. La squadra di Gasperini riesce a venire a capo di un ottimo Verona e conquista tre punti pesanti grazie ai gol in avvio di gara di Dovbyk e nella ripresa di Soulé. Davanti a oltre 62 mila spettatori, i giallorossi non mostrano il loro lato migliore sotto il profilo del gioco ma si rivelano almeno concreti portandosi in alto in classifica a quota 12 e superando Juventus e Atalanta.

che ritmo—  

Gasp schiera la Roma con Celik al fianco di Mancini e Ndicka in difesa, mentre a centrocampo il tecnico ripropone l’asse centrale Cristante-Koné (con Wesley e Angelino sulle fasce) e in attacco dà fiducia a Pellegrini sulla trequarti accanto a Soulé e dietro alla “sorpresa” Dovbyk centravanti. Zanetti conferma invece Akpa Akpro in mediana e concede ancora spazio nel reparto offensivo a Giovane a sostegno dell’elettrico Orban. Subito ritmi alti e manovra avvolgente dei giallorossi. E al 7’ si sblocca finalmente Dovbyk (non segnava dal maggio scorso contro la Fiorentina) sfruttando un cross di Celik dalla destra: la traiettoria del colpo di testa dell’ucraino – lasciato libero colpevolmente da Nunez nell’occasione – non lascia scampo a Montipò. La reazione dei gialloblù è palpabile e per i successivi 20’ i padroni di casa soffrono le sfuriate nei sedici metri degli ospiti. Per fortuna della Roma, però, c’è sempre Svilar a dire no agli avversari. Come al 15’, quando il portiere deve uscire alla disperata su Orban (al culmine di un contropiede orchestrato da Belghali) deviando in angolo con il volto la conclusione a colpo sicuro dell’attaccante. E quando non può il portiere è addirittura la traversa a salvare la squadra di casa: accade al 28’ quando lo stesso Orban a porta praticamente vuota colpisce male e manda il pallone a sbattere sul legno a pochi centimetri dalla linea di porta. Tutti rischi enormi di un primo tempo caotico e contraddittorio sul fronte romanista che fanno arrabbiare parecchio Gasperini e lo costringono a richiamare alcuni dei suoi, tra cui in particolare Wesley.

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liberazione—  

Nella ripresa, la musica non cambia. E’ sempre il Verona (con Gagliardini subentrato a Akpa Akpro) a spingere sull’acceleratore. Stavolta il ruolo di suggeritore è interpretato da Orban, bravo in contropiede a servire al 49’ un ottimo pallone per Giovane che però manda alto tra lo sconcerto dei compagni. Gasperini prova allora a spostare l’inerzia inserendo Ferguson, Tsimikas e Hermoso al posto di Dovbyk, Angelino e Wesley. Ma la Roma non trova punti di riferimento e continuità di gioco e, anzi, deve difendersi con affanno dalle percussioni dei gialloblù, ancora una volta pericolosi al 60’ con Orban (anticipato in uscita da Svilar). Fa il suo debutto il giovane difensore Ziolkowski (Ndicka uscito dolorante), mentre Zanetti va a caccia del pari immettendo anche Sarr per Giovane e chiedendo a Belghali più accelerazioni a destra. Nel momento più difficile, comunque, la Roma ha un’impennata d’orgoglio e riesce in contropiede a raddoppiare con Soulé al 79’: l’azione è ispirata a sinistra da Ferguson, l’irlandese spinge il pallone in mezzo e dopo una carambola l’argentino non sbaglia davanti a Montipò. Una liberazione per i tifosi che temevano da un momento all’altro il pari del Verona. Ed invece i padroni di casa riescono a ormeggiare in porto una vittoria fondamentale che li proietta in alto: quarto acuto in cinque giornate e la corsa al vertice continua. Al Verona, cui viene annullato giustamente nel recupero un gol di Orban per fallo di mano, resta tanta amarezza. Ma è una squadra, quella gialloblù, che ha dimostrato qualità indiscutibili.